Cate Blanchett è la nuova direttrice creativa di Toku Saké

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L’attrice e produttrice cinematografica Cate Blanchett è diventata la direttrice creativa di Toku Saké. In questa veste curerà la strategia del brand. Compito tutt’altro che semplice, ma che può contare su una base solidissima: coloro che hanno assaggiato il Junmai Daiginjo di Toku sostengono che si tratti di un prodotto eccellente. Non è un sake premium, è un super premium.

Cate Blanchett, Toku Saké e il fermentato di riso

Australiana, classe 1969, Cate Blanchett ha frequentato il cinema indipendente e quello mainstream, guadagnando sul campo una stima enorme: molti la considerano una delle migliori attrici della sua generazione. I premi sono fioccati di conseguenza. Su tutti, segnaliamo due Oscar (per The Aviator e Blue Jasmine) e quattro BAFTA: ancora grazie a The Aviator e Blue Jasmine, più quelli conquistati con Tár ed Elizabeth.

Blanchett ha eleganza e stile da vendere. Come scrisse di lei Will Leitch, sul magazine Vulture: “È accessibile ed elusiva insieme: è sempre completamente presente e tuttavia leggermente fuori portata. È sempre stata audace, ha rifuggito i compromessi ed è stata perennemente e risolutamente se stessa”. Facile capire come mai sia stata corteggiata da prestigiosi marchi legati alla moda e alla cosmesi.

Ora eccola di fronte a una nuova avventura. L’ambito è sempre quello del lusso, ma è cambiato l’oggetto specifico del suo impegno: non più abiti borse o profumi, bensì sake.

Toku Saké

Toku Saké è un brand del Regno Unito. Ha una manciata d’anni di vita e a tutti gli effetti è un novellino, nel mondo dei fermentati giapponesi: l’atto di nascita è datato 1 luglio 2020.

Però si appoggia su una realtà con oltre un secolo di storia: Takasago Shuzo, fondata nel 1899 e da sempre impegnata nella produzione di sake. Si trova ad Asahikawa, cittadina che sorge sull’isola di Hokkaidō. Siamo nella parte settentrionale del Giappone, dove gli inverni sono particolarmente rigidi e la neve cade copiosa.

Il Junmai Daiginjo di Toku Saké

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Il primo, al momento unico, sake di Toku è un Junmai Daiginjo, vale a dire la tipologia più pregiata: niente alcol aggiunto e almeno il 50% di seimai buai, cioè di levigatura del chicco di riso.

Non un riso qualunque: lo Yamada Nishiki. È il meglio del meglio, con chicchi molto grossi, elevata concentrazione di amido, bassa quantità di proteine e lipidi. Una materia prima d’eccellenza sottoposta a una levigatura massiccia, tanto che il seimai buai è di 35% (più è bassa la percentuale, meglio è).

L’intero processo di lavorazione è svolto ad Asahikawa, presso le strutture di Takasago Shuzo. La gradazione alcolica finale è di 16 abv e il prezzo è di 155 sterline a bottiglia.

Cate Blanchett Toku Saké: metodo, purezza, autenticità

In riferimento al ruolo di direttrice creativa, Cate Blanchett ha dichiarato: “Per molto tempo ho considerato un punto di riferimento l’artigianato attento e riflessivo che è parte integrante della vita quotidiana in Giappone. Il sake riflette questi valori tradizionali grazie all’attenzione certosina per il metodo, la purezza e l’autenticità. Sono entusiasta di contribuire a portare sul mercato mondiale il prodotto squisito di Toku Saké”.

Le fanno eco Anthony Newman e Peter Hudson, co-fondatori di Toku Saké: “Siamo onorati di accogliere Cate nel nostro team. Il suo blasonato background in qualità di artista e produttrice, insieme alla sua passione per la cultura giapponese e al suo coinvolgimento altamente selettivo in progetti globali, apriranno nuove porte al nostro marchio”.

In ultimo, segnaliamo che il lavoro di Blanchett non è facile, ma parte in discesa. Secondo i dati della Japan Saké and Shochu Makers Association, il mercato del sake è in fortissima ascesa. Il 2022 ha fatto registrare un incremento delle esportazioni pari al 18% rispetto all’anno precedente. In confronto al 2012, poi, siamo a un + 431%. I numeri non mentono.

Immagini courtesy Toku Saké, immagine Cate Blanchett credits Shutterstock