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Cocktail collins, i più famosi e come si preparano

Il Tom Collins è talmente famoso da quasi oscurare l’intera categoria di drink alla quale appartiene. Come se altre miscele di questo tipo non esistessero. In realtà parliamo del portabandiera della famiglia dei cocktail collins.

Cosa sono i cocktail collins e quando nascono

Le caratteristiche essenziali dei cocktail collins sono una base alcolica (spesso gin), succo di limone (o di lime), dolcificante e soda. Parliamo dunque di una sottocategoria dei sour.

È opinione diffusa che i collins siano nati nel corso del XIX secolo, ma si dibatte intorno al luogo preciso: il grosso delle ipotesi ruota attorno a Londra e New York, ma c’è chi tira in ballo San Francisco e addirittura l’Australia. Allo stato attuale non è possibile dirimere la questione e dunque ci fermiamo qui.

Vale la pena di aggiungere che inizialmente esistevano solamente due drink: il Tom Collins e il John Collins. Tutti gli altri sono venuti in un secondo momento.

Come si preparano

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Oolong Tea Collins – Quinary, Hong Kong

Di base, i drink collins si preparano tutti nel medesimo modo: bisogna mescolare (o shakerare) uno spirito, un dolcificante, del succo di limone o di lime. Gli ingredienti si mettono in un bicchiere alto e colmo di cubetti di ghiaccio, poi si completa con la soda.

Non tutti i bicchieri sono adatti. La scelta deve cadere, non a caso, su quello che ha il medesimo nome della famiglia di cocktail: il collins. Che, come ci informano gli esperti, è un tipo tumbler con capacità compresa fra 300 e 410 millilitri. Quanto basta perché l’acqua gasata giochi un ruolo significativo, senza però annacquare in maniera eccessiva la miscela.

Per quanto riguarda gli ingredienti la base alcolica d’elezione è il gin, ma non è obbligatorio che sia sempre così. In quanto alla componente dolce, vanno bene le soluzioni tipiche dei cocktail sour: zucchero, sciroppo di zucchero (il più gettonato) oppure triple sec. A partire da queste coordinate sono possibili una quantità di variazioni sul tema.

I cocktail collins più famosi

Come anticipato, i ponti d’accesso al regno dei collins sono rappresentati da due cocktail: Tom Collins e John Collins.

Ricetta del Tom Collins

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La prima ricetta del Tom Collins compare nella seconda edizione di Bar-Tender’s Guide, a firma del leggendario Jerry Thomas e pubblicata nel 1876. Oggi è frequente prepararlo con 60 ml di gin Old Tom, 25 ml di succo di limone fresco, 15 ml di sciroppo di zucchero e 50 ml di soda. Niente shaker: si mescola direttamente nel bicchiere, completando con una fettina di limone e una ciliegina al maraschino.

John Collins, la ricetta

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Di suo, il John Collins esiste almeno dagli anni Sessanta del XIX secolo. Molti concordano nel dire che nasce come twist del Tom Collins e che originariamente si preparava con il gin olandese (o jenever). La ricetta certificata dall’IBA non lo richiede esplicitamente. Occorre infatti prendere un bicchiere collins colmo di cubetti di ghiaccio e aggiungere 45 ml di gin, 30 ml di succo di limone fresco, 15 ml di sciroppo di zucchero e 60 ml di soda. Mescolare con delicatezza e guarnire con una fetta di limone e una ciliegina al maraschino.

Gli altri collins

Il resto della famiglia gioca soprattutto sulla base alcolica. Così, per bere un Captain Collins dobbiamo miscelare whisky canadese, e per risalire la gerarchia militare (Colonel Collins) dobbiamo affidarci a un bourbon.

Con la vodka otteniamo un Joe Collins, con la tequila un Pepito Collins, con il cognac un Pierre Collins e con il rum bianco un Pedro Collins.

Insomma, come nel caso dei sour, cioè la categoria cui appartengono i collins, va bene praticamente ogni distillato. Il grosso dei bar, comunque, utilizza London Dry Gin. Anche nel caso di Tom e John, concedendosi una licenza rispetto alla storia.