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Tommy’s Margarita, il twist a tutto agave

Togli l’arancia, aggiungi ancora più agave ed ecco servito il Tommy’s Margarita. Come suggerito dal nome, è un twist del cocktail Margarita ed è nato in un ristorante di San Francisco. A differenza di altre variazioni sul tema, questa ha però avuto fortuna ed è entrata nella lista IBA, all’interno della categoria dedicata ai new era drinks.

La patria del Tommy’s Margarita

La nostra storia inizia alla fine degli anni Ottanta. Siamo a San Francisco, all’interno del Tommy’s Restaurant, specializzato in cucina messicana e in particolare nelle ricette tradizionali dello Yucatan. Il locale esiste sin dal 1965, grazie a Elmy e Tomas Barmejo, moglie e marito (il nome americanizzato di lui è Tommy: da qui quello del ristorante).

Ancora oggi il posto è a conduzione famigliare e proprio il figlio di Elmy e Tomas ha contribuito a farne un polo d’attrazione internazionale. Si chiama Julio Bermejo e ha inventato il Tommy’s Margarita: è successo nel 1989 o nel 1990, non ricorda bene nemmeno lui.

A tutto agave

In quel periodo era diventato più semplice importare tequila di qualità, e il Tommy’s Restaurant si stava imponendo come una mecca per gli amanti di questa bevanda. A San Francisco ci si poteva procurare anche del nettare di agave, ma “era assurdamente costoso“, racconta Julio Bermejo.

Così, in cerca di un twist del Margarita, Julio decise di allungarlo con una mistura a base di zucchero e acqua. L’idea era di fare emergere in maniera evidente il gusto dell’agave, sostituendo il triple sec (liquore all’arancia) con lo sciroppo d’agave. E anche cambiando il tipo di tequila: non più blanco, bensì reposado.

Ancora Julio Bermejo: “È sembrato logico utilizzare il nettare di agave nel Margarita, perché esaltava la tequila“. E il twist del Tommy’s Restaurant è così buono “perché sa dello spirito base che ci metti dentro“. Da qui la convinzione che sia “il migliore Margarita del mondo” (questi virgolettati, come i successivi, arrivano da un’intervista concessa per promuovere tequila Patrón).

L’affermazione internazionale

La ricetta si rivela vincente, ma perché la fama giunga in tutto il mondo occorre l’intervento del presidente del Messico Vicente Fox. Nel 2001 organizza infatti un viaggio in Gran Bretagna e Francia: lo accompagnano distillatori di tequila e anche Julio Bermejo, in qualità di autorevole esperto.

Lo scopo è favorire il riconoscimento della tequila come denominazione di origine controllata. Il compito principale di Julio è “agevolare i collegamenti con i bartender europei“. Ha occasione di incontrarne molti, soprattutto a Londra, e di preparare con loro il Margarita cocktail tradizionale e pure il suo twist.

Ho instaurato legami di sincera amicizia e portato molti di loro negli Stati Uniti e a visitare le distillerie in Messico. Loro hanno apprezzato ciò che avevo fatto con il Tommy’s Margarita e come evidenziava lo spirito base del drink. Nessun altro lo stava facendo e ciò ha favorito la fortuna della mia versione. Devo ringraziare in modo particolare i bartender Henry Besant e Dre Masso, che hanno davvero portato il Tommy’s in tutto il mondo“.

Ciliegina sulla torta, nel 2008 il Tommy’s Margarita diventa un cocktail ufficiale IBA.

La ricetta del Tommy’s Margarita

Vale la pena di ricordare che la legge messicana consente di definire tequila un distillato fatto con almeno il 51% di agave. Le bottiglie meno costose si fermano a questa quantità, aggiungendo poi alcol e zuccheri di origine diversa. Il sapore ne risente. Una tequila di qualità è invece quella fatta con il 100% di agave: un’indicazione che si trova sull’etichetta. È la tipologia espressamente richiesta dalla ricetta IBA.

Ingredienti

  • 60 ml tequila reposado
  • 30 ml succo di lime fresco
  • 30 ml sciroppo di agave

Preparazione

Inserire gli ingredienti in uno shaker, aggiungere ghiaccio e poi scuotere con vigore in modo da amalgamare il tutto. Filtrare in un bicchiere Old fashioned che già contenga cubetti di ghiaccio.

Garnish

Guarnire con una scorza di lime.