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Akpeteshie, lo storico distillato del Ghana

Anche l’Africa ha i suoi distillati, e l’akpeteshie è quello tradizionale del Ghana. Tanto tempo fa la produzione era casalinga, poi fu vietata e continuò a esistere in forma clandestina. La decolonizzazione portò a un ritorno sotto il sole e, in tempi recenti, a promettenti iniziative di diffusione in tutto il mondo.

Che cos’è l’akpeteshie

L’akpeteshie si pronuncia quasi come si legge: akpetesci. È un distillato prodotto a partire dalla canna da zucchero oppure dal vino di palma (a sua volta ottenuto dalla linfa di queste piante). Simili alcolici sono realizzati un po’ in tutta l’Africa Occidentale, e in Nigeria ce n’è uno praticamente identico chiamato ògógóró. Ma l’akpeteshie di cui parliamo oggi è esclusivamente quello ghanese.

Un distillato tradizionale

Due parole veloci sulla sua storia, che risale indietro nel tempo fino a prima della colonizzazione britannica. Un periodo nel quale alcune popolazioni svilupparono tecniche di distillazione che applicarono soprattutto al vino di palma.

Quando i britannici decisero di vietare la produzione e la vendita dell’akpeteshie, i ghanesi continuarono comunque a distillarlo di nascosto. Da qui il cambiamento del nome, che da kpótomenui divenne appunto akpeteshie. Cioè: da «qualcosa di celato in una stuoia di cocco» a «nascostamente».

La produzione tornò legale nel 1962, cinque anni dopo l’indipendenza del Ghana dall’Impero britannico. Seguirono disciplinari per garantire la qualità del prodotto e poi la nascita delle prime distillerie pensate per il mercato interno e globale. Oggi l’ambizione è di erodere il predomino degli alcolici stranieri, trasformando l’akpeteshie in ciò che la cachaça è per il Brasile, o il mezcal per il Messico.

Come si produce l’Akpeteshie

Oggi molto akpeteshie si ricava dalla linfa delle palme, che viene raccolta in grandi contenitori e lasciata fermentare per alcuni giorni, in modo da diventare vino di palma. In questa fase è consentita l’aggiunta di lieviti, per agevolare il processo. Seguono una o più distillazioni discontinue. Dopo adeguata diluizione otteniamo un liquido con gradazione alcolica compresa fra 40% e 60%, che viene imbottigliato immediatamente.

Se l’ingrediente di base è la canna da zucchero, allora la preparazione non è troppo diversa da quella del rum e l’imbottigliamento può avvenire anche dopo un passaggio in legno.

Come si degusta

Prima e durante la colonizzazione l’akpeteshie era consumato soprattutto in occasioni speciali. Ora è invece una bevuta quotidiana, facilmente ordinabile nei bar e nei ristoranti del Ghana. Capita anche di trovarlo con frutti tropicali, erbe o spezie in infusione: per venire incontro alla curiosità e ai gusti di una clientela molto diversificata.

Ad Accra, la capitale del Ghana, non è difficile incappare in bar che lo servono come ingrediente di cocktail. Una valida porta d’ingresso a un mondo tutto da scoprire, puntando ovviamente alla degustazione dell’akpeteshie liscio, senza aggiunta alcuna, come lo sorseggiano i distillatori.