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Milano da bere, il The Doping omaggia i quartieri meneghini con la sua ultima drink list

The Doping, il cocktail bar dell’Hotel Aethos Milan, ha inaugurato una nuova drink list che celebra alcuni dei luoghi più rappresentativi del capoluogo meneghino. L’espressione “Milano da bere”, nata a metà degli anni Ottanta grazie alla pubblicità televisiva di un amaro, assume ora una valenza tutta nuova e molto concreta.

The Doping, la nuova drink list omaggia Milano

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Si può letteralmente sorseggiare Parco Sempione, trovando nel bicchiere gin, liquore, citronella, shiso verde, pompelmo e lime. Oppure il Duomo: gin, bitter, vermouth, burro, zafferano, oro. O magari si può assaggiare Chinatown (rum, amaro, fragole, tè, soia, aceto di riso), bere Porta Venezia (vodka, pomodoro verde, basilico, spezie, salsa barbecue) e dissetarsi con un bel Corso Como (tequila, pera, zenzero, pompelmo).

E via così per un totale di 14 cocktail. Oltre a quelli già citati ci sono San Siro (a base di gin, champagne e lime), Zona Farini (mezcal e sciroppo di sherry), Aethos Navigli (tequila e crema di cocco), Bosco Verticale (gin e matcha). Poi Lambrate (amaro e birra giapponese), Bicocca (rum e caffè) e Brera (whisky e bourbon). Ci sono infine Centrale (cordiale agli agrumi) e Fondazione Prada, preparato miscelando le versioni dealcolate di un amaro e di un gin, e aggiungendo salvia.

Alcolico, analcolico e low alcol

Nicola Romiti, che del The Doping è il bar manager, racconta che il menu viene incontro alle esigenze più diverse, in fatto di gradazione alcolica. «Chi volesse bere un cocktail analcolico può scegliere il Fondazione Prada o il Centrale, mentre altri drink hanno una bassa gradazione, come ad esempio Parco Sempione e Corso Como».

L’ispirazione dietro alla drink list del The Doping

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La nuova selezione di The Doping «celebra i contrasti e la personalità multiforme della città. Proprio come Milano, ogni drink è unico: un mix di tradizione e carattere inconfondibile», come si legge nella copertina del menu.

Nicola Romiti chiarisce meglio il percorso che ha portato a scegliere proprio quei quattordici luoghi: «Li abbiamo selezionati in base alla notorietà di cui godono, anche presso i turisti. Siccome la drink list si presenta come una mappa della città, abbiamo cercato ciò che poteva attirare maggiormente l’interesse delle persone».

Dalla città al bicchiere

Dopo avere identificato i luoghi, la sfida non è terminata. Si è infatti trattato di fare «uno studio dei sapori e degli accostamenti che volevamo associare alle zone, e di farlo in modo che il mix fosse vincente». In alcuni casi il risultato ha una sua immediatezza: il Chinatown, per esempio, utilizza ingredienti orientali come soia e aceto di riso. E il Bosco Verticale punta sul colore verde del tè matcha e della hierba luisa (conosciuta anche come erba cedrina o verbena odorosa).

Altri abbinamenti sono più astratti: il cocktail Brera mette al centro l’eleganza, il Porta Venezia l’energia vibrante. E qui, per apprezzare gli accoppiamenti pensati da Nicola Romiti, l’assaggio dei drink è fondamentale. Dunque buona bevuta e buona passeggiata liquida fra le vie di Milano.

Una cocktail list diversa dal solito

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Vale la pena di chiudere con le parole di Romiti. «La nostra vuole essere una cocktail list diversa dal solito. Ogni menu viene regalato agli ospiti prima di andarsene, proprio come fosse una mappa della città da portare con sé e consultare quando se ne ha bisogno. Vuole essere un bel ricordo di una serata passata al The Doping».

Immagini courtesy The Doping