Nella zona orientale della città di Bangalore, in India, ha aperto un nuovo cocktail bar: si chiama Wild e intende omaggiare le culture indigene, lavorando seriamente, ma senza prendersi troppo sul serio.
Wild, il nuovo cocktail bar di Bangalore
Wild significa Wildly Indigenous Lit Drinks e ciò identifica piuttosto chiaramente la filosofia base del locale. Un ulteriore chiarimento giunge dalle parole di Karl Fernandes, che è operations head di Wild: «Il nostro menu celebra la tradizione, ma non lo fa attraverso l’imitazione bensì innovando. Insieme al team abbiamo creato qualcosa che è famigliare e al contempo piacevolmente nuovo».
Più nel concreto: gli ingredienti delle culture indigene di tutto il mondo sono il punto di partenza del lavoro di creazione dei cocktail. È importante segnalare quel “di tutto il mondo”, perché Wild si pone come un bar di quartiere che punta però ad avere una proiezione globale.
Ingredienti indigeni, lavorazione creativa

In quanto agli ingredienti indigeni, Karl Fernandes parla di spaziare «dalle erbe antiche e dalle spezie sacre ai frutti selvatici e alle botaniche meno note».
Un esempio piuttosto chiaro è fornito dal drink Do You Like It Raw?. Prende spunto dalla cucina di Goa e in particolare dalla conservazione degli alimenti in salamoia, che in questo caso è utilizzata per dare al mango un sapore molto intenso. Poi lo si miscela con nettare di agave, tequila e spezie allo scopo di esaltare «un umami crudo e sfrontato».
Ulteriore esempio, l’Ume Shibori Highball: un cocktail ispirato a una tecnica giapponese di decorazione dei tessuti (lo shibori). Al bancone di Wild lo preparano con umeshu, liquore alle prugne e tintura di combava.
Come recita uno dei mantra di Wild di Bangalore: «Qui da noi non ci sono drink noiosi». E la bar manager Apoorva Kohli è ben felice di applicare questa filosofia a ogni cocktail preparato.
La proposta food

L’executive chef Harshit è alfiere del medesimo atteggiamento: «I nostri piatti sono un’estensione del concept applicato ai drink. Abbiamo preso ricette celebri da tutto il globo e le abbiamo trasformate in cibi da bar molto semplici e per nulla spocchiosi».
Anche in questo caso un paio di esempi: il Jackfruit Haleemè una specie di haleem di montone ma senza la carne e «sfacciatamente vegetariano». Mentre il Katsu Curry è un piatto sostanzioso che propone sapori audaci «che vanno da zero a ‘oh, mio dio’ in un batter d’occhio».
Wild Bar, un nuovo tipo di ribellione

Il tono di chef Harshit è legato al concetto di non prendersi troppo sul serio e al fatto che il team di Wild dichiara di puntare a «un nuovo tipo di ribellione», all’interno del mondo dei cocktail. «Un giocoso remix della tradizione, arricchito da tocchi creativi e da una selezione attenta delle materie prime».
L’angolo per la lettura

Ulteriore elemento distintivo di Wild è un piccolo angolo lettura. Spiega Apoorva Kohli che vi si trovano «libri che ho raccolto nel corso dei miei viaggi attorno al mondo, ma anche alcuni fumetti di pregio capaci di risvegliare il bambino che alberga dentro di noi. Considerate il tempo che trascorrerete nel nostro bar come una passeggiata lungo il viale dei ricordi!».
Immagini courtesy Wild