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Planter’s Punch, dalla Giamaica con amore

Ideale quando le temperature si impennano, il Planter’s Punch è un cocktail caraibico di razza. La sua ricetta è nota: è certificata dall’IBA. La storia un po’ meno: sappiamo che tira in ballo marinai britannici e che inizia nella prima metà del XVII secolo. Pochi altri drink possono vantare radici così lontane nel tempo.

Le origini del Planter’s Punch

Le scarse notizie a disposizione suggeriscono che un antenato del Planter’s Punch è diffuso nei Caraibi sin dai primi decenni del 1600. In Europa lo si conosce grazie ai marinai spagnoli e britannici, che lo bevono mentre sono dall’altra parte dell’Oceano Atlantico e ne parlano una volta tornati in patria.

A un certo punto gli uomini della corona inglese diventano i protagonisti della nostra storia. In particolare a partire dal 1655, quando la Giamaica viene sottratta alla Spagna ed entra nella zona di influenza di Londra. Gli storici della mixology concordano infatti nel dire che il Planter’s Punch è un cocktail giamaicano, e che i marinai britannici hanno grandemente contribuito alla sua fama in terra europea e nordamericana.

Inoltre, sempre a metà del XVII secolo si sarebbe diffusa la ricetta che poi ha dato origine a quella odierna. L’antenato del Planter’s Punch era a base di succhi di frutta, spezie, curaçao e seltz. L’aggiunta del rum giamaicano ha rappresentato l’atto di nascita del drink. Dettagli più precisi non ce ne sono, tocca accontentarsi.

Ascesa e declino

Secondo gli storici della mixology, la prima ricetta compare su carta stampata nel 1878, sulle pagine del magazine londinese Fun. Versioni leggermente differenti sono pubblicate sul Kansas City Star (nel 1903) e sul New York Times (1908). A dimostrazione che il Planter’s Punch è ormai gustato a grandissima distanza dal luogo d’origine.

Resiste ai rigori del Proibizionismo, anche perché i succhi di frutta e gli sciroppi di zucchero aiutano a mitigare il rum di cattiva qualità che girava in quegli anni. Riacquista dignità quando finalmente il commercio di alcolici torna legale ed è più facile procurarsi distillati di livello.

In tutto questo tempo, infatti, la ricetta è stata declinata in parecchi modi, senza però perdere i connotati del drink giamaicano. Il rum dell’isola era l’ingrediente essenziale e procurarne di buono ha permesso di apprezzarlo al meglio. È il momento storico in cui negli Stati Uniti si affermano i cocktail a base di rum: il Planter’s Punch guida la carica.

Intorno alla seconda guerra mondiale la sua fama si affievolisce: il pubblico inizia a premiare Daiquiri, Mojito e compagnia bella, senza però cancellarlo completamente dalla memoria.

La ricetta del Planter’s Punch

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Nel corso del tempo il Planter’s Punch è stato preparato in molti modi diversi. Rum e succo di frutta sono rimasti una costante, ma tipologia e quantità potevano variare anche di molto. Lo stesso ricettario ufficiale IBA ha ospitato tre diverse versioni. Quella che segue è la più recente. Risale al 2020.

Ingredienti

  • 45 ml rum giamaicano
  • 15 ml succo di lime
  • 30 ml succo di canna da zucchero

Procedimento

Versare gli ingredienti in un tumbler (oppure in un bicchiere di terracotta). La ricetta IBA consente una diluizione in base ai gusti di chi beve: può essere fatta con acqua, ghiaccio o con succhi freschi.

Garnish

Una scorza d’arancia è tutto quello che l’IBA richiede. Chi volesse aggiungere altro si rivolga alla frutta storicamente associata al Planter’s Punch: ananas e pompelmo.