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I cocktail invisibili di Antonio Lai, due ricette per l’Italia

Dal Room 309, il secret bar all’interno dell’hotel The Pottinger di Hong Kong, il mixologist Antonio Lai rivoluziona le regole della mixology e presenta due drink che omaggiano l’Italia. Cosa chiedere? I cocktail invisibili

Da Hong Kong all’Italia, solo andata

Chi ancora non può viaggiare fisicamente lo fa sognando la prossima meta. Antonio Lai, il bartender che ha portato il suo Quinary di Honk Kong tra i World’s 50 Best Bars, all’interno del Room 309 si ispira all’Italia e la serve in due drink.

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Cos’è il Room 309

Il Room 309, il secret bar segnalato tra i 50 Best Discovery come uno dei migliori sulla scena di Hong Kong, è aperto dalla fine del 2018.

Come una piccola pietra preziosa nascosta all’interno di uno scrigno, si può accedere al Room 309 entrando nell’hotel The Pottinger, cercando una camera (neanche a dirlo, segreta) il cui accesso è dato da chiave magnetica.

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Per entrare è necessario effettuare una sorta di check-in presso il ristorante Envoy al terzo piano dell’hotel. Qui, viene assegnata la chiave. Una volta dentro, un piccolo locale senza finestre (che ospita soltanto 20 persone) accoglie l’ospite trasportandolo lontano.

Il bancone bar, con intarsi ispirati all’art déco troneggia fra antichi pilastri in legno che raffigurano la criniera di un leone. I decori e le incisioni alle pareti, le numerose serrature e chiavi esposte, le opulenti tende verde scuro si miscelano insieme in un cocktail di colori e materiali.

I Cocktail Invisibili

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Deep Sea Martini

La fama di Lai, quale mixologist multisensoriale, lo precede e dal Quinary lo raggiunge al Room 309. Qui, Lai propone una lista di classici eseguiti insieme a un menu di cocktail super creativi che giocano con le percezioni di ogni ospite.

Chiamati “Cocktail invisibili” i suoi drink si liberano dal preconcetto legato al colore. L’idea è innovativa: attraverso tecniche culinarie all’avanguardia, Rotavapor compreso, gli spirits, i liquori e gli altri ingredienti presenti nel drink vengono ridistillati e centrifugati al fine di rimuoverne il colore originale, preservandone però tutti gli aromi.

Il risultato è dato da drink cristallini che consentono soltanto al palato e al naso di sperimentare un nuovo territorio del mondo contemporaneo della mixology. Il mondo di Antonio Lai, che tra tutti i suoi drink “invisibili” ne dedica un paio anche all’Italia.

Due cocktail invisibili che parlano italiano

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Dew You See What I See?

Il primo cocktail è Dew You See What I See?, ovvero un drink a base di rum distillato con tè genmai e di makgeolli centrifugato (bevanda coreana), più del cordiale di melone anche questo centrifugato e poi chiarificato. Unico particolare decorativo, del melone compresso e chips di prosciutto di Parma.

Per gli appassionati di Martini il Deep Sea Martini di Lai èuna bomba di umami a base di whisky scozzese ridistillato e unito al tè Oolong, più una nota italiana di Cinzano Bianco e una tintura di kombu home made. Da sorseggiare sgranocchiando cracker di riso alla salsa di soia giapponese e alghe.

Un’altra scommessa per sensi creata da Antonio Lai.

Immagini courtesy Room 309