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Vodka, luoghi e metodi di produzione del distillato limpido

L’immaginario popolare lega la vodka alla Russia, ma non è escluso che sia nata in Polonia. Probabilmente nessuno saprà mai la verità, perché le fonti storiche sono a dir poco lacunose. Di certo si parla di uno dei distillati più famosi al mondo e di un ingrediente utilizzatissimo nella preparazione dei cocktail.

Cos’è la vodka

I primi documenti scritti che parlano di vodka risalgono al XIV secolo e probabilmente fanno riferimento a qualcosa di molto simile a ciò che consumiamo ai giorni nostri. Alcuni storici ritengono però che l’origine sia da spostare indietro nel tempo fino al Medioevo, quando veniva utilizzata come rimedio medico. Aveva una gradazione alcolica minore ed era ricavata dalla distillazione dell’amido di patate.

La lavorazione tradizionale della vodka prevede ancora oggi di partire dalle patate, oppure dai cereali. Versioni più moderne scelgono invece di utilizzare mais, canna da zucchero o anche frutta. In tutti i casi bisogna comunque avviare una fermentazione. Dunque la vodka è il distillato di un fermentato, ed è incolore (non è previsto passaggio in legno).

Esistono due macro categorie: la vodka pura e la vodka aromatizzata. Nel secondo caso vengono aggiunti degli aromi, che possono essere naturali oppure chimici, È ovvio che cercando un prodotto di qualità è necessario rivolgersi a quelli naturali.

Come e dove si produce

Il grosso della produzione di vodka avviene in dodici nazioni: le già citate Russia e Polonia, più Svezia, Norvegia, Islanda, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina e Slovacchia. L’assenza di un disciplinare univoco consente variazioni sul tema, ma l’ABC della lavorazione non cambia.

Il punto di partenza è una mistura fermentata, che viene sottoposta ad almeno tre distillazioni prima di essere imbottigliata. Il più delle volte viene utilizzato un alambicco a colonna, che appunto consente la rettificazione del liquido. Alcuni produttori scelgono però la distillazione discontinua, ripetuta un numero adeguato di volte.

Prima dell’imbottigliamento può avvenire una filtrazione con carbone attivo, che però non è obbligatoria. L’ultimo passaggio è la diluizione con acqua distillata, allo scopo di ridurre la gradazione alcolica. Il più delle volte si ottengono 30-40% abv, ma non mancano versioni che raggiungono valori due volte superiori.

Al di là delle differenze nella lavorazione, la caratteristica principale della vodka è la sua limpidezza. Si spiega in questo modo il nome: deriva dalla parola in lingua slava “voda”, che significa acqua.

Come si degusta la vodka

Tradizione vuole che la vodka sia consumata liscia e sia servita fredda, ma non ghiacciata. È consentita la versione on the rocks, e in entrambi i casi è meglio sorseggiarla. Anche se il bicchiere incoraggia lo shot tutto d’un fiato, coloro che amano la vodka sostengono che si debba concederle il tempo di esprimersi, prima di lasciarle sprigionare nello stomaco tutto il suo vigore.

Il tempo di esprimersi è importante perché la vodka pura ha aromi leggeri, spesso leggerissimi se non addirittura evanescenti. Il suo carattere neutro può complicare la degustazione, insomma, ma nel contempo ne fa un ingrediente poco ingombrante per i cocktail. Da qui la sua fortuna nel mondo delle bevande miscelate. Ecco i 3 cocktail alla vodka più famosi.

White Russian

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Va a braccetto con il Black Russian e non è chiaro quale dei due sia nato prima. Gli ingredienti sono simili, tranne uno: il Black Russian si fa con 50 ml di vodka e 20 ml di liquore al caffè, che devono essere mescolati in un bicchiere old fashioned insieme ad alcuni cubetti di ghiaccio.

Il White Russian è meno virile e più delicato, grazie all’aggiunta di 30 ml di panna fresca. Questa seconda versione è anche la più celebre, in Occidente: merito del film Il grande Lebowski (1998).

Cosmopolitan

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Le origini sono a dir poco fumose, e anche in questo caso la fama contemporanea è stata aiutata da una produzione statunitense: non un film, bensì la serie TV Sex and the City (1998-2004).

La ricetta ufficiale IBA prevede di inserire nello shaker 40 ml di vodka al limone, 15 ml di Cointreau, 15 ml di succo di limone appena spremuto e 30 ml di succo di mirtillo fresco. Agitare a lungo e poi versare in un bicchiere da cocktail precedentemente raffreddato.

Moscow Mule

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Gli storici della mixology dicono che è stato inventato nel corso degli anni Quaranta, a New York City. Alcuni si spingono a ipotizzare che l’anno preciso sia il 1941, ma ancora oggi non è chiaro come sia nato. Una versione di questa storia chiama in causa il bartender Wes Price, che non sapeva come liberarsi delle scorte invendute di vodka e ginger beer e che pose rimedio al problema inventandosi il Moscow Mule.

Bisogna infatti mettere in una tazza di rame alcuni cubetti di ghiaccio, 45 ml di vodka e 120 ml di ginger beer: mescolare, aggiungere 10 ml di succo di lime, mescolare nuovamente (ma con maggiore gentilezza) e guarnire con una fettina di lime.