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Le tante versioni del Knickerbocker cocktail

Ci sono cocktail il cui nome si ispira alla vita di tutti i giorni, alla città d’origine e perfino alla moda del tempo in cui sono stati pensati e realizzati per la prima volta. Uno di questi drink si chiama Knickerbocker, la cui storia si rivela molto interessante. Qui le tante versioni del cocktail.

Knickerbocker, da New Amsterdam a New York

Per comprendere l’età del nome Knickerbocker si deve risalire alle antiche radici olandesi di New York, ovvero quando l’odierna metropoli era soltanto un centro fortificato che veniva chiamato New Amsterdam.

La maggior parte della popolazione proveniva dall’Olanda e portava il cognome Knickerbocker, proprio come i pantaloni alla zuava che tanto andavano di moda in Europa. Per questo ancora oggi con la parola Knickerbocker si identificano i newyorkesi che discendono dai primi olandesi d’America della metà del 1600.

Le pubblicazioni e le sue evoluzioni

Per quanto riguarda l’omonimo cocktail si sa che la prima volta apparve citato nella Jerry Thomas Bartenders Guide del 1862. Poco più di 7 anni più tardi due varietà innovative di Knickerbocker vengono invece citate nel “Cooling Cups and Dainty drinks” di William Terrington. Le ricette avevano come denominazione Knickerbocker à la Monsieur e Knickerbocker à la Madame.

Ma se grazie alle pubblicazioni si può presumere che il cocktail sia stato creato intorno alla metà del 19 secolo, qual è il bancone che l’ha visto realizzare e sorseggiare per la prima volta? Per lungo tempo si è pensato che l’origine derivasse dal lussuoso bar del Gran Knickerbocker Hotel di New York, ma andando a guardare le carte, l’albergo non risulta costruito che dopo il 1906.

Knickerbocker, da Jerry Thomas in avanti

Soltanto le ricette pubblicate raccontano la storia di questo cocktail che, se anche manca della paternità, almeno fa comprendere a chi lo studia la propria evoluzione.

La ricetta madre a cui tutti fanno riferimento è quella di Jerry Thomas che prevede lime o limone in succo, due cucchiai di sciroppo di lamponi, un bicchiere di rum, mezzo cucchiaino di curaçao. Guardando al manuale di William Terrington, del 1869, questo non la modifica più di tanto per la versione Monsieur, mentre per quella Madame richiede mezza pinta di limone, acqua ghiacciata, sherry e seltz. Tutto servito su ghiaccio tritato.

Anche sul New and Improved Bartenders Manual (1882) di Eric Johnson il Knickerbocker è presente, anche se poco diverso dalla ricetta di Thomas. Le variazioni riguardano solo il servizio, in coppetta con ghiaccio tritato al posto del bicchiere con ghiaccio, più l’aggiunta di ananas e arancia.

La ricetta del Knickerbocker

Per avere nuove versioni Knickerbocker si dovrà invece attendere il 1930 e la pubblicazione del Savoy Cocktail Book. Nel suo libro Harry Craddock parla infatti di Knickerbocker Cocktail e Knickerbocker Special Cocktail.

Il primo è una sorta di Martini shakerato con vermouth secco e dolce, mentre per la versione Special leggendola non sembra tanto diversa da quella di Jerry Thomas che arriva fino a noi. Dunque, chi è curioso di provare un Knickerbocker originale, come Thomas docet, legga qui sotto le quantità e la modalità di preparazione indicate anche da Simon Difford.

Ingredienti

  • 75 ml rum
  • 5 ml liquore Orange Curaçao
  • 15 ml sciroppo di lamponi
  • 15 ml succo di lime

Preparazione

Shakerare gli ingredienti con ghiaccio e filtrare in un bicchiere pieno di ghiaccio a cubetti. Coprire con il ghiaccio tritato e servire.

Garnish

Mezzo di lime su cui adagiare i frutti di bosco di stagione.