Coronavirus – 4 cose da non fare quando scoppia una pandemia

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Le notizie più bizzarre da tutto il mondo, da non replicare a casa!

Se vestirsi da puffi e marciare per le strade della città vi sembra ancora oggi la risposta più bizzarra dell’umanità all’emergenza Coronavirus, probabilmente non avete letto le notizie che vi stiamo per presentare qui sotto.

Il panico da Covid-19, infatti, ha generato una serie di atti folli in tutto il pianeta, degni di una cronaca a parte per quanto siano (tristemente) ironici. 

Dalle azioni più sconsiderate, fino alle satire e ai consigli non richiesti, abbiamo raccolto tutto qui, nella lista delle 4 cose da non fare assolutamente quando scoppia una pandemia:

1. Chiamare una soda “Coronavirus Cocktail”

Our newest flavor is here, Coronavirus Cocktail!This virulent green concoction is a blend of Orange and Lime (ya gotta…

Posted by Avery's Soda on Saturday, March 7, 2020

Non puoi batterlo? Allora bevilo!” questo il motto di Avery’s Soda, azienda americana specializzata nella produzione di premium soft drink che ha lanciato una limited edition chiamata Coronavirus cocktail.

La ricetta prevede un mix di lime e arancia di colore verde, venduta in bottiglie raffiguranti Covid-19 in versione cartoon e accompagnata da indicazioni per miscelare il proprio “Pandemic Punch”.

L’iniziativa ampiamente criticata sui social rientrerebbe, secondo le dichiarazioni della proprietà, nella strategia di lanciare prodotti commemorativi in caso di importanti avvenimenti mondiali. Unica nota positiva: sull’etichetta si invitano i clienti a lavare le mani con attenzione!

2. Un Coronavirus party

Corona Party Sab 07 Março na Esplanada Bar 75 com o Dj Pedro Sousa, vamos oferecer máscaras à entrada para que estejas preparado para uma contaminação ????

Posted by Esplanada Bar 75 on Tuesday, March 3, 2020

No, non è uno scherzo. In Portogallo hanno allestito un locale con barelle e lettini, vestito hostess da infermiere e consegnato finte mascherine ai clienti all’ingresso. 

Era il 7 marzo, i locali italiani stavano per sospendere la propria attività per fronteggiare l’emergenza sanitaria, mentre l’Esplanada bar 75 nella città di Aveiro, assembrava i suoi clienti con un party a tema Covid-19

L’intento dei proprietari pare fosse quello di informare le persone su come affrontare l’epidemia, spiegato da un comunicato apparso sulla pagina Facebook del locale dopo che, le foto del party, sono state oscurate a seguito delle segnalazioni di migliaia di utenti. 

Beh se l’obiettivo era quello di sensibilizzare… forse non è stato fatto nel modo giusto, non credete?

3. Organizzare un flashmob per bere urina di mucca e proteggersi dal Coronavirus

Ognuno ha il suo modo di affrontare la pandemia. In Italia c’è chi si affaccia alla finestra cantando l’inno nazionale, mentre in India qualcuno organizza flashmob bevendo urina di mucca in compagnia. 

È successo a Delhi, dove un gruppo nazionalista Hindu ha promosso questo rimedio tradizionale con un evento pubblico, inneggiando alle sue proprietà anti Coronavirus. Il tutto a seguito delle dichiarazioni pubbliche della leader del Partito del Popolo Indiano, Suman Haripriya, che si è espressa a favore del consumo di urina e feci di mucca che “potrebbero uccidere il Coronavirus”, come riportato dalla BBC News.

La smentita dei virologi indiani, resa nota (per fortuna!) dall’emittente britannica, ha prontamente sconsigliato la pratica poichè, al contrario, potrebbe aumentare i numeri del contagio. Per quanto ci riguarda, rimarremo sicuramente con il dubbio… stavolta non ce la sentiamo di testare questo cocktail!

4. Servire un cocktail con delle siringhe per stemperare il panico da Covid-19

Ok, capiamo che l’intento era quello di strappare un sorriso e di lenire l’angoscia da pandemia con un cocktail. Ma servirlo all’interno di due siringhe non è stato proprio uno degli atti più sensibili che ci si aspetterebbero in questa situazione.

Succede al Razvedka Bar di Mosca dove il bar manager Anton Zagariya non svela gli ingredienti della sua miscela, il Coronavirus drink, ma si limita a raccontarne la storia. Si tratta di una ricetta che ironizza sul problema, lanciata proprio nel momento in cui le testate russe si apprestano a raccomandare alla popolazione nazionale di restare a casa. 

Che cosa si inventerà adesso il bartender? Ci auguriamo non un servizio delivery… in siringa!

Fonti: Il Messaggero, BBC News, NY Post, The Moscow Times