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Cucunci e mixology, garnish o ingredienti?

I cucunci sono perfetti per rivisitare un grande drink come il Martini. Ecco cosa sono questi frutti crunchy e così salini

Conoscete i cucunci? Sono i frutti dei capperi. Sono grossi, verdi e con un piccolo stelo che vi permette di afferrarli con le dita e di apprezzarne il sapore salato e molto simile a quello di un’oliva. Tant’è che l’oliva stessa del Martini ogni tanto può concedersi persino un giorno di riposo.

Non è difficile chiedere un drink che sfrutti come garnish proprio i cucunci. L’elegante secchezza del Martini, così simile a un graffio sulla seta, va bene a bilanciarsi con la nota così –concedetecelo- frizzante del frutto che non deve appunto essere scambiato per un grande cappero.

Vi sveliamo la differenza tra capperi e cucunci

Così da essere molto più chiari: i cucunci sono i frutti della pianta del cappero, mentre il cappero che più generalmente siamo abituati a mangiare è il bocciolo.

È chiaro che tale differenza si ripercuota sul sapore, sulla consistenza e sulla forma stessa di entrambi. Una notevole presenza dei cucunci si riscontra sulle Isole Eolie: il periodo di raccolta del frutto è generalmente agosto.

Forse non tutti sanno che la pianta del cappero in realtà sia originaria dell’Asia Minore. Nel nostro Paese è ben radicata nella zona del Mediterraneo, soprattutto in Sicilia: è una pianta piuttosto audace perché sfida ogni caldo e ogni secchezza: sarà forse per questo che i cucunci siano eccellenti nella preparazione di un buon Martini?

Cucunci e mixology, qual è l’abbinamento perfetto?

Comunque, per voi state pensando alla proposta dell’aperitivo abbiamo un consiglio: rimpiazzate la ciotolina di olive con una più intrigante di cucunci e vedrete quanto la gente sarà curiosa. Oltre alla loro salinità piuttosto nota, i frutti del cappero sono anche apprezzati per il loro effetto crunchy: infatti, all’interno hanno dei semini croccanti che si masticano che è un piacere.

E per voi bartender che invece state pensando a una svolta nella drink list, consigliamo certamente di inserire un twist sul Dirty Martini che, al posto della salamoia di olive, sfrutta ed esalta al meglio il sapore dei cucunci, impiegandoli persino come garnish, con lo stelo che galleggia all’interno della coppetta nella quale è servita la miscela cristallina.

Un drink che, in assenza di oliva, si risparmierà per certo lo stecchino.

Cucunci e mixology: un consiglio per voi

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Se sceglierete di provare i cucunci, sapete già come conservarli? Munitevi di sale grosso, perché ve ne servirà parecchio. Infatti, il processo di conservazione del frutto del cappero avviene tramite osmosi: il sale attira l’umidità favorendo la disidratazione.

Giunti a questo punto, potrete conservare i vostri cucunci in una soluzione di acqua e aceto e consumarli nell’arco di tempo di 18 mesi.

Fateci sapere se i vostri clienti apprezzeranno.