Negroni: il cocktail IBA italiano tra i più noti al mondo

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Un drink altolocato servito a Firenze, per la prima volta, negli anni ’20. Ecco tutto quello che dovete sapere del Negroni cocktail.

Firenze, anni ’20. Non sarà di certo un caso se il Negroni, uno dei cocktail più conosciuti al mondo sia nato proprio in questo periodo definito da tutti così ruggente.

Ad ogni modo, il rosso c’è ed è per davvero grintoso come un ruggito la cui eco scende in gola a piccoli sorsi. Paradossalmente, il Negroni ci piace berlo in maniera del tutto rilassata, nonostante la grinta di questo cocktail sembra dover esplodere da un momento all’altro.

Il cocktail del Conte

Ringraziamo il conte Camillo Negroni per averlo lasciato “in eredità” non ai discendenti di famiglia ma al mondo intero.  Lo sappiamo che lo sapete come si prepara, come si serve, a che ora si beve. Ma forse non sapete proprio tutta quanta la storia di questo drink 100% Made in Italy.

Mettetevi comodi: ve la raccontiamo. È una storia lunga più di cent’anni.

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Centenario , Guglielmo Miriello, Courtesy Ceresio 7

Quel drink a Firenze

Il conte Camillo Negroni non era un bartender. Magari gli sarebbe piaciuto esserlo, chi può dirlo.

Aveva il suo bar di fiducia, il Caffè Casoni a Firenze, dove solitamente ordinava sempre un cocktail Americano.

Insomma, un giorno doveva sentirsi proprio nostalgico perché al bancone chiese di aggiungere al drink un po’ gin, così da ricordare i suoi ultimi viaggi a Londra. Erano gli anni a cavallo tra il 1919 e il 1920 e accade che il conte scoprì (di nuovo) l’America: quella che si gusta nel bicchiere e con ghiaccio. Senza il bisogno di circumnavigare niente.

Il drink iniziò ad essere conosciuto come “l’Americano alla moda del conte Negroni” e comprendeva una spaziosa aggiunta di gin. Successivamente, venne chiamato Negroni…e nient’altro.

Come si prepara

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Negroni di Rama Redzepi, Credits Grand Hotel Fasano

Mettiamo che vogliate fare colpo su qualcuno o su qualcuna. Voi siete dei veri mixology addict e come tali, avete una bottigliera domestica degna di nota. E di bevuta.

Qualche volta un Negroni è più che sufficiente. Cocktail IBA dal 1961, è un medium drink da aperitivo appartenente alla categoria dei miscelati –ma se avete intenzione di berlo after dinner non protestiamo, anzi!

La ricetta perfetta ha pochi step. Non potrete sbagliare:

Ingredienti

30 ml di gin

30 ml di Campari

30 ml di vermouth rosso

Procedimento:

In un tumbler basso colmo di ghiaccio versate gli ingredienti in base alla loro gradazione alcolica: precedenza a chi la ha più elevata! E quindi gin, vermouth rosso e per finire Campari.

Miscelate con l’aiuto di un bar spoon e servite con una fetta di arancia.

La Famiglia del Negroni

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Negroni in barrique, Courtesy Mio Lab, Park Hyatt Milano

Non potevamo ignorare le questioni di famiglia. In questo trafiletto vogliamo parlare dell’albero genealogico (innaffiato con superalcolici, mica acqua!) del cocktail.

Si tratta di una famiglia numerosa, tra twist e rivisitazioni. Alcuni magari vi piacciono più di altri –siamo sicuri che li conoscete bene più o meno tutti. Il capofamiglia è quindi il Negroni, in tutto il suo gusto deciso. C’è poi il cugino sbagliato…

Le variazioni

Il Negroni sbagliato è una delle varianti più apprezzate (specialmente dal palato maschile): al posto del gin c’è lo spumante brut. A inventarselo nel 1972 Mirko Stocchetto del Bar Basso di Milano. Il cugino russo è il Negroski, decisamente ordinato al bancone: il gin è sostituito con la vodka, mentre il Boulevardier viene spesso associato al Negroni con la sua nota più strong, con il bourbon whiskey al posto del gin.

Il Japanese Negroni ha sentori orientali, fermentati, in cui è forse riconoscibile ogni singolo chicco di riso: anziché il gin, il cocktail è preparato con sakè. Bencini è invece preparato con rum bianco al posto del gin, mentre il Dutch Negroni è a base del cugino del gin, il Genever.

Non scordiamoci dell’Americano –è lui che, come vi abbiamo anticipato, ha dato i natali al Negroni del conte Camillo. Possiamo più o meno vedere il drink come un “mammo” ed è a base di Campari, vermouth rosso e seltz: tutti gli ingredienti sono italiani.

Insomma, alla faccia di chi dice che non si possono avere alternative! Cheers!

Immagine di copertina – Negroni Vintage, Dry Milano – Credits Coqtail Milano

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