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Cosa sono i white spirits?

Tra le macro categorie applicabili ai distillati, una è quella che distingue tra white spirits e brown spirits: gli alcolici bianchi oppure marroni. In prima battuta potremmo dire che dipende tutto dal colore, a prescindere dagli ingredienti di base, dai metodi di produzione e dagli stili. La cosa, però, è più complessa di quanto possa sembrare.

I white spirits

Terminata la fase di distillazione, di qualunque tipo essa sia, si ottiene un prodotto trasparente. Di solito, la suddivisione tra white e brown spirits avviene in base all’eventuale affinamento in botte, procedimento che modifica sapore, profumo, consistenza e, appunto, colore del liquido. Dunque, abbiamo un brown se c’è stato invecchiamento in legno e un white nel caso contrario.

Su Internet la stragrande maggioranza delle fonti adotta questo criterio per definire cosa è bianco e cosa invece marrone. Presto però emergono domande: come la mettiamo con i rum affinati in botte, ma poi trattati per perdere il colore? Sono brown perché conta il contatto con il legno, a prescindere da come lo spirito si presenta alla vista? O sono white perché fa testo la trasparenza?

Inoltre: una grappa è white e brown a seconda che sia invecchiata oppure no? E un tequila? Cioè: siamo di fronte a una distinzione che si applica in maniera univoca a uno spirito, che può essere solo bianco o solo marrone? O la cosa varia a seconda dei casi?

Un tentativo di definizione

In questo dedalo di dubbi una via d’uscita è rappresentata dal parere di Edoardo Nono, bartender e proprietario del Rita&Cocktails e del Rita’s Tiki Room, oltre che voce autorevolissima. Lui non ama la distinzione tra white e brown spirit: la trova poco utile e un po’ fumosa(meglio quella fra liquori e distillati, dice).

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Secondo Nono, la macro categorizzazione acquista maggior interesse se diciamo che i white sono tali per tradizione, perché nella loro storia l’affinamento in botte ha un ruolo nullo o marginale. Vedi il caso del gin e della vodka. Esistono eccezioni alla regola, per esempio i gin che fanno passaggio in legno, ma rappresentano appunto casi fuori dalla norma.

Se adottiamo questa prospettiva, allora, i brown spirits sono quelli che hanno poca ragione di esistere senza il legno: cognac e whisky su tutti. E questo nonostante esistano whiskey bianchi, i cosiddetti moonshine. All’interno di questo quadro interpretativo esistono una quantità di vie di mezzo, persino troppe. Ma se vogliamo ragionare in termini di spiriti bianchi e marroni, dobbiamo tenere presente che le coordinate principali (legno, colore, storia) presentano una certa approssimazione.