C’era una volta un eroe scozzese che attraversò l’oceano e giunse negli Stati Uniti: inizialmente sotto forma di operetta, poi di cocktail. L’eroe in questione è Rob Roy (1671-1734), che si ritrovò ai ferri corti con il duca di Montrose, divenne fuorilegge e conquistò un posto nella letteratura britannica: prima grazie alla biografia romanzata scritta da Daniel Defoe (1723) e successivamente grazie al romanzo storico di Walter Scott (1818).
Quando e dove nasce il cocktail?
Alcuni decenni più tardi ecco l’operetta Rob Roy (1894) degli statunitensi Reginald De Koven e Harry B. Smith. Il testo abbonda in licenze poetiche, ma incontra grande successo di pubblico. Nei medesimi anni gli USA si innamorano del whisky scozzese, creando una curiosa sovrapposizione culturale fra teatro e spiriti. Si giunge così al 1895: da alcuni mesi Rob Roy riempie l’Heral Square Theatre di Broadway. Una sera un venditore ambulante di scotch whisky entra al Duke’s House (o al Waldorf Astoria, le fonti divergono).
Una chiacchiera tira l’altra, attorno al venditore si raduna un gruppetto di curiosi e a un certo punto viene proposto un giro di Manhattan. Il distillato d’elezione sarebbe il rye, ma il venditore dice che per lui non è etico bere un cocktail che non contenga whisky scozzese. Il bartender dice: «che problema c’è? Mettiamo il tuo prodotto al posto del rye!». L’improvvisazione è baciata dalla fortuna e i presenti gradiscono. Non resta che battezzare il nuovo drink, che, tutti ne sono certi, entrerà in pianta stabile nel menu del locale. Qualcuno, non si sa chi, propone Rob Roy.
La ricetta del Rob Roy cocktail

Non è sicuro che l’ispirazione provenga dall’omonima operetta, ma l’ipotesi è solida. Tempo quattro anni e la ricetta compare in Applegreen’s Barkeeper’s Guide (John Applegreen, 1899).
Ingredienti
45 ml di Scotch Whisky
45 ml di vermouth italiano
Preparazione
Prendere un mixing glass, aggiungere cubetti di ghiaccio, poi inserire gli ingredienti. Mescolare delicatamente e filtrare in una coppetta.
Decorazione
Una scorza di limone.
Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui
Immagini credits Julie Couder, location Ceresio7, Milano – riproduzione riservata