slivovitz-acquavite-balcani-distillato-nazionale-serbia-coqtail-milano

Slivovitz, lo spirito portabandiera dei Balcani

Šljivovica, slivovitz, brandy di prugne: tanti nomi per indicare la medesima cosa, vale a dire la bevanda portabandiera dei Balcani e il distillato nazionale della Serbia. Quest’ultima ha chiesto all’UNESCO di inserire la slivovitz nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità: nel 2002 l’UNESCO ha detto sì.

Slivovitz, che cos’è

La slivovitz è un’acquavite ottenuta dalla fermentazione e successiva distillazione delle prugne. Viene fatta in alcuni paesi dell’Europa orientale e anche in Italia, soprattutto in Friuli, Veneto e a Trieste. Il grosso arriva però dall’area balcanica: è qui che la tradizione pulsa con maggior forza e che la produzione industriale va a braccetto con quella casalinga, diffusissima.

Come si produce

Coloro che se ne intendono sostengono che la migliore slivovitz si ricava da un tipo particolare di prugna, una varietà che prospera nella Serbia centrale e occidentale. Vanno bene anche altre specie, ma, appunto, c’è una ragione se lo stato balcanico la porta sugli scudi.

La frutta deve essere sottoposta a fermentazione: per accelerare il processo è consentito pressarla delicatamente o spezzettarla, oppure aggiungere zucchero, lievito o amido. È necessaria almeno una distillazione, e nulla vieta di ripeterla.

L’invecchiamento in botte è a discrezione, ma il grosso della slivovitz non fa legno e ha un colore chiaro. Insomma, le regole della produzione hanno maglie piuttosto larghe e questo porta a una certa varietà. Riguarda anche la gradazione alcolica: si va dal 40% al 70%, a seconda dei casi.

Come si degusta la slivovitz

Paese che vai, usanza che trovi. In Slovenia c’è chi affianca la slivovitz al caffè del mattino. In Serbia va forte come aperitivo o alla fine della cena. In un caso come nell’altro si beve liscia, rigorosamente senza ghiaccio e a temperatura ambiente. Sono concesse eccezioni quando la temperatura atmosferica è torrida, ma in questi casi tradizione vuole che sia fresca, non ghiacciata. Per il resto attenzione alla botta alcolica, da non sottovalutare.

Coloro che amano sperimentare con i cocktail, provino a utilizzare la slivovitz per un twist del Sidecar (al posto del brandy) o per un Sour dall’anima balcanica.