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Jack Rose cocktail, storia e ricetta di un classico della mixology

Il nome Jack Rose potrebbe evocare i due protagonisti di Titanic, interpretati rispettivamente da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet. In realtà questo cocktail c’entra nulla con il film del 1997, anche se la data di nascita del drink non cade troppo lontano dal naufragio che ispirò il cineasta James Cameron.

Sono comunque due i nomi altisonanti che ruotano attorno al Jack Rose. Appartengono a un altro campo delle arti, quello relativo alla scrittura: si tratta dei romanzieri Ernest Hemingway e John Steinbeck. Il primo l’ha citato nelle pagine del romanzo Fiesta (1926); il secondo pare ne fosse golosissimo.

La storia del Jack Rose

Le origini del Jack Rose sono a dir poco fumose. Del resto, parliamo di un classico della mixology. Significa navigare negli anni a cavallo tra XIX e XX secolo: periodo in cui quasi nessuno si preoccupava di identificare con certezza in quale momento e luogo un drink veniva inventato. Tanto meno chi l’aveva fatto.

Per quanto riguarda il tempo, gli storici ipotizzano i primissimi anni del XX secolo. Sicuramente prima del 1905, quando il Jack Rose fa capolino in un articolo del National Police Gazette. Il magazine era statunitense e questo ci conduce a un primo, genericissimo indizio intorno al luogo di nascita.

Entrando nello specifico le cose si complicano ed emergono tre candidati: un ristorante di Washington D.C. appartenuto a Fred Harvey, un bar-ristorante di Newark appartenuto a Joseph P. Rose, infine un bar di Jersey City gestito da Frank J. May, soprannominato Jack Rose. Quest’ultima ipotesi è la più accreditata, non foss’altro perché compare nel summenzionato articolo del National Police Gazette.

Il nome Jack Rose

Analoga indeterminatezza caratterizza la discussione sul perché il Jack Rose si chiama proprio così. Ad oggi resistono quattro suggestioni. Intanto, viene facile pensare al soprannome di Frank J. May, che potrebbe avere battezzato il proprio drink con un pizzico di egocentrismo.

Alcuni sostengono che il nome derivi dalla rosa Jacqueminot, dedicata a Jean-François Jacqueminot (1787-1865), generale francese durante le guerre napoleoniche. In The Old Waldorf-Astoria Bar Book (1935) si legge che le giuste proporzioni fra gli ingredienti del cocktail producono l’esatto colore della rosa Jacqueminot.

La terza ipotesi è più diretta: preparare un Jack Rose significa miscelare il distillato di mele Applejack (o Apple jack) insieme alla granatina (colore rosa). Da qui il nome. Infine, c’è chi tira in ballo Frank Haas, che dichiarò a un reporter di avere inventato il Jack Rose: affermazione ancora oggi considerata plausibile.

Ultima storia. A un certo punto i riflettori sono stati puntati sul giocatore d’azzardo e gangster Jacob Rosenzweig, detto Bald Jack Rose, che si dice andasse pazzo del nostro drink e che contribuì a battezzarlo. Però la carriera criminale di Bald Jack prese quota quando il cocktail era già molto noto, dunque gli esperti tendono a scartare questa ipotesi.

Ascesa e declino

Il Jack Rose conosce una certa fortuna all’inizio del XX secolo. Nel 1908 compare per la prima volta all’interno di un ricettario, il Jack’s Manual di Abraham Grohusko: è una versione molto diversa da quella che si afferma in seguito, con tre diversi succhi, sciroppo di lampone, zucchero e acquavite di sidro.

Nel 1914 nuovo libro, nuovo autore e nuova ricetta: in Drinks, a firma di Jacques Straub, compaiono gli ingredienti odierni: Applejack, lime e granatina. Il testo di riferimentogiunge 34 anni più tardi, nel 1948: si intitola The Fine Art of Mixing Drinks e lo scrive David Embury. Secondo lui il Jack Rose è uno dei sei drink fondamentali che ogni bartender deve conoscere.

Ciononostante la fama inizia a declinare, anche perché prendono sempre più piede altri distillati: vodka, whiskey e gin in particolare. Decenni più tardi l’affermazione dei craft cocktail lo sottrae all’oblio, complice il fatto che alcune piccole distillerie si premurano di produrlo. Oggi non è esattamente un prezzemolino, nei menù dei cocktail bar, ma di certo non è più un oggetto misteriosissimo.

La ricetta dal Jack Rose

Due premesse importanti. Gli esperti affermano che una buona granatina è essenziale, per la riuscita del Jack Rose. Meglio dunque accertarsi che sia di livello. Inoltre, in mancanza dell’Applejack si può ripiegare sul Calvados.

Ciò detto, una ricetta ufficiale IBA non esiste. Il consenso tende a raccogliersi intorno a quella che indichiamo di seguito.

Ingredienti

  • 45 ml Applejack
  • 22,5 ml succo di lime oppure di limone
  • 15 ml granatina

Procedimento

Inserire tutti gli ingredienti nello shaker, insieme al ghiaccio a cubetti. Agitare per bene e poi filtrare in una coppetta precedentemente raffreddata.

Garnish

Una scorza di limone.