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Trader Vic, l’alfiere dei tiki bar

Victor Jules Bergeron Jr., soprannominato Trader Vic, mentiva quando diceva che uno squalo gli aveva mangiato la gamba. E non era completamente nel giusto affermando di avere inventato il Mai Tai.

È però stato un imprenditore di razza, ha cavalcato con successo la Tiki culture e ha reso popolarissimi alcuni cocktail che oggi vanno per la maggiore: il Mai Tai in primis, ma anche il Fog Cutter e lo Scorpion Bowl. È insomma una figura centrale nel panorama dei bar tiki, insieme all’amico/nemico Donn Beach.

Trader Vic: dalla gamba amputata al primo bar

Victor Jules Bergeron Jr. nasce a San Francisco il 10 dicembre 1902. Cresce e studia in città, e all’età di sei anni i medici gli amputano la gamba sinistra. Rischia la tubercolosi al ginocchio e la morte, dunque a mali estremi, estremi rimedi.

Qualche anno più tardi lo troviamo a Oakland, insieme a mamma e papà, che gestiscono un negozio di alimentari. Dall’altra parte della strada c’è un piccolo spazio sfitto e nel 1934 Bergeron lo trasforma nell’Hinky Dink’s. È un bar ristorante che serve birra e hamburger: la gente del posto apprezza e gli affari decollano.

Per arrivare in orbita manca però un tassello: lo trova durante una gita a Hollywood, quando entra nel Don the Beachcomber e capisce all’istante che lo stile finto polinesiano è la chiave del successo. Torna a casa, riorganizza di conseguenza l’Hinky Dink’s e aggiunge l’intuizione vincente, quella che non ha avuto Donn Beach: associarsi alle grandi catene di hotel.

Prima i Western, poi gli Hilton. Gli alberghi contribuiscono alle spese, lui ci mette competenza e marchio, tutti ne traggono vantaggio.

I Trader’s Vic

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Nasce così una catena di locali: si chiamano Trader Vic’s, dal soprannome di Victor Jules Bergeron Jr. – glielo diede la prima moglie Esther, a causa della sua abitudine di pagare pasti e drink con forniture e servizi.

Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, all’apice della Tiki culture, si contano una trentina di locali in tutto il mondo. Il successivo avvento di nuovi trend causa una contrazione degli affari, ma non l’abbandono definitivo del business. Che anzi riprende vigore all’alba del XXI secolo, quando i bar “polinesiani” tornano di moda.

A oggi i Trader Vic’s sono diciannove, sparsi ai quattro angoli del pianeta. Rappresentano l’eredità di Victor Jules Bergeron Jr., che però non ha potuto godersi il ritorno di fiamma: è morto l’11 ottobre 1984, all’età di 81 anni, lasciandoci anche una decina di libri. I più importanti sono Trader Vic’s Bartender Guide (1972) e l’autobiografia Frankly Speaking (1973).

Il Mai Tai

Va da sé che l’eredità di Trader Vic è arricchita dal Mai Tai, che sosteneva di avere inventato nel 1944. È più esatto dire che è il creatore della versione che beviamo oggi, perché undici anni prima Donn Beach aveva messo a punto una ricetta che può legittimamente vantare la primogenitura.

La questione è ancora dibattuta. Alcuni sostengono che il Q.B. Cooler (si chiamava così il drink di Donn Beach) avesse un gusto simile al Mai Tai, altri dicono di no. Secondo lo scultore Mick Brownlee, che lavorò a lungo per Beach, il cocktail di Bergeron è nato dai suoi tentativi di imitare il Q.B. Cooler.

Di certo la ricetta è più semplice. Ed è ormai assodato che il nome Mai Tai si riferisce al drink di Trader Vic: l’ha anche sancito una sentenza, quando i due contendenti si sono rivolti alla legge per stabilire chi detenesse i diritti legali per l’utilizzo e lo sfruttamento del nome. Resta comunque il fatto che l’origine del cocktail è a tutt’oggi controversa.

Non è invece discussa una differenza sostanziale fra Donn Beach e Trader Vic. Il primo era un miscelatore migliore del secondo, ma non un imprenditore altrettanto valido. Infatti molti riconoscono a Trader Vic il merito di essere stato una figura centrale nella diffusione dei rum di qualità a livello globale.