Il Moral Suasion è stato una meteora e la sua storia è piena di punti di domanda. Racconta di quando i cocktail erano giovani, a metà del XIX secolo: molto probabilmente ruota attorno a un ristoratore giocoso (Peter Bent Brigham) e a un fiero nemico dell’alcol (Charles Jewett). Chiama in causa pure Jerry Thomas: questa volta non per le consuete lodi ma con l’accusa di avere escluso il Moral Suasion dal suo How to Mix Drinks (1862), in questo modo condannandolo all’oblio.
Moral Suasion, la storia del cocktail
Immaginatevi dunque a Boston. L’anno è il 1842. Peter Brigham ha aperto un nuovo locale e offre ai clienti una selezione di “fancy drink”. Si tratta di cocktail elaborati, pensati per essere di alto livello e il più delle volte originali rispetto a quelli normalmente serviti in altri bar.
Il menù di Brigham è molto apprezzato, in giro se ne parla parecchio e i quotidiani dell’epoca non lesinano segnalazioni. Quanto basta per attirare l’attenzione del dottor Charles Jewett, nemico giurato degli alcolici e voce tonante di quel movimento che, alcuni decenni più tardi, porterà al Proibizionismo.
Charles Jewett all’attacco di Peter Brigham
Jewett vuole verificare di persona cosa succede da Brigham: nel dicembre del 1842 si reca sul posto, trascorre la serata al bancone e successivamente pubblica un editoriale di fuoco sul Journal of the American Temperance Union. Rivolgendosi direttamente a Brigham scrive: «Come puoi, in cambio di un misero guadagno economico, distruggere la pace delle famiglie, le speranze dei genitori, la salute e la vita dei tuoi concittadini e le anime degli uomini?».
Jewett la mette giù dura, si può serenamente dire che esagera. Ma nel 1842 è questo il tono di coloro che lottano contro il consumo di alcol: l’idea è di esercitare una forte pressione morale allo scopo di spingere le persone all’astinenza. Solo in un secondo momento il movimento individua nel divieto legale di bere la tattica vincente. In quel dicembre del 1842 ci si limita a lanciare strali.
La nascita del Moral Suasion
L’articolo di Charles Jewett non passa inosservato e viene letto da Peter Brigham. Il quale decide di rispondere con l’arma dell’ironia. Ecco dunque un nuovo menu, con due cocktail aggiuntivi: il Jewett’s Fancy e il Moral Suasion.
Lo storico David Wondrich informa che il Jewett’s Fancy è un attacco diretto a Charles Jewett, perché lascia intendere che lui – come molti sostenitori della temperanza – sia in realtà un ubriacone. In pubblico fa il santerellino, in privato trangugia alcol come non ci fosse un domani.
In quanto al Moral Suasion è un attacco altrettanto diretto al movimento per l’astinenza che, come ricordato un poche righe sopra, adotta la tattica della dissuasione morale. L’idea di Peter Brigham è di creare un drink talmente irresistibile da spingere Jewett e soci ad abbandonare la lotta e abbracciare le gioie di un cocktail fatto come si deve. Una dissuasione al contrario, insomma.
La colpa di Jerry Thomas
Il Moral Suasion ha successo, come molte ricette di Peter Brigham. Altri bar adottano il suo menu e i giornali parlano dei suoi drink. Il problema è che a metà dell’Ottocento i giornalisti non si dilungano sulla descrizione degli ingredienti e le loro proporzioni, e nemmeno si soffermano sulla preparazione.
Per questo il ricettario di Jerry Thomas ha un’importanza fondamentale: è il primo libro a dedicare tutta l’attenzione che serve proprio a questi dettagli, che dettagli non sono affatto. Solo che Thomas omette il Moral Suasion dal suo How to Mix Drinks (1862), chissà mai perché. Così la ricetta non passa ai posteri. Oggi se ne conosce una che è probabilmente derivata da quella originale.
Il merito del New York Sun
Per un gioco del destino nel 1873 il Moral Suasion è ancora popolare. Per questo motivo compare in un articolo pubblicato sul New York Sun il 22 agosto. Si intitola American Fancy Drinks ed è una fonte preziosa perché prende molto sul serio l’argomento dei cocktail, fornendo precise ricette. Anche quella del Moral Suasion.
C’è un problema: l’articolo in questione cita un barista anonimo che attribuisce l’invenzione del Moral Suasion a Edward Barry, bartender dell’Everett House di New York. È lo stesso drink di Peter Brigham? Impossibile dirlo. Però alcuni elementi suggeriscono che la versione di Barry sia un’evoluzione di quella di Brigham.
Si sa per esempio che il brandy alla pesca era presente già nel cocktail del 1842. E, per quanto manchino dettagli precisi, alcune cronache contemporanee lo descrivono con parole che lasciano intendere l’utilizzo di alcuni degli ingredienti poi adottati da Barry.
La ricetta del Moral Suasion cocktail

Quella che segue è dunque la ricetta pubblicata sul New York Sun. Gli esperti sottolineano che è meglio utilizzare cognac invecchiato e che il liquore alle erbe può essere sostituito con del maraschino. È anche concesso cambiare lo zucchero con il miele.
Ingredienti
- 60 ml brandy alla pesca
- 15 ml succo di limone
- 15 ml liquore francese alle erbe
- 10 ml cognac
- 5 ml curaçao
- 1 cucchiaino di zucchero
Procedimento
Inserire tutti gli ingredienti, ad eccezione del cognac, in uno shaker. Aggiungere ghiaccio a cubetti e agitare per bene, poi filtrare in un tumbler pieno di ghiaccio tritato. Distribuire il cognac sulla superficie del drink versandolo sul dorso di un cucchiaio.
Garnish
Fragole e fettine di arancia, limone e ananas.
Immagini credits Julie Couder x Coqtail, location Dry Milano – riproduzione vietata