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Il whisky del futuro è accelerato e per adesso lo stanno sperimentando in America

Il whisky, per come lo conosciamo, è un distillato di cereali che necessita di un lungo periodo di riposo in botti di legno. Ma che succede se il processo d’invecchiamento si riduce a pochi giorni? Succede che otteniamo un whisky accelerato.

Il nuovo whisky preme sull’acceleratore 

Produrre un buon whisky è costoso persino in termini di tempo. Il distillato che toglie o aggiunge una vocale – la “e” se vogliamo riferirci all’alternativa irlandese che pure differisce nella metodologia di produzione- vive da sempre nella zona più altolocata della mixology, quella abitata da tutti quei prodotti alcolici di qualità indiscutibilmente elevata.

Ciò è frutto non solo di ingredienti di prima scelta, quanto di un processo produttivo accurato e paziente. E che non elude qualche piccola coccola che mostra la grande attenzione data a un distillato come il whisky, il cui disciplinare dell’UE sostiene che, per definirsi tale, debba invecchiare per almeno tre anni in botte.

È proprio l’invecchiamento a chiarire perché per produrre un buon whisky ci sia bisogno di tempo. Gli aromi e i sentori sprigionati dalla combinazione tra alcol e legno rendono il distillato unico al punto da essere difficilmente replicabile.

Eppure, cari mixology lover, abbiamo una novità di cui vi vogliamo parlare. E riguarda proprio il futuro del whisky.

Dagli States arriva il whisky accelerato

Pare che in America abbiano inventato un modo per “striminzire” i processi di produzione del whisky e perciò, quello che solitamente si ottiene in anni, adesso si ottiene addirittura in pochi giorni.

Non si può definire un whisky premium, ma è piuttosto un distillato facilmente accessibile a un target più esteso, ottimo se miscelato nei drink che richiedono un gusto più torbato.

Che gusto ha il whisky accelerato?

Il whisky accelerato sa di whisky accelerato. Nel senso che, chi ha già assaggiato il distillato che ottimizza i tempi, sostiene che esso abbia un gusto abbastanza lontano da quello iconico del whisky.

Anche a livello di consistenza, pare che il whisky “prodotto in laboratorio” sia meno morbido di un classico whisky invecchiato. Probabilmente non è quindi un prodotto da apprezzare da solo, ma è meglio miscelarlo ad altri ingredienti per poi farne un cocktail. Nulla però rende improbabile il fatto che nel tempo questa metodologia di produzione non si possa perfezionare.

Per adesso, proprio perché il whisky accelerato è solo agli esordi, il suo gusto potrebbe essere modificabile.

Che significa produrre whisky accelerato?

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Per produrre un whisky accelerato ci sono vari metodi, tutti sperimentati da aziende oltreconfine –americane, per intenderci-, come Bespoken Spirits nella Silicon Valley, Lost Spirits in California e Endless West con sede a San Francisco. I processi di produzione del whisky “non invecchiato” delle tre aziende presentano delle notevoli differenze. Cerchiamo di capirle meglio.

Per esempio, Bespoken Spirits fa molto leva sull’importanza del legno, indispensabile per rendere aromatico il whisky. E infatti, il modo in cui l’azienda lo produce consiste nel lasciare a bagno tanti pezzetti di legno all’interno delle vasche d’acciaio che contengono la miscela alcolica. In questo modo, ricorrendo a variazioni frequenti di temperatura e di pressione, l’alcol assorbirà i sentori del legno. L’azienda cerca pertanto di simulare e riassumere ciò che avverrebbe in una botte.

Simile è la metodologia per produrre il nuovo whisky accelerato impiegata dall’azienda di Lost Spirits. Un processo che però fa più luce: nel senso che sottopone il legno ad un fascio di luce in grado di rimodularne la struttura, così da ottenere gusti e sapori nuovi. Tuttavia, quest’azienda pare stia focalizzando la sua attenzione su un altro distillato in particolare, il rum.

Il processo di produzione del whisky accelerato che più si distingue è senza dubbio quello dell’azienda Endless West: fa davvero credere di trovarsi in un vero e proprio di laboratorio di mixology. Dalle piante e dai cereali sono estratte le componenti molecolari del whisky, isolate e messe in una soluzione alcolica. Potete dedurre che si tratta di un processo completamente differente.

Previsioni (alcoliche) del futuro

Pertanto, quale sarà il futuro della mixology da qui a qualche anno? È senz’altro stimolante sapere che il settore del beverage sia sottoposto a una continua evoluzione, cosa che ci rende piuttosto curiosi in merito a ciò che ancora potremo bere.

Chiaramente, riguardo al nuovo whisky accelerato c’è ancora molto di cui discutere –anche a livello normativo: bisognerà infatti stabilire se la sua produzione avrà un proprio disciplinare o se si dovranno ridefinire quelli già propri della categoria del distillato che, inutile dirlo, sono diversi di Paese in Paese.

Il whisky accelerato, a quanto pare, intende inserirsi in quella gamma di distillati “moderati”, ideali per preparare dei drink. Insomma, è chiaro che molto spesso i cambiamenti avvengano alla velocità della luce. E perché questo non dovrebbe essere vero anche per il whisky?

Fonte NYTimes