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L’era delle garnish è finita? Da Al Quèrto dicono di sì

La nuova drink list di Al Quèrto, locale di Bassano del Grappa, parla chiaro. Nel bicchiere nessuna decorazione aggiunta alla miscela e al ghiaccio permette di limitare gli sprechi e, alla fine, non toglie niente al gusto del drink.

La scelta radicale di Al Quèrto

Quando si parla di sostenibilità al bar, il tema delle garnish è tanto centrale quanto divisivo. Qualcuno non vuole rinunciarvi per niente al mondo, affezionato alla presenza dei twist di limone sul bordo del bicchiere o delle grandi fette di frutta fresca adagiate al di sopra del ghiaccio. C’è invece chi crea le decorazioni per riutilizzare scarti di ingredienti impiegati per altre preparazioni. Infine, alcuni scelgono di eliminarle completamente. Il motivo? Spesso i clienti non le consumano, trasformandole in un ulteriore materiale da smaltire.

Da Al Quèrto, locale di Bassano Del Grappa, Pippo de Martino ha scelto quest’ultima via, facendo perdere le tracce di qualsiasi tipo di decorazione nella nuova drink list, uscita in questi giorni. “Per il nuovo menu cocktail abbiamo sentito l’esigenza di eliminare completamente le garnish”, racconta il co-fondatore di Al Quèrto. “Venivano lasciate per lo più sul fondo del bicchiere, poco apprezzare dai clienti. Inoltre non le ho mai amate particolarmente, quindi la decisione di toglierle è stata piuttosto naturale. Certo, l’occhio vuole la sua parte, ma sono dell’idea che le decorazioni non influenzino in maniera così decisiva l’aspetto finale di un cocktail”.

L’arte (minimale) dei cocktail

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Il primo cocktail menu senza garnish di Al Quèrto si chiama Art, Drinking Creativity ed è un compendio di opere liquide ispirate ad altrettanti famosi dipinti. Una dedica a quel mezzo di comunicazione capace di trasmettere bellezza, verità ed emozioni a chiunque lo osservi.

Il concept richiama quindi il duplice ruolo dell’arte. Come medium dell’artista, che attraverso diversi supporti trasmette un messaggio al pubblico e quello di chi fruisce dell’opera che, con il suo vissuto e il background culturale, ne interpreta gli stimoli e la fa propria. Come succede al bancone del bar, dove il team di Al Quèrto propone la propria idea di miscelazione contemporanea, che incontra e plasma sempre di più i gusti degli habitué del locale.

Così, tra le pagine della cocktail list, fanno bella mostra di sé le opere di Ferdinando Botero, Andy Warhol, Maurizio Cattelan, Van Gogh e Caravaggio, di cui viene proposta un’interpretazione liquida.

I cocktail di Art – Drinking Creativity

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Non faremo foto dei drink nei loro rispettivi bicchieri. Realizzeremo solo immagini evocative di sensazioni, perché vogliamo che il cliente veda il cocktail solo dal vivo”, aggiunge De Martino.

Spazio quindi all’immaginazione per la dedica al dipinto “Dancers at the Bar” di Fernando Botero, con un drink a base di mezcal, lime, cordiale esotico e un top di ginger beer. Oppure per “Banana” ispirato alla celebre opera di Maurizio Cattelan dove un nastro adesivo grigio fissa al muro il celebre frutto giallo. Il cocktail che la riprende è a base di scotch, banana e zenzero, panna acida e il fresco tocco del limone.

La “Notte stellata” di Van Gogh è invece un sour a base gin, con il tocco dolce di un cordiale alla pesca e albicocca, limone e albume per donare una consistenza cremosa, soffice come le rotonde galassie del famoso dipinto. Per scoprire il resto è sufficiente fare visita al locale di Bassano del Grappa e lasciarsi incantare dalle opere riprodotte nel menu.

Meno è meglio da Al Quèrto

Possono l’arte e la mixology vivere in assenza di decorazione? Scomodando Mies Van Der Rohe, il segreto è proprio nella loro assenza: “less is more”, è il perfetto manifesto per descrivere la miscelazione contemporanea.

Immagini courtesy Al Quèrto