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Nik’s & Co. rinasce. Tutto sulla nuova era del locale, con le parole di Leo Sculli

Nik’s & Co. ha un nuovo look, ma il cuore è invariato. Il titolare Leo Sculli racconta cosa c’è di diverso e perché, in fondo, la sostanza è rimasta quella di sempre.

Un nuovo Nik’s & Co. meno costruito, più friendly

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Nuovi interni di Nik’s & Co.

Il discorso ruota attorno alla percezione del Nik’s & Co. Sculli aveva l’impressione che «ci vedessero come un posto troppo elegante, persino pretenzioso, potenzialmente troppo costoso. Invece noi siamo sempre stati più friendly di così». Ecco dunque l’idea: cambiare il mood del locale e renderlo maggiormente aderente alla sua identità più autentica.

L’intervento ha visto la modifica del logo (per allontanarlo dagli anni Venti) e un restyling degli ambienti. Via le tende, per esempio, e trasformazione del pavimento nero in beige. Qualche ulteriore accorgimento e Nik’s & Co. ha iniziato a presentarsi in maniera differente.

Parola d’ordine: snellire

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Il nuovo menu

Ovviamente, il cambiamento ha riguardato anche i menu del ristorante e del cocktail bar. C’era pure una logica economica: «Nel penultimo menu avevo un piatto che prevedeva diciotto preparazioni: non ha senso, nemmeno economicamente, perché posso proporlo al massimo a 16-18 euro quando ne vale almeno 32». Non significa rinnegare completamente la propria storia, ma al contrario «snellire le lavorazioni, intervenendo meno sulla materia prima».

Nik è morto, lunga vita a Nik!

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Food pairing

Un simile approccio ha avuto conseguenze pure sulla presentazione dei menu. Prima tutto ruotava attorno a un personaggio immaginario di nome Nik, ai suoi viaggi in giro per il mondo, alle persone incontrate. Ogni piatto e ogni cocktail erano diretta conseguenza di un racconto. «Anche in questo caso, un po’ di pesantezza», confessa Sculli: «Tutti ci dicevano che era una bella idea, ma ci sembrava che l’esperienza nel suo complesso fosse troppo costruita e quindi abbiamo adottato un menù più normale. Abbiamo deciso di fare andare Nik in un’altra dimensione. Abbiamo detto che è passato a miglior vita e così abbiamo lanciato un Nik 2.0».

È un’impostazione che si evince dal food pairing: in precedenza era una proposta netta, quasi vincolante. Ora le cose sono diverse. «Noi studiamo comunque il pairing e per esempio sappiamo che lo spaghetto al caffè va con un drink che può essere un Sazerac con un tocco di caffè. Però al cliente non diciamo che deve per forza fare così».

Nuovo Nik’s & Co., la sostanza è invariata e parla italiano

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Omaggio all’aperitivo

Nik’s & Co. ha indossato un nuovo abito, insomma, ma la sostanza è immutata. «Abbiamo sempre lavorato materia prima di qualità e continueremo a farlo». Prediligendo fornitori locali e mettendo sotto i riflettori la tradizione italiana.

Dunque il prosciutto è cotto internamente, la pasta è fatta a mano, i succhi si preparano partendo dalla frutta. Inoltre, «abbiamo notato che all’estero i prodotti italiani vanno forte, mentre qui da noi ci scervelliamo per fare cose internazionali: abbiamo pensato di puntare più sull’Italia. Per esempio vogliamo omaggiare l’aperitivo e stiamo studiando un Garibaldi di nuova concezione: con bitter e succo d’arancia, ovviamente, però magari sodato, chiarificato».

Insomma, nel nuovo Nik’s & Co. puoi andare a pranzo e a cena, trovando il medesimo cuore di sempre ma rivestito con un abito più aderente alla sua identità più profonda. Parola di Leo Sculli.

Immagini courtesy Nik’s & Co.