Ada Coleman, la regina della mixology

Ada Coleman regina della mixology Coqtail Milano

Parlare di Ada Coleman significa fare un salto indietro nel tempo di circa 120 anni e puntare lo sguardo sulla città di Londra. Gli storici della mixology insegnano che in quel momento, in città, circa metà delle bartender (o barmaids, come venivano chiamate) erano donna. Pochissime, però, raggiungevano ruoli di rilievo e quelle che emergevano facevano notizia. La più famosa e ammirata era, appunto, Ada Coleman. È stata lei a trasformare l’American Bar dell’Hotel Savoy in un tempio dei drink miscelati, meta irrinunciabile per celebrità e persone comuni. Ha pure inventato un cocktail destinato a durare nel tempo: l’Hanky Panky. La notizia del suo pensionamento comparve sulle pagine di cinque giornali londinesi, con tanto di interviste: solo poche stelle ottengono tanto.

Ada Coleman: dai fiori al bancone

Nessuno conosce il giorno esatto della sua nascita: sappiamo che è avvenuta nel 1875, in Inghilterra, e che il padre lavorava in uno dei golf club di proprietà di Rupert D’Oyly Carte. Dettaglio importante, quest’ultimo, perché alla morte del genitore fu proprio D’Oyly Carte a offrirle un lavoro in uno degli hotel di sua proprietà. Il lussuoso Claridge’s di Londra, frequentato fra gli altri dai membri della famiglia reale inglese.

A 24 anni, dunque, Ada Coleman è impiegata al Claridge’s. Non miscela drink, non ancora: lavora nel negozio di fiori dell’albergo. Però il sommelier del posto la prende in simpatia e le insegna come miscelare i drink e come utilizzare a dovere uno shaker.

Quando le viene proposto di trasferirsi dietro al bancone del bar già sa come muoversi. Non solo: rivela un talento fuori dall’ordinario, dal punto di vista tecnico e creativo. Ha pure una personalità spumeggiante e cordiale, che non guasta mai: i clienti l’adorano.

Il successo spinge il management a trasferirla presso un’altra proprietà di lusso di Rupert D’Oyly Carte. L’American Bar dell’Hotel Saovy, fresco di ristrutturazione.

L’epoca d’oro del Savoy Hotel

Ada Coleman diventa capo bartender nel 1903 e in questo ruolo fa scintille. Secondo lo storico della mixology Ted Haigh, non era solamente “una donna in un mondo di uomini: è stata colei che ha reso famoso l’American Bar”.

In realtà, Coleman non era l’unica donna del gruppo: aveva una collega di nome Ruth Burgess, entrata al Savoy nel 1902. Leggenda vuole che le due abbiano sempre lavorato su turni diversi, senza quasi incontrarsi e senza parlarsi mai. C’è chi sostiene che Burgess le abbia tenuto il muso perché Coleman si era rifiutata di rivelarle le ricette dei suoi cocktail più popolari.

Ruggini e pettegolezzi a parte, è innegabile che Ada Coleman abbia preso sulle spalle l’American Bar e l’abbia trasformato in un’istituzione. Intervistata in occasione del suo ritiro, stimò di avere preparato un milione di cocktail e servito centomila clienti. Fra di essi anche membri della Royal Family e celebrità del calibro di Mark Twain, Marlene Dietrich e Charlie Chaplin.

L’Hanky Panky cocktail di Ada Coleman

Hanky-Panky-cocktail-ricetta-Coqtail-Milano

Uno degli avventori più amati fu l’attore, produttore e regista Charles Hawtrey. Un tipo che, parola di Ada, era il meglio del meglio quando si trattava di esprimere un giudizio su un cocktail. Fu per lui che inventò l’Hanky Panky: cercava qualcosa che potesse soddisfarlo e lo trovò miscelando dry gin, vermouth rosso e un goccio di italianità col fernet.

Il nome nacque subito dopo il primo assaggio, quando Charles Hawtrey esclamò “By Jove! That is the real hanky-panky!“. Oggi il termine hanky-panky ha un significato poco lusinghiero: nel linguaggio colloquiale indica una manovra poco chiara, oppure una tresca amorosa illecita. All’epoca, però, veniva utilizzato come sinonimo di magia o stregoneria. Ed è in questo senso che va intesa l’esclamazione di Hawtrey, così come il battesimo del cocktail.

Il ritiro dalle scene

Dopo anni di trionfi arrivò il momento della ristrutturazione. Negli ultimi mesi del 1925 il Savoy decise di chiudere temporaneamente il bar, ridipingere, apportare cambiamenti e rinnovamenti. Contestualmente annunciò il pensionamento di Ada Coleman (e pure quello della collega Ruth Burgess). Alla riapertura il nuovo capo barman era Harry Craddock, colui che firmerà il The Savoy Cocktail Book.

Sul perché Coleman abbia deciso di ritirarsi sono fioriti un sacco di pettegolezzi, compreso che il management dell’albergo abbia deciso di puntare su un personale maschile, meglio accetto dai clienti statunitensi.

Non è mai stata fatta chiarezza a riguardo, né cosa le sia successo negli anni seguenti: alcuni dicono che tornò a lavorare presso il negozio di fiori dell’hotel, ma resta un’ipotesi non confermata. Di certo, il giorno in cui fu annunciato il suo ritiro ben cinque giornali di Londra ripresero la notizia, a conferma della sua fama.

Morirà nel 1966, alla veneranda età di 91 anni, essendo già diventata una leggenda della mixology.