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Robert Vermeire, una star fra i bartender

Belga di nascita e londinese d’adozione, Robert Vermeire (1891-1976) è stato uno dei più importanti bartender del XX secolo. Merito soprattutto del libro Cocktails, How to Mix Them (1922), che rappresenta ancora oggi una fonte inestimabile di informazioni.

La storia di Robert Vermeire, dal Belgio a Londra

Robert Vermeire nasce nella cittadina di Knokke. Siamo in Belgio, nella regione delle Fiandre Occidentali, in una porzione di territorio che si affaccia sul Mare del Nord. Nella seconda metà del XIX Knokke si impone come meta turistica, uno status che ricopre ancora oggi e che alimentò lo sviluppo urbanistico e l’aumento dei residenti.

Per certi versi, dunque, non sorprende che il giovane Vermeire accarezzi l’idea di un futuro nel campo dell’ospitalità. Meno scontato è che svolga gli studi in Germania e che in un secondo momento si trasferisca Londra.

A un certo punto del suo percorso dev’essersi appassionato ai cocktail, dunque l’approdo inglese venne di conseguenza. Ma non è chiaro quando è avvenuta la conversione al mondo dei drink miscelati. Del resto, i dettagli sulla sua biografia sono frammentari e questo non sarà l’unico punto di domanda a rimanere senza risposta.

La stagione londinese e il ritorno in patria

Ciò che conta è che Vermeire arriva a Londra, forse dopo una breve esperienza presso il Savoy Hotel di Il Cairo. Nella capitale inglese lavora in una manciata di locali e alla fine approda all’Embassy Club, in qualità di capo bartender. È il momento di massimo splendore, in termini lavorativi: i colleghi lo stimano, i clienti accorrono numerosi, la fama cresce.

Presto però il richiamo di casa si fa sentire: Robert Vermeire decide di tornare a Knokke e di aprire un locale tutto suo, il Robert’s. Siamo nei primissimi anni ’20 dello scorso secolo e per qualche tempo gli affari vanno bene. Poi però arriva il 29 ottobre 1929, giorno del crollo di Wall Street e inizio di una devastante crisi economica che investe gli Stati Uniti e gran parte del mondo industrializzato. Le scosse telluriche arrivano fino a Knokke e determinano la chiusura del Robert’s.

Quel che segue non è chiaro: Vermeire ha indubbiamente modo di godersi il successo del suo libro, pubblicato in Belgio nel 1922, ma il resto è un mistero. La morte lo coglie nel 1976, quando ormai la sua fama e la sua importanza sono riconosciute ovunque.

Il libro di Robert Vermeire, Cocktails: How to Mix Them

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Molte fonti sostengono che Cocktails: How to Mix Them sia il ricettario di maggior successo fra quelli dell’epoca classica. Si parla di oltre centomila copie vendute. C’è chi sostiene che siano addirittura 160 mila. E non mancarono le traduzioni: per esempio in francese (Art du Cocktail, 1938) e in giapponese (1930).

Le ragioni del successo sono almeno due. Intanto l’ampia selezione di ricette, che affianca quelle classiche made in USA alle europee (ad esempio quella del Sidecar). Ci sono pure chicche provenienti dall’altro capo del globo. Vedi il caso del Diki-Diki, cocktail nato in onore «del monarca dell’isola Ubian, nelle Filippine del Sud, che oggi ha 37 anni, pesa 23 libbre ed è alto 32 pollici».

Ulteriore ragione della fama è che in molti casi le ricette sono precedute da alcune indicazioni sulla nascita e su chi le ha inventate. Dettagli, questi ultimi, spesso tralasciati da analoghi libri e che invece rappresentano un’importante fonte di informazioni per appassionati, studiosi e professionisti.

Immagine di copertina – Illustrazione di Vermeire dal The Bystander, April 19, 1922 – courtesy The Cocktail Kingdom