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La Capilla, il più vecchio bar di Tequila

Niente fronzoli, tutta sostanza: La Capilla è il più vecchio bar della città di Tequila, il cuore pulsante del distillato messicano per eccellenza. Ci si viene per l’atmosfera, per fare un salto indietro nel tempo, per onorare Don Javier Delgado Corona (1925-2020) e gustare con la giusta calma il cocktail Batanga.

Ma anche per ricordarsi che la storia della mixology non deve per forza fare rima con locali tirati a lucido, con arredi di design e contesti spesso pretenziosi. Talvolta bastano tavolacci di legno e sedie di plastica, perché ciò che conta è chi sta dietro il bancone e cosa serve.

La Capilla

Che La Capilla sia il bar più antico di Tequila lo dicono tutti, ma la data esatta dell’apertura nessuno la sa. Sono comunque decenni di storia, come minimo a partire dagli anni Cinquanta. Ci troviamo all’incrocio fra calle Mexico e calle Hidalgo. Gli edifici sono bassi, al massimo due piani e hanno muri coloro pastello. Piante di agave blu crescono a perdita d’occhio sulle colline circostanti, ben visibili all’orizzonte.

Tendendo l’orecchio capita di sentire una musica gracchiante: proviene da La Capilla, grazie a un impianto audio alla buona. L’interno è coerente con la suggestione sonora: c’è aria di schietta autenticità. Ed è pieno di foto di gente nota. Gli attori Don Johnson e Don Knotts, il tennista Arthur Ashe, il cantante Sammy Hagar. Tutti abbracciati al medesimo uomo: Don Javier Delgado Corona.

Chi era Don Javier Delgado Corona

Don Javier, come lo chiamavano gli avventori abituali, è stato la colonna portante della Capilla. È stato proprietario, gestore, bartender, tutto quanto: è facile immaginarlo con la scopa in mano, dopo la chiusura, a rassettare. Entrando nel suo locale ti accoglieva con un sorriso largo e cordiale, ti ringraziava di avere scelto il suo bar, ti chiedeva dove preferissi sederti.

Un rituale immutato nel corso dei decenni, perché Don Javier ha lavorato e preparato cocktail per tutta la vita. Di fatto, è stato una memoria storica di Tequila. In un ritratto dedicatogli dalla Tahoma Society si legge che un po’ rimpiangeva la seconda metà del XX secolo, quando “in città ci conoscevamo tutti e ci salutavamo calorosamente quando ci incontravamo per strada“. Forse per questo ci teneva ad accogliere i clienti, anche gli stranieri di passaggio, come fossero amici.

È morto il 28 febbraio 2020, all’età di 95 anni, cedendo lo scettro al nipote. Ha avuto la soddisfazione di vedere La Capilla inclusa nella lista dei World’s Best Bars, tra il 2011 e il 2014. Merito suo, dell’ottima tequila servita e anche del cocktail da lui creato, il Batanga.

Il cocktail Batanga

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Batanga, courtesy La Punta Expendio de Agave, Roma

L’ho inventato negli anni Cinquanta o forse nei Sessanta, non ricordo bene“, diceva Don Javier. La vulgata sostiene che l’anno fatidico sia stato il 1961, ma in questo caso la precisione conta solo fino a un certo punto. L’importante è che si tratta di una sorta di Cuba Libre con la tequila al posto del rum.

La ricetta prevede di mettere in un bicchiere un pizzico di sale e il succo di un mezzo lime fresco. Aggiungere ghiaccio a cubetti, mescolare per bene e poi versare 60 ml di tequila blanco e colmare con della cola. Il tocco speciale di Don Javier è di dare una dolce mescolata utilizzando il coltello con il quale è stato tagliato il lime.

Il Batanga è diventato popolare in tutto il Messico, grazie anche al fatto di essere comparso in uno spot pubblicitario di El Tequileño, marca di tequila prodotta poco lontano dal locale di Don Javier. Poi ha superato i confini nazionali per conquistare estimatori in tutto il pianeta. Lo si può trovare in una quantità di bar. Ancora oggi, però, il drink genuino si beve a La Capilla, godendosi il fresco prodotto dai ventilatori appesi al soffitto e l’atmosfera schiettamente popolare di un luogo unico al mondo.