Trinidad-sour-cocktail-classico-coqtail-milano

Trinidad Sour, un cocktail per pochi

Alcuni cocktail piacciono a una nicchia di persone e indubbiamente il Trinidad Sour marca un solco fra i pochi che apprezzano e i molti che invece no.

Colpa (o merito, dipende dai gusti) dal fatto che l’ingrediente principale è l’angostura, un bitter solitamente presente in misura ridotta. Giusto qualche goccia, al massimo un paio di dash per aggiungere una nota amarognola. Non certo la componente principale di una ricetta.

La storia del Trinidad Sour cocktail

L’idea di puntare sull’angostura è relativamente recente: il Trinidad Sour nasce infatti nel 2009. Il successo ha però propiziato un rapido inserimento nella lista ufficiale dell’IBA, ovviamente sotto la categoria new era drinks.

Spostiamoci dunque all’interno del Clover Club di Brooklyn, a New York City. Il locale prende il nome dall’omonimo gruppo di giornalisti che si ritrovavano una volta al mese presso il Bellevue Hotel di Philadelphia, per una cena di chiacchiere. Lo fecero a partire dal 1882 e per una quarantina abbondante di anni.

Il nuovo Clover Club fa propria la loro filosofia: lasciare fuori dalla porta preoccupazioni, invidie e sofferenze per concedersi una meritata pausa. Il bar newyorkese apre i battenti nel 2008. Nel medesimo anno l’italiano Valentino Bolognese vince l’Angostura European Cocktail Competition grazie alla ricetta del Trinidad Especial. Trascorre qualche mese e il 2008 cede il passo al 2009.

Una sera, dietro il bancone del Clover Club, Giuseppe Gonzalez rimugina sul Trinidad Especial. Decide di tentare un twist sostituendo il pisco con il rye whiskey, aumentando la quantità di angostura e aggiustando le altre dosi in cerca del mix perfetto. Lo trova: è tosto in termini alcolici e gagliardo nel gusto. Non è per tutti, ma piace. Il successo giunge di conseguenza.

La ricetta del Trinidad Sour

A leggere la ricetta, il Trinidad Sour può sembrare davvero estremo: per certi versi lo è, ma vale la pena di dargli una possibilità.

Ingredienti

  • 45 ml angostura bitter
  • 30 ml orzata
  • 22,5 ml succo di limone fresco
  • 15 ml rye whisky

Procedimento e garnish

Mettere tutti gli ingredienti in uno shaker, agitare con forza e poi filtrare in un bicchiere precedentemente raffreddato. Non sono previste guarnizioni, ma se proprio ne vogliamo una possiamo omaggiare il Trinidad Especial: in quel caso era consigliata una scorza di lime, in questo una di limone. La differenza è dovuta al succo utilizzato in ricetta. Valentino Bolognese aveva scelto quello di lime, mentre nel Trinidad Sour c’è, appunto, il limone.