La nuova drink list del Rita Cocktails di Milano celebra il design italiano della seconda metà del Novecento. Si chiama Rita Design Collection e vanta 19 ricette ispirate al lavoro di Bruno Munari, Ettore Sottsass, Achille Castiglioni, Gaetano Pesce, Franco Moschino, Vico Magistretti e così via.
Rita Design Collection, la nuova drink list del Rita Cocktails

Nato il 12 dicembre 2002, Rita Cocktails è da anni una delle colonne del bere meneghino di qualità. E quando sei una colonna non puoi limitarti a rinnovare il menu un tanto al chilo. Occorre fare le cose con ambizione, concretezza e creatività. Rita Design Collection nasce da qui. La fonte d’ispirazione appartiene a un ambito completamente diverso (il design) ma è accomunata dai medesimi fari guida: quelli appunto dell’ambizione, della concretezza e della creatività.
La nuova drink list dedica anche spazio a un tema oggi molto caldo, relativo alle proposte analcoliche. Si chiamano come i mezzi di trasporto: perché non bisogna guidare dopo aver bevuto. C’è per esempio Graziella, come la bicicletta progettata da Rinaldo Donzelli, e c’è 250GTO, come la Ferrari di Enzo Ferrari.
Cosa di beve grazie alla Rita Design Collection?

Ecco qualche esempio. Il cocktail Arco porta il nome della lampada progettata dai designer Pier Giacomo Castiglioni e Achille Castiglioni, presentata nel 1962. È preparato con whisky, tequila, sciroppo di gelsomino, liquore di sambuco e pera. La garnish è una caramella a forma di arco.
Ultrafragola è lo specchio creato da Ettore Sottsass in occasione della terza edizione di Eurodomus (1970). Il drink omonimo sfrutta due diverse consistenze della fragola e le miscela con vodka e panna. Si presenta con più sfumature di colore, come lo specchio di Sottsass, ed è l’ideale per chi cerca una bevuta morbida e moderatamente alcolica.
Parlando dei drink analcolici, ecco che arriva 250GTO. Il nome rimanda alla Ferrari 250 GTO, ideata da Enzo Ferrari per partecipare al Campionato Internazionale Gran Turismo e presentata nel 1962. Il drink non poteva che puntare sul colore rosso grazie alla versione analcolica del vermouth rosso, cui si aggiungono lo sciroppo di cannella, l’aquafaba, il succo di yuzu e pompelmo.
Un dialogo fra cocktail e opere di design

«Volevamo raccontare i nostri drink attraverso elementi e oggetti che potessero essere già in qualche modo noti alla nostra clientela perché custodi di una memoria positiva o di un ricordo. Il pensiero alle firme del design italiano e milanese è stato quasi naturale e ci ha fornito uno stimolo e una guida per lo studio di ogni singola ricetta. Abbiamo analizzato decine di opere di quegli anni, non solo del mondo del design ma anche della moda e dell’automotive», racconta Andrea Arcaini, bar manager del Gruppo Rita.
«Abbiamo quindi costruito un cocktail per ognuna di loro, partendo dal nome e collegando il contesto, la tecnica, il bicchiere, la garnish. Il liquido è pensato per far parlare l’opera con il cocktail e viceversa». Nelle intenzioni di Rita Cocktails, la drink list «è un piccolo oggetto di design». Occorre dunque menzionare che gli scatti e l’editing fotografico sono di Luca Meneghel, mentre Cecilia De Conti ha curato testi, disegni e grafica.


Immagini courtesy Rita Cocktails






