«La bar scene dell’Indonesia è decisamente in crescita: un fenomeno particolarmente evidente da un anno a questa parte, mese più mese meno». Parola di Tariq Widarso, in arte Sip Sensei, che si è offerto di raccontare qualcosa in più sul panorama dei cocktail bar nel suo Paese.
Come deve essere un bar secondo Tariq Widarso
Tariq vive a Giacarta, è fotografo e digital content creator, e ha una predilezione per i bar «comodi, accoglienti, in cui è facile immaginarsi a trascorrere ore, con luci calde e i colori del legno, con un solido menu drink e un’offerta food all’altezza. Aggiungo che, per gusto assolutamente personale, è un bene se sono luoghi per non fumatori oppure se hanno un eccellente sistema di ventilazione». Idee chiare, dunque, ma non ingessate, cioè quelle che impediscono di uscire dalla comfort zone: «Penso che un barfly debba essere disposto a esplorare una varietà di posti, guidato dall’entusiasmo di provare costantemente nuove cose, nuovi drink, nuovi spazi, incontrare nuove persone e, naturalmente, fare nuove esperienze».
Giacarta e Bali, il centro della mixology indonesiana

In Indonesia questo spirito trova applicazione soprattutto nelle metropoli. Il paese ha infatti una popolazione in larghissima parte di religione mussulmana e ciò significa che la bar scene locale «è per lo più limitata alle grandi città progressiste. Al momento Giacarta e Bali restano i centri principali, pur essendo molto diversi tra loro: Giacarta è una grande capitale con una cultura del bere in rapida evoluzione tra i suoi abitanti. Bali è invece trainata dal turismo e si adatta ai gusti dei visitatori che, ondata dopo ondata, giungono sulle sue coste».
Dunque l’autentico spirito indonesiano, in termini di cocktail, è più facile trovarlo per le strade di Giacarta. Anche qui si notano influenze estere, e non potrebbe essere altrimenti, ma l’attenzione dei bartender è concentrata con più forza sul gusto locale.
I quattro locali da tenere d’occhio secondo Tariq Widarso

I consigli di Tariq intorno ai bar che promettono di esplodere nel giro di poco tempo sono molto interessanti. Sono quattro: HATS Bar e Unfinished Project, che stanno a dieci minuti di camminata l’uno dell’altro, e poi Nautilus Bar e Between the Sips, anch’essi raggiungibili restando entro l’ora di passeggiata. Vale la pena di segnalare che nella classifica degli Asia’s 50 Best Bars 2025 compaiono altri quattro locali, tutti di Giacarta e tutte new entry della lista: Cosmo Pony, Carrots Bar (che mette sugli scudi ingredienti indo-cinesi), The St. Regis Bar e Modernhaus.
Le regole della mixology indonesiana e non solo
Stelle fresche di esplosione che confermano quanto detto da Tariq: la scena indonesiana sta crescendo rapidamente e, nonostante sia relativamente giovane, si sta segnalando come un alfiere della qualità. A proposito di quest’ultimo sostantivo (qualità) Tariq Widarso ha uno sguardo peculiare sul mondo dei drink, perché non è solamente un amante dei cocktail, ma li fotografa e li racconta pure.
Ed è curioso notare che, pur partendo da una posizione eccentrica, giunge alle medesime conclusioni condivise da molti: perché una bar scene possa affermarsi occorrono drink nei quali gusto, storytelling e look vadano a braccetto. Ed è importante che questi tre elementi trovino la giusta armonia con l’ospitalità e il servizio, che sono «parte integrante del discorso. Una considerazione che vale non solo per i cocktail, ma anche per i bar, che devono sapere offrire agli ospiti un’esperienza positiva in ogni aspetto».
Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui
Immagini courtesy Tariq Widarso






