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Pirlo cocktail, la storia e la ricetta

Da Brescia sbarca a New York per essere eletto nel 2017 Drink dell’Anno. Tornato in Italia disseta e fa “concorrenza” al cugino ben più noto, lo Spritz. Cos’è? Il Pirlo cocktail

Pirlo cocktail, un drink bresciano DOC

Chi ha poco senso dell’orientamento, ma è dotato di un forte sense of humor, quando si ritroverà a ordinare un Pirlo cocktail capirà immediatamente di essere in un locale di Brescia. E soltanto lì.

A Brescia l’aperitivo è anche il Pirlo, drink simbolo della città della Leonessa, che sembra un must di serate passate a bere con gli amici, momenti che appaiono lontani ma che tutti (bresciani e non) speriamo di poterne godere di nuovo molto presto.

L’etimologia del Pirlo cocktail

Per comprendere un cocktail bisogna capirne il nome. La parola Pirlo deriva dal verbo pirlare, che a differenza di altri dialetti lombardi in bresciano significa cadere, ruzzolare.

L’aver dato questo nome al cocktail descrive perfettamente la caduta, e la conseguente risalita, del vino bianco sulla base più densa del bitter che attende insieme al ghiaccio sul fondo del bicchiere.

Una spruzzata di seltz, più una scorzetta di limone o d’arancia animano e profumano il drink.

Pirlo o Spritz?

Ora confessate: tutto questo non vi ricorda un altro cocktail? Che sia nato prima lo Spritz (dal 2011 detto dall’IBA, Venetian Spritz) oppure il Pirlo, la storia non ne decide chiaramente la paternità, anche se stabilisce che tra i due ci sia una certa familiarità.

Quello che si sa sul Pirlo cocktail è che, rispetto al suo cugino veneziano famoso in tutto il mondo, il primo affonda le proprie radici alcoliche nella tradizione bresciana, ben prima della comparsa del liquore alcolico, ingrediente base insieme al vino, che gli dona quella fantastica colorazione rosso-arancio.

Se vi piace lo Spritz amerete anche il Pirlo

Nel 2017 la svolta, seppur breve. Il gusto estremamente beverino e il nome che fa sorridere devono aver colpito la giornalista americana Rosie Schaap che in visita in Italia era stata introdotta alla storica miscelazione nostrana.

In quel periodo il Pirlo esce così sul New York Times e viene dichiarato Drink dell’Anno con una variazione: il vino bianco deve essere mosso, ma non Prosecco. Poi la notorietà del cocktail si riconfina a Brescia, con la sua ricetta originale.

Chi non ci crede metta in nota una visita alla città per provarlo di persona.

La memoria storica del Pirlo cocktail

E non importa cercarne le tracce dietro ai banconi dei locali. I “veci” bresciani (ovvero gli indigeni del posto di una certa età) ricordano quando, nelle trattorie di una volta, si ordinava il cosiddetto bianco sporco, riconducibile al Pirlo.

Un bicchiere di vino a cui si univa un amaro locale simile al Vermouth. Le dosi ovviamente erano determinate a spanne, a gusto, a sensazione del cliente. Il ghiaccio era bandito, la scorzetta invece c’era e, tagliata alla buona, galleggiava regalando alla miscela un profumo intenso di limone.

Dove bere il Pirlo

Chi oggi lo cerca a Brescia nella sua ricetta contemporanea non fa fatica a trovarlo. Ogni bar propone la sua versione, in carta o semplicemente su richiesta perché tutti lo sanno fare.

Anche se siamo sicuri che verrete eletti pro del Pirlo dopo aver letto la ricetta che vi proponiamo qui sotto. E chi non la prova… un po’ Pirlo è!

Ricetta del Pirlo

Ingredienti

  • 2 o 3 parti di vino bianco fermo
  • 1 parte di Campari
  • Acqua minerale gassata/seltz
  • 1 scorza di arancia (o limone)

Preparazione

In un baloon bello capiente mettere del ghiaccio e versare il bitter, poi il vino bianco fermo. Aggiungere una spruzzata di acqua gassata o seltz.

Garnish

Basta una scorzetta di arancia o limone a piacere. Ecco fatto il Pirlo.