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AgriCulture è l’evoluzione del concetto farm-to-table di Little Red Door

A settembre 2025 Little Red Door, il celebrato cocktail bar di Parigi, ha svelato al pubblico la sua drink list. Si chiama AgriCulture ed è un’evoluzione del concetto farm-to-table. Nel quartiere Marais di Parigi c’è una piccola porta rossa. È lì dal 2012 e dà accesso al Little Red Door, un luogo ispirato agli speakeasy del Proibizionismo e punto di riferimento del bere parigino di qualità, oggi forte di una nuova proprietà.

Da farm-to-table ad AgriCulture

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Il team di Little Red Door si è fatto notare per essere stato uno dei primi a lavorare sulla filosofia farm-to-table. Cioè la costruzione di una filiera corta, meglio se cortissima, capace di connettere i produttori locali direttamente con il bar e in questo modo garantire ai clienti ingredienti freschi, stagionali, di alta qualità e sostenibili. Per esempio: agrumi, erbe, spezie, verdure, tutte provenienti da coltivazioni francesi il meno lontano possibile da Parigi.

Lo step successivo ha portato al menu AgriCulture, una celebrazione dei metodi agricoli che perseguono un futuro sostenibile. Ecco dunque undici nuovi drink, ognuno ispirato a un particolare modo di lavorare nell’ambiente per produrre cibo: permacultura, acquaponica, agroforestazione e via elencando gli altri sistemi capaci di preservare le risorse naturali.

Ogni cocktail mette sugli scudi un ingredienteche ben rappresenta un determinato tipo di filosofia agricola. L’idea è di trasformare quest’ultima in un’esperienza liquida e, così facendo, raccontare agli ospiti quale potrà essere il futuro dell’agricoltura.

AgriCulture racconta come l’agricoltura plasma la società

Hyacinthe Lescoët, che dall’estate 2024 è co-proprietario di Little Red Door insieme a Hugo Gallou, racconta: «Abbiamo lavorato a stretto contatto con i produttori e gli agricoltori di tutta la Francia per mettere in luce le loro pratiche e intrecciarne le storie con i nostri cocktail. Per noi AgriCulture è una conversazione su come l’agricoltura plasma la società e su come, insieme, possiamo immaginare un futuro più sostenibile».

Tutti i cocktail del menu di Little Red Door

Impossibile non citare gli undici cocktail di AgriCulture. Eccoli dunque, uno per uno. Carbone, celebra l’agricoltura rigenerativa, quella cioè pensata per ripristinare e migliorare la salute del suolo e degli ecosistemi circostanti. L’ingrediente centrale è la barbabietola, miscelata con aglio nero, gin affumicato e armagnac. Régénératrice è il drink dedicato alla cicoria e alle pratiche agricole che nutrono la resilienza dei terreni poveri immagazzinando carbonio. La ricetta prevede appunto cicoria, orzo nocciolato e bitter.

L’acquaponica combina l’acquacoltura dell’allevamento ittico con l’idroponica (la coltivazione delle piante in acqua), allo scopo di creare un sistema simbiotico e quasi autosufficiente che consente un enorme risparmio d’acqua. Il cocktail omonimo, cioè Aquaponie, è fatto con basilico (portabandiera di questo sistema), scorza di limone, vodka e liquore ai fiori di sambuco. C’è poi Acquaculture. Gli ingredienti sono tre: lattuga di mare, sedano levistico e gin biologico. La filosofia di allevamento e coltivazione è ovviamente quella dell’acquacoltura, una pratica che va a braccetto con il ripristino di habitat minacciati.

Invece, Serre Solaire è un drink pensato per parlare delle serre bioclimatiche (o serre solari): strutture in vetro che catturano e utilizzano l’energia solare senza ricorrere a energia meccanica. L’ambasciatore di questa tecnica è il tè nero, cui si uniscono noci verdi, latte, cognac e liquore triple-sec.

AgriCulture, gli altri temi

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Résilience cocktail

L’agricoltura urbana è al centro di Urbaine, cocktail preparato con funghi shiitake, caffè e whisky. E il caffè è l’ingrediente che ben rappresenta questa filosofia, perché i suoi fondi sono spesso utilizzati, così come altri scarti alimentari, in maniera creativa e sostenibile.

La settima ricetta della drink list è Circulaire, preparata con sake, vodka e formaggio Beaufort. Il nome dice quasi tutto: la filosofia omaggiata è quella della produzione circolare, capace di creare filiere chiuse e sostenibili mettendo in relazione differenti colture o allevamenti. C’è poi Précision, dominato dalle fragole e dalla genziana, e ispirato a un’agricoltura che riduce gli sprechi e migliora la qualità attraverso un’attenta analisi di ogni pianta, sulle cui specifiche esigenze viene declinata la coltivazione.

In un bicchiere di Résilience si trovano salvia, ananas, sorgo e rum. È un inno alle colture sviluppate per resistere alla siccità e alle inondazioni: il sorgo è il cereale che le rappresenta in questa ricetta.

Il gran finale

Mancano all’appello solamente due cocktail. Il primo si chiama Permaculture ed è un esplicito riferimento all’omonimo sistema di progettazione per creare ambienti autosufficienti e sostenibili, ispirandosi agli ecosistemi naturali. Il drink di Little Red Door è una miscela di castagna, burro, umeshu e calvados. Il castagno è la pianta scelta per rappresentare questo approccio agricolo.

Infine Agroforesterie, fatto con sambuco, piante selvatiche, vino liquoroso e grappa di Gewürztraminer. L’omaggio è all’agroforestazione, cioè all’integrazione sostenibile di alberi, arbusti, colture agricole e attività zootecnica.

Così ingredienti e metodi hanno ognuno una provenienza e una logica ben esplicitate e verificabili dall’ospite. AgriCulture funziona così: il lavoro dei campi entra nel bicchiere e lascia un sapore preciso, che rimane impresso e sensibilizza sul futuro del pianeta.

Immagini courtesy Little Red Door