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Gli interni del Montana

7 indirizzi irrinunciabili per gustare Hong Kong

Hong Kong si può osservare da due punti di vista opposti: dal piano strada rivela strette viuzze che salgono e scendono per seguire i dislivelli della città, costellate di sale da tè storiche e dim sum bar. Dall’alto, mostra invece la sua dimensione verticale, tra i riflessi dei grattacieli e i cocktail bar patinati, dove bere un Martini con lo sguardo che si perde sullo scintillio di Victoria Harbour. L’intreccio di rituali quotidiani e visioni globali, rende la città affascinante e attira nuove generazioni di ospiti incuriositi dal suo tessuto urbano in continuo movimento.

La metropoli rimane un punto di riferimento per l’arte: dal M+ alle gallerie indipendenti di Wong Chuk Hang, il calendario culturale è fitto, mentre gli spazi pubblici curati e le terrazze verdi sui tetti invitano i cittadini a godersi ogni angolo di Hong Kong. Al mattino le passeggiate sul lungomare di Wan Chai si alternano al jogging verso Kennedy Town, mentre i caffè di Sheung Wan riempiono le tazze con arabiche tostate localmente.

Dai mercati ai cocktail bar di Hong Kong

A Tsim Sha Tsui gli hotel continuano a guardare al pubblico internazionale con proposte raffinate, ma la vera vitalità si respira nei mercati di Kowloon, dove frutta tropicale, spezie e street food vengono reinterpretati da giovani chef che riportano autenticità nelle cucine più ambiziose. Il ritorno dei listening bar, dei ristoranti che uniscono cucina cantonese e influenze giapponesi, e i rooftop più all’avanguardia raccontano le mille sfaccettature dell’ospitalità di Hong Kong. Central resta il quartiere pulsante della scena, con locali che si muovono tra grattacieli e strade secondarie e una sorprendente concentrazione di cocktail bar pluripremiati in Hollywood Road, con interessanti novità come Montana.

Montana

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Hotel Nacional

L’insegna firmata da Lorenzo Antinori, Simone Caporale e Justin Shun Wah intreccia l’età d’oro dei cocktail cubani con la vitalità solare della Miami anni Settanta e prende il nome da un classico dimenticato presente nel manuale del Club de Cantineros. In questo luogo pensato per vibrare con la musica, tra le voci di Celia Cruz e Gloria Estefan, ogni ospite viene accolto al grido di “Ritmo!”, per riportare al centro il piacere dell’ospitalità.

Al piano terra l’area più conviviale (dove si beve anche in piedi), ospita il bancone in formica rosa, la bottigliera con bicchieri dall’aspetto vintage e il forno dove ananas e polli arrostiscono lentamente. Salendo le scale si trova invece una sala più raccolta, con divani, poltroncine in pelle e una postazione con pianoforte per le sessioni di musica dal vivo.

Il menu celebra i grandi classici cubani con il Montana Daiquiri e la Piña Colada con un kick di guava. La cucina si ispira a L’Avana e propone piatti dal carattere diretto, come il BBQ pineapple & coconut ice cream, un ananas marinato al rum e arrostito, servito con gelato alla vaniglia e un tocco di sale marino caraibico.

Cocktail bar a Hong Kong: Quinary

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Quinary

Restando su Hollywood Road si incontra poi Quinary, cocktail bar di Antonio Lai gestito dal bar manager Kai Ng, che negli ultimi 13 anni ha ridefinito la mixology di Hong Kong e continua a collezionare riconoscimenti nelle classifiche internazionali. L’ambiente industriale, dominato da un bancone luminoso, dà vita a cocktail costruiti con l’approccio della multisensory mixology, tra centrifughe e strumenti di laboratorio all’avanguardia. Da provare il celebre Earl Grey Caviar Martini, signature cocktail simbolo della creatività del locale e del suo founder.

Penicillin

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Penicillin

Altro indirizzo da visitare a pochi passi è Penicillin, laboratorio sostenibile ideato da Agung e Laura Prabowo, campioni di ospitalità. Qui fermentazioni, distillazioni e ingredienti a filiera corta definiscono un approccio circolare che ha a cuore il benessere del pianeta.

Dove bere a Hong Kong: Bar Leone

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Bar Leone

Non distante, Bar Leone è diventato uno dei locali più celebri di tutta l’Asia, grazie ai suoi cocktail popolari e l’arredo che ricorda i classici bar di Trastevere, con immagini vintage di presentatori e calciatori. Il bartender e imprenditore Lorenzo Antinori lo ha creato per evocare quella sana nostalgia dei ritrovi di quartiere, luoghi senza pretese dove bere drink semplici, ma dal gusto diretto. In più la cucina propone ricette irresistibili come la pizza e mortazza che ha conquistato i palati di Hong Kong.

Argo al Four Seasons Hotel Hong Kong

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Argo

La scena dei bar d’hotel è altrettanto florida e si rivela nel successo di Argo, all’interno del Four Seasons Hotel. Con la sua imponente bottigliera che conserva una notevole collezione di gin, lascia spazio all’estro del bar team, che gioca con ingredienti come l’ananas, proponendo un highball a base rum con il suo miele fermentato e note di gelsomino. Tra i bar bites, oltre al taco all’anatra e al burger di Wagyu, sono imperdibili gli Hong Kong egg waffle, serviti con chutney di ananas e caramello.

The Aubrey al Mandarin Oriental Hong Kong

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The Aubrey

Spostandosi ai piani più alti del Mandarin Oriental Hong Kong, The Aubrey interpreta l’idea di Izakaya in un salotto eclettico e raffinato, tra velluti e sorsi di sake. A guidare il bar c’è l’italiano Stefano Bussi che propone twist on classic come lo Yuzu Highball fresco e dal sorso agrumato e il Manhattan Yugen, a base di shochu di patate dolci. Il menu propone katsu sando al Wagyu, black cod al miso e fried rice all’aragosta e ricci di Hokkaido.

Salisterra, The Upper House

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Salisterra

Infine, l’hotel di lusso The Upper House accoglie Salisterra, che sospende sopra l’orizzonte i sentori mediterranei. L’interior design di André Fu e la cucina con da prodotti freschi e stagionali dialogano con cocktail che evocano viaggi tra Barcellona e Atene. Le grandi vetrate incorniciano Hong Kong dall’alto, offrendo un rifugio elegante e vitale, capace di alternare il ritmo lento di una cena al dinamismo di un aperitivo.

Una Hong Kong irrinunciabile

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Manhattan Yugen, The Aubrey

Così, questa metropoli che rappresenta un nodo irrinunciabile per chi fa affari in Asia, si afferma come una destinazione che continua a sorprendere per la sua capacità di mescolare Oriente e Occidente con naturalezza. Bere a Hong Kong oggi significa partecipare a un movimento che non smette di rinnovarsi: ogni bancone è una tappa di un percorso più ampio, che unisce storie personali, influenze globali e identità locale.

Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui