C’è un distillato che ha segnato intere generazioni di bartending e che oggi ritrova la sua voce in uno dei cocktail più longevi della storia: il Brandy Crusta. Il 17 novembre, Be My Crusta – Bring the Brandy Crusta Back Again porta da Sali a Milano questo grande protagonista del bancone. L’evento, firmato Vecchia Romagna e Coqtail riunisce nel cocktail bar del Radisson Collection Hotel Santa Sofia tre esperti di brandy: Antonio Zattoni, master blender di Vecchia Romagna, insieme a Dario Baturi e Alessia Bellafante, rispettivamente bar manager e floor manager di Sali. La serata è dedicata all’etichetta di punta del brand di Zola Predosa, la Riserva Tre Botti, proposta sia in degustazione liscia sia miscelata nel Brandy Crusta, tra versione classica e interpretazioni contemporanee.
Sali ospita l’evento Be My Crusta a Milano

Dopo la tappa romana a La Ménagère, Be My Crusta – Bring the Brandy Crusta Back Again approda a Milano da Sali, cocktail bar e ristorante frutto dell’intuizione di Alessandro Mario Cesario e Christian Brigliadoro. Sali, è un progetto giovane ma già definito, capace di esprimere la sua visione internazionale dal bar alla cucina. Dal settimo piano del Radisson Collection Hotel Santa Sofia, infatti, guarda la città dall’alto e la trasforma in uno scenario rilassato e piacevolmente sospeso. Un po’ come un rifugio discreto per vivere Milano da un’altra prospettiva, quella meno frenetica. È in questo contesto che Vecchia Romagna riporta al centro della scena milanese il brandy e il suo cocktail più emblematico, legando ospitalità contemporanea e rispetto per le origini del bere di qualità.
Vecchia Romagna, identità e metodo
Per comprendere ciò che si assaporerà il 17 novembre occorre ricordare brevemente la storia. Quella di Vecchia Romagna parte da lontano, dalla Francia della famiglia Bouton che distillava per la corte di Napoleone. Dopo il trasferimento dei Bouton in Emilia, a causa della caduta dell’impero, e la loro scoperta di terreni fertili in Romagna per la produzione di Trebbiano, nel 1820 fondano la prima distilleria a vapore d’Italia. Dal 1939, con il passaggio da Cognac Buton a Vecchia Romagna Buton Brandy, il marchio assume un’identità pienamente italiana. La chiave del successo di questo brandy, dunque? Il vino, una distillazione a colonna, che ne garantisce la freschezza, e una ad alambicco discontinuo che gli regala la rotondità. Inoltre, un passaggio di maturazione triplice in legni diversi (da qui Tre Botti) dona al liquido struttura e complessità.
Il Brandy Crusta e la sua origine
Ogni grande cocktail nasce da un distillato all’altezza. E così è stato anche per il Brandy Crusta, la cui combinazione iniziale di brandy, curaçao e succo di limone ha definito il suo gusto fresco, bilanciato e sorprendentemente moderno. La sua storia, si dice, risale alla New Orleans di metà ‘800 e porta la firma di Joseph Santini, bartender triestino emigrato in Louisiana. Mentre la ricetta crea un legame sottile tra l’Italia e gli Stati Uniti, collegando l’epoca del punch a quella della miscelazione moderna di un drink servito in coppa con la spirale di limone e un rimmel di zucchero. Una costruzione semplice solo in apparenza, capace di attraversare il tempo restando sempre riconoscibile.
La degustazione di Vecchia Romagna e i twist sul Brandy Crusta

Ora per assaporare questo drink non resta che partecipare alla serata del 17 novembre Be My Crusta – Bring the Brandy Crusta Back Again. Due i momenti salienti: dalle 16:30 alle 18:00, un tasting privato delle riserve Vecchia Romagna guidato da Antonio Zattoni e Dario Baturi è l’occasione per i professionisti di approfondire storia e potenziale del brandy nella miscelazione contemporanea.
I cocktail con Vecchia Romagna Riserva Tre Botti

Dalle 18:30 alle 20:30, invece, Dario Baturi e Alessia Bellafante si dedicano al pubblico intervenuto per la serata, trasformando la teoria in raffinati cocktail, accompagnati dal live dj set di ꓤoɔɔo. Il primo in degustazione è un classico Brandy Crusta nella versione reinterpretata da Chris Hannah del Jewel of the South di New Orleans. Il cocktail prevede Vecchia Romagna Riserva Tre Botti, limone, Cointreau, maraschino Buton e due dash di Angostura bitter: un profilo diretto che bilancia struttura, acidità e aromi, amplificati dalla spirale di limone e dalla crusta di zucchero.
A seguire, Jukyo Highball, un drink che combina Vecchia Romagna Riserva Tre Botti, umeshu, togarashi e soda in un sorso agrumato, leggermente speziato e molto verticale. Chiude il percorso il Moonlight Geisha, costruito su Vecchia Romagna Riserva Tre Botti con acqua di cocco, fiori di sambuco e lemongrass, una miscela morbida e floreale con un accento erbaceo che definisce il finale.
Due twist d’autore, che insieme al grande classico, giocano sulla rotondità e la versatilità del brandy Vecchia Romagna per divertire il palato di tutti.
Foto credits Coqtail, riproduzione vietata
Articolo realizzato in collaborazione con Vecchia Romagna






