Dalla terrazza al 64° piano di 70 Pine Street, grattacielo art déco datato 1932 nel cuore del Financial District, la vista domina tutta New York City. Come una passerella sospesa sulla città che non dorme mai, lo spazio esterno di Overstory concede ai suoi ospiti il privilegio di una passeggiata ad alta quota, in cerca del migliore punto di osservazione: da un lato il maestoso ponte di Brooklyn, dall’altro le coste del New Jersey, e intorno i grattacieli che si contendono il primato del più alto della città.
Sorsi sospesi da Overstory

A una rampa di scale di distanza dal celebre ristorante Saga, il cocktail bar guidato da Harrison Ginsberg conta solamente 24 posti a sedere, disposti intorno a un bancone circondato da pareti color cipria e divanetti bordeaux. Nella bella stagione però, la capienza si amplia ed è possibile accomodarsi ai tavoli esterni e provare i signature cocktail della lista come il Terroir Old Fashioned, in cui il tequila reposado incontra il palo santo e il sale marino raccolto a Fort Tilden. In The Clouds nasce invece da una collaborazione con il designer Jonathan Hansen per catturare la sensazione di bere sospesi nell’aria: il sorso è a base di whisky irlandese, tè Earl Grey, vaniglia, champagne e, a completare, una cialda di cioccolato bianco e fragola marmorizzata, firmata dalla pastry chef di Saga per riprodurre i colori del tramonto. Simbolo del buon bere in città, Overstory è tra i migliori cocktail bar di New York ed è salito velocemente alla ribalta restando al passo con la bar scene cittadina, che si muove veloce assorbendo linguaggi e nuovi stili.
I cocktail bar di New York con vista su Manhattan

Nel cuore di Manhattan, altra vista imperdibile è quella del Mo Lounge, al trentacinquesimo piano dell’edificio che ospita il Mandarin Oriental New York: con i suoi soffitti immensi e le vetrate a tutta altezza, si affaccia direttamente su Central Park. La cucina è diretta dallo chef Sylvain Delpique che porta con sé una profonda eredità francese, mentre il menu dei cocktail è ispirato alla filosofia dei Cinque Elementi cinesi (legno, fuoco, terra, metallo e acqua) e interpreta i sapori con una prospettiva orientale, traducendo ciascun elemento in drink dai colori ed energie differenti, adatti a ogni mood.

Se il rooftop bar si fa esperienza raffinata, Attaboy conserva l’eredità di chi ha rivoluzionato il mondo della miscelazione contemporanea, mentre Dante in MacDougal Street continua a giocare con i grandi classici come il Garibaldi, immancabile nella lista dei best seller con la sua texture spumosa.
Tra Caffè Dante e West Village

Con due nuovi locali in apertura nell’ultimo trimestre del 2025, il gruppo fondato da Linden Pride e Nathalie Hudson è forte anche del successo dell’insegna di Dante West Village, affermatosi come uno degli indirizzi più interessanti della scena gastronomica newyorkese. Spirito internazionale e un’identità costruita sul legame tra cucina mediterranea e alta miscelazione disegnano l’esperienza all’interno di una sala che richiama un bistrot, con dettagli tipici dei caffè torinesi e dei bar milanesi dove si consuma il rito dell’aperitivo. Fotografie vintage, boiserie in legno realizzate da artigiani dell’Hudson Valley, velluti verdi, un bancone in marmo intagliato e inserti di vetro italiano prendono vita alla sera con le calde luci delle lampade provenienti dal Waldorf Astoria, mentre all’esterno il dehors su Hudson Street proietta il locale verso la vitalità del West Village.
Il bar si concentra su twist on classic con verticali dedicate al Martini, al Negroni e allo Spritz. Il Dante Martini unisce alla tradizionale ricetta una nota di cedro e bitter al limone, per amplificare le note agrumate al naso e al palato, mentre il Classic Negroni Flight permette di assaggiare tre signature drink di Dante, rispettivamente Chocolate, Mezcalito e Bianco. Chi ama il gusto leggero e sparkling può invece concedersi un Cosmo Spritz, finito con vino rosé e dedicato agli amanti del drink più bevuto di Sex and the City.
Cocktail bar di New York: Employees Only, un rifugio per i professionisti del settore

A pochi passi dal locale, si trova un altro degli indirizzi preferiti dai festaioli e da chi ama fare le ore piccole, aperto da più di 20 anni. Employees Only, fondato da cinque amici Dushan Zaric, Igor Hadzismajlovic, Jason Kosmas, Henry Lafargue e Bill Gilroy, è nato come un rifugio per chi lavora nei ristoranti e nei bar della città, per ritrovarsi a bere e mangiare dopo il turno senza formalità, ma con grande cura per i dettagli. Negli anni l’insegna ha consolidato la propria fama diventando non solo un rifugio per gli operatori di settore, ma anche un punto di riferimento internazionale aprendo sedi in città come Singapore e Sydney.
Il team guidato da Frank Kurt Maldonado, ha mantenuto una filosofia centrata su semplicità e ospitalità autentica, garantendo agli ospiti un’atmosfera leggera e spensierata, con un’alta qualità di servizio e un’offerta di drink stagionali e grandi classici, tra cui il Manhattan è in assoluto il più amato.
Double Chicken Please e l’estro di GN Chan

Bere a New York significa leggere la città nel presente: ogni bancone è un punto di osservazione che racconta come cambiano i gusti, le abitudini e persino le ambizioni di chi la abita, e può diventare un luogo di sperimentazione, aperto a contaminazioni da diverse discipline. Come da Double Chicken Please nel Lower East Side, nato dopo cinque anni e quasi ottomila chilometri di viaggio in un minibus Volkswagen riconvertito in cocktail bar itinerante. A guidare questa avventura ci sono GN Chan e Faye Chen, che da allora hanno trasformato il locale in una delle destinazioni più sorprendenti della scena internazionale, fondendo mixology, design e cucina in un’unica esperienza.
Le due anime del locale

L’anima del progetto è duplice: da un lato c’è il Front Room, ambiente vivace dove scorrono cocktail alla spina con variazioni stagionali e rivisitazioni di classici. Dall’altro c’è The Coop, sala elegante in stile mid-century modern, dove i drink diventano delle portate liquide tra appetizer, portata principale e dessert, traslati in bicchiere. Qui la tecnica dell’hacking design scompone i sapori di ricette celebri per ricomporli in cocktail dal profilo inedito come nel Cold Pizza, un sour a base di tequila, Parmigiano Reggiano, sentori di toast bruciato, pomodoro e basilico. Da provare anche le specialità della cucina come i sandwich al pollo fritto taiwanesi, che richiamano le origini dei founder.
L’innovazione firmata The Other Chicken

Altra peculiarità del locale, è che opera come un vero e proprio design studio con The Other Chicken, duo creativo formato da Turkie Tsai ed Eye Chen, che porta nel progetto la propria esperienza di design industriale premiato a livello internazionale. Ne nascono collaborazioni trasversali, dal mondo della moda a quello dell’arte, fino a partnership con realtà come Blue Man Group, Uniqlo o MSCHF, dove cocktail, performance e installazioni si fondono.
Con questi esempi che raggiungono il successo a livello a internazionale, New York City mostra una vitalità che non conosce stanchezza: ogni quartiere vive di stratificazioni di gusti, culture e influenze, mantenendola tra le mete più significative per gli appassionati del buon bere.
Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui






