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Anthill, Giuseppe Iannotti inaugura il nuovo fine drinking di Napoli

Un cocktail bar con un servizio da grande ristorante che permette di esaltare le miscele e le accompagna con tapas e un percorso degustazione completo. Anthill è la dedica liquida dello chef stellato Giuseppe Iannotti alla città di Napoli.

Mixology e cucina si incontrano da Anthill

Anthill, nuovo indirizzo di mixology partenopeo, ha inaugurato pochi giorni fa all’ultimo piano delle Gallerie d’Italia in Via Toledo 177. Terzo concept che Giuseppe Iannotti ha creato per questo luogo ricco di storia, si affianca alla caffetteria e al bistrot Luminist, in attesa dell’inaugurazione del ristorante 177, ultimo tassello del progetto.

Con la voglia di dare spazio alla mixology d’autore e con un punto di vista insolito rispetto a quello di un bar manager navigato, Iannotti ha immaginato Anthill come un luogo dove cocktail e piatti convivono con un rapporto simbiotico. Un concetto di fine drinking che si ispira agli standard di servizio del suo ristorante Kresios, due stelle Michelin a Telese, in cui l’estro dello chef dà vita a ricette geniali, frutto di un pensiero e una ricerca sempre all’avanguardia.

Un nuovo punto di vista sulla miscelazione

“È la prima volta che mi approccio al mondo della mixology ed è stata una bella sfida. Chi ha definito la miscelazione come cucina liquida ha detto una grande verità”, racconta Giuseppe Iannotti. “Tra cucina e mixology non ci sono punti di distacco e il cocktail bar si colloca esattamente al centro. Per molti anni il drink è stato visto ingiustamente come ʽun fratello minoreʼ, senza pensare che per creare una miscela si deve lavorare su texture, densità, temperature e sul gusto di ogni singolo ingrediente. E questo non è alla stregua della nascita di un grande piatto?”.

Anthill, dal fine dining al fine drinking

Il nuovo locale di Iannotti vuole essere la prova che al bar si può fare qualità applicando le logiche di un grande ristorante. “Come la prenotazione con carta di credito a garanzia, una certezza per l’ospite che trova il suo tavolo libero all’ora esatta della prenotazione. Non c’è bisogno di fare coda o di attendere in piedi”, continua lo chef.

“Quando ho dato forma ad Anthill, sono partito dalla convinzione che avere un cocktail bar senza la parte food sia insostenibile. Volevo anticipare l’apertura rispetto a un locale tradizionale e quindi ho optato per un tapas bar dove l’attenzione è certamente focalizzata sulla miscelazione, ma i piatti che la accompagnano sono ricette da fine dining. Questa attenzione si nota anche dalla mise en place, dove gli ospiti hanno un tovagliolo di stoffa 20×20 e un’unica posata per volta (pinza, forchetta o cucchiaio – mai coltello) con cui degustare i piatti realizzati dall’executive chef di Luminist, Antonio Grazioli”.

In questa logica, Iannotti è molto trasparente in termini di prezzi e ticket medio. “I nostri cocktail signature costano 15€ e i classici 12€. Voglio che il cliente ne sia conscio, per bere serenamente qui da noi. Se vuole provare il ʽtrattamento completoʼ, può scegliere un percorso degustazione a 60€ con cinque tapas, abbinandole ai drink”, continua Iannotti. “Qui entra in gioco il dialogo con la bar manager Anna Garuti, che conosce i piatti in arrivo dalla cucina e può consigliare quale cocktail di apertura scegliere, l’inframezzo e altre miscele per chiudere l’esperienza”.

La drink list di Anthill: una dedicata a Napoli

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Trovandosi all’interno del Palazzo Piacentini, ex Banco di Napoli, Anthill ha per sua natura un forte legame con la tradizione partenopea. La carta da parati raffigura un modo onirico ricco di simboli legati alla scaramanzia e al mondo delle fiabe di Giambattista Basile, papà campano di Cenerentola e Il Gatto con gli Stivali, e autore de “Lo Cunto dei Cunti”. Proprio a questa sua opera è legata la drink list, che riprende alcuni racconti dell’autore barocco.

Insieme ad Anna Garuti abbiamo estrapolato dieci temi, diventati lo spunto per le ricette e la rappresentazione dei drink. I bicchieri sono firmati da Chicca Ruocco e realizzati da Dario Bellantuono di 3D vault con stampa 3D”, svela Iannotti. “Non si tratta di un esperimento kitsch, ma di una componente ludica, che fa giocare l’ospite a tavola. Avere degli elementi disegnati ad hoc è fondamentale, ma i classici bicchieri di cristallo non possono mancare”.

Altro elemento spiazzante è la forma della drink list: un bugiardino contenuto in una scatola di Tachipirina (l’Anthipirina). “È una cura per i nostalgici”, racconta divertito Io chef. “E la puoi portare a casa perché contiene un blister di mentine, utili per il dopo cocktail”.

I cocktail di Anthill

Frutto di un lavoro sull’intensità del gusto, i drink di Anthill non lasciano spazio a inutili esercizi di stile e raccontano a ogni sorso gli ingredienti che ne compongono la struttura.

Asino Ubriaco

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L’Asino Ubriaco riprende la mascotte del Napoli Calcio ed è un’ode alla canna da zucchero. All’interno si trova un blend di rum venezuelano e della Martinica che riposano in botte per un minimo di due mesi con un liquore all’albicocca e vengono miscelati con una tintura di pepi selvatici.

Il Giunco

Dedicato alle barene e ai paesaggi lagunari, il Giunco si compone di pisco infuso allo shiso, centrifuga di zenzero fresca, sherbet al pompelmo rosa e una punta di sale. Chiude la miscela una fresca essenza al finocchietto.

La Lacrima

Questo cocktail in stile Ti’ Punch è a base di cachaça e vermut dry infuso al tè verde gunpowder. Tocco di classe il liquore al fico, che sposa un bitter al cardamomo.

KTM Bestemmia della Fata

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La caramella piccante, ovvero la “bestemmia” che porta una dolce fatina, è il punto di partenza di questo twist sul Between the Sheets a base di cognac, dry curacao e bourbon al posto del classico rum. Un milk wash con latte di bufala unito a una purea di limoni bruciati nel Josper, terminano il drink.

Il Riso Sardonico

Un drink che richiama il ghigno del Riso Sardo, è composto da gin infuso a freddo con i fiori sechuan buttons che, al sorso, provocano un leggero intorpidimento sulla punta della lingua. Liquore ai fiori di sambuco, cordiale alla mela e tintura di cumino completano la ricetta.

Formicaio

Nella cocktail list non poteva mancare un drink dedicato al mondo delle formiche, simbolo ricorrente di Iannotti. In particolar modo, la citazione è del formicaio, traduzione della parola inglese Anthill. La base alcolica è data da scotch, vermouth di Torino e vermouth dry, uniti a una piccola parte di liquore di caffè e una spruzzata di torba.

La Capuzzella

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Dedicata al culto della morte e servita all’interno di un teschio, la Capuzzella è un drink sour che richiama i sentori messicani grazie a un mezcal infuso al chili che si combina con sherry e un amaro di angostura. La polvere che decora il bicchiere è un sale alla liquirizia.

Medicina di Mastro Grillo

Aperitivo dai sentori amaricanti ed erbacei, unisce bitter, rye whiskey, vermouth amaro e un mix di amari della casa. La ricetta è segreta.

Fontana d’olio

Servito da un’oliera tradizionale, è a base di tequila reposado, liquore alla pesca, sherry e mistella, un mosto di vino a fermentazione bloccata con aggiunta di Cognac. Un olio aromatizzato al Jamon finisce la ricetta, recuperando le materie di scarto della cucina.

I 3 doni

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Non un drink, ma una degustazione di mini porzioni dai sentori forti e decisi. I 3 doni è dedicato ai regali che portano le fate a Zoza, la protagonista dell’apertura de “Lo cunto dei cunti”: la noce, la castagna e la nocciola. Il primo si compone di un dashi di castagne del prete di Avellino, umeshu e bitter al cioccolato. Il secondo è a base di orzata di nocciola fatta in casa abbinata a un rum haitiano e un single blended di Barbados. Il terzo è un twist sull’Old fashioned con whisky giapponese distillato con alambicco coffey, sciroppo e bitter alla noce moscata.

Alla scoperta di Anthill

Abbiamo scelto di creare un luogo trasversale, capace di affascinare chi non è abituato a bere cocktail e al tempo stesso di sorprendere gli appassionati di mixology”, conclude Iannotti. Uno spazio dove il cibo diventa un tramite per esaltare drink e promuovere “la bevuta del vero”, da visitare per un’appagante esperienza di gusto.

Immagini courtesy Anthill, credits Luciano Furia