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Dosatore cocktail: cos’è il jigger e quanti tipi ne esistono

Entra in gioco all’inizio di ogni ricetta, per far sì che ogni ingrediente venga inserito con il suo giusto dosaggio all’interno della miscela. Infatti, jigger è sinonimo di precisione

Ogni shaker o mixing glass ha la sua squadra: il bar spoon, lo strainer, tumbler basso o alto, oppure coppetta (dipende dal drink) e poi lui: il jigger.

Il jigger ha il pieno controllo dei cocktail che vengono preparati al bancone. È lui ad avere a che fare con le dosi di ciascun ingrediente, fedele aiutante di ogni bartender che debba seguire per filo e per segno la ricetta di un drink in particolare, uno di quelli che non accettano improvvisazioni.

Ogni grande drink ha infatti un suo dosaggio perfetto a renderlo unico. E a rendere questa unicità possibile è proprio il jigger.

Da dove arriva il nome jigger

Perché si chiama jigger? Pare che inizialmente, questo dosatore per cocktail si chiamasse “gigger”. La “j” andò a rimpiazzare la “g” soltanto in seguito: il termine “jig”, nell’età del Proibizionismo, definiva le distillerie clandestine.

Dunque, la connessione con il mondo vorticoso della mixology è chiaramente immediata. Il brevetto del jigger, comunque, venne depositato nella città di Chicago nel 1893. Era il 5 settembre.

Dosatore cocktail, che cos’è il jigger?

È uno strumento che sicuramente avrete già visto. Per quanto possa passare inosservato –perché di solito gli occhi sono tutti puntati sullo shaker– il jigger è sempre lì in postazione, pronto ad intervenire nella prima parte della preparazione del drink.

Il jigger è un dosatore per cocktail e ricorda la forma di una clessidra: ha infatti una doppia estremità a forma di imbuto rovesciato, che contiene distillati, amari e in generale spirit e sciroppi in differenti quantità. Anzi once.

E di qui viene spontaneo chiedersi: quante tipologie di jigger esistono nel mondo della mixology?

Il jigger: le tipologie

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Dipende chiaramente dalla loro capacità, ossia da quante once di un liquore o distillato riescono a contenere: solitamente il jigger più comune ha una capienza equivalente a 1,5 once –ossia 44 ml circa.

Ci sono anche jigger da 1 oncia o da 2 once. Solitamente uno dei due piccoli imbuti che lo compone è più grande dell’altro: l’imbuto più piccolo ha la capienza di mezza oncia, il più grande ha una capienza media di 1 oncia: questa parte è anche nota come “pony”.

In Italia, parlando di jigger si fa piuttosto riferimento ai centilitri: parleremo dunque di jigger da 3 cl, 4,5 cl e 6 cl. Sono i più comuni. Il jigger è quindi più di un misurino: è un dosatore per cocktail che non fa perdere ai bartender il senso dell’orientamento perché è in grado di assicurare loro le giuste coordinate alcoliche da seguire in una ricetta.

Dosatore cocktail, i materiali del jigger

Oltre alla capienza, i vari jigger si differenziano tra loro anche in base al materiale di cui sono fatti. I più comuni nei locali sono quelli in acciaio. Esistono tuttavia jigger in plastica, persino in oro.

Il jigger fa parte dell’attrezzatura da bartender e pensate che, sebbene tale misurino sia nato negli Stati Uniti, il più gettonato è il jigger giapponese che è realizzato con una particolare tecnica di lavorazione dell’acciaio tipicamente nipponica e che fornisce ai bartender professionisti uno strumento di incredibile robustezza.

Il jigger potremmo definirlo l’angelo custode dei bartender?

Potremmo definirlo l’angelo custode dei bartender? Diciamo di sì, dal momento che il jigger assicura loro indiscussa precisione.

Diciamo che l’utilizzo del dosatore cocktail è obbligatorio per la riuscita assicurata di un dato drink. Che poi, a pensarci bene, si parla sempre della “precisione degli svizzeri”.

Secondo noi di Coqtail Milano, è il caso che si cominci anche a parlare di “precisione dei jigger”.