Come sta l’industria del beverage? E quali sono le prospettive future? Le risposte non sono semplici, ma nel complesso ci sono ragioni di ottimismo: parola di IWSR, punto di riferimento per l’analisi di questo tipo di settore.
Industria del beverage: dov’eravamo rimasti?
Nel 2024 IWRS aveva sancito un certo stallo dei mercati tradizionali di Europa, Giappone e Canada: tutti caratterizzati da contrazioni generalizzate. Per contro, in altre parti del mondo era attesa una crescita significativa, per esempio in India, Cina, Messico, Brasile, Sud Africa.
Paesi emergenti e premiumizzazione

I dati del 2025 confermano il trend evidenziato l’anno precedente e già in essere da tempo. In sintesi: i paesi in via di sviluppo stanno facendo aumentare il reddito medio dei cittadini e di conseguenza si aprono possibilità di crescita per il mondo del beverage.
Si assiste inoltre a un generalizzato calo dei volumi di vendita e a una contestuale crescita dei ricavi: fenomeno in larga parte legato alla premiumizzazione. Cioè: si beve meno però meglio. Nel 2024 l’industria nel suo complesso, a livello globale, ha fatto registrare un -1% del volume di bevande alcoliche vendute, ma nel contempo un +1% del valore.
Un futuro promettente
IWSR afferma che nei prossimi cinque anni il mercato globale crescerà di 16 miliardi di dollari, che diventano 34 miliardi nei prossimi dieci anni (è la prima volta che IWSR si spinge così avanti nel tempo). E questo al netto della forte incertezza geopolitica che stiamo attraversando, che rende complesso pianificare strategie industriali nonostante la sostanziale positività delle previsioni.
India, Sud Africa e Brasile trascinano il mercato
Nel 2024 l’India ha registrato un +6% nel volume delle bevande alcoliche vendute e un +9% nel valore. Birra e whisky l’hanno fatta da padrone in una nazione che si conferma centrale per l’industria del beverage mondiale. Si sono comportati molto bene anche il Sud Africa (+3% in volume, +10% in valore) e il Brasile (+1% in volume, +5% in valore).
I distillati

Per quanto riguarda gli spiriti, il 2024 è stato un anno di luci e ombre. A livello globale c’è stato un -2% nel volume di vendite. Però scotch whisky e tequila hanno tenuto a galla il settore. Per quanto riguarda lo scotch, ancora una volta l’India è stata determinante: +6% in volume e +7% in valore. Secondo IWRS, entro il 2027 l’India diventerà il maggiore mercato al mondo per il whisky scozzese. Buone notizie anche per il tequila, che ha saputo imporsi fuori della madrepatria messicana: nel 2024 il resto dei mercati ha segnato +2% in volume e +4% in valore.
La birra vince se premium o analcolica
Nel caso della birra è stato determinante il fenomeno della premiumizzazione. In generale i consumi sono diminuiti, ma in molti mercati chiave il trend del bere meglio ha fatto la differenza. Il volume delle birre premium è infatti cresciuto dell’1% in Cina mentre quello delle super premium ha segnato un +2% negli Stati Uniti. Tra le varie categorie di birra, le stout hanno particolarmente brillato: +15% nel Regno Unito e +5% negli USA (sempre in volume).
Significativi i dati relativi alle birre analcoliche, che trascinano il settore delle bevande senza alcol: a livello globale il 2024 ha visto un +9% in volume. Forti di questo dato, e guardando al futuro, gli esperti di IWRS sostengono che entro la fine del 2025 la birra senza alcol supererà la ale e diventerà la seconda categoria più venduta al mondo.
Chi sale (hard tea) e chi scende (hard seltzer)
Il 2024 è stato un anno positivo per le bevande ready to drink (+2% in volume, +5% in valore) e gli hard tea, che vanno forte soprattutto negli Stati Uniti (+31% in volume). Male invece gli hard seltzer, che si confermano in declino a livello globale. Infine buone notizie per i cocktail e i long drink, che stanno registrando crescite in quasi tutti i maggiori mercati.