Come un fumetto: la drink list del Milord di Cristian Lodi

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Racconti per immagini, drink disegnati e ingredienti carichi di colore: è la nuova (sgargiante) drink list del Milord di Milano

Andate al Milord a fine giornata, quando è ora di una storia. Al bancone i racconti scorrono, i bicchieri narrano e non si servono parole -si servono miscele e giochi di sapore. Si bevono imprevisti e colpi di scena, si assaggia la versione originale e poi l’altra versione dei fatti: fatti liquidi, fatti per tutti, fatti che il giorno dopo già vorreste risentire.

Milord e i nuovi cocktail di Cristian Lodi

Milord è il posto degli aneddoti con ghiaccio e degli indizi che decorano i bicchieri. Com’era prima un drink e com’è diventato ve lo raccontano senza stare fermi tra colpi di strainer, colpi di shaker e scambi liquidi più che di parole. Cristian Lodi è la voce narrante principale, quella che ha annunciato la nuova drink list del locale che è divertente e colorata, simile a un fumetto. Ed è anche simile a una magia perché i cocktail disegnati vengono serviti, tanto per mettere in crisi l’idea che dalle pagine le cose non possano materializzarsi.

I nuovi cocktail del Milord assomigliano a degli sketch e sembra siano proprio i loro disegni a stabilirne il sapore: amaro se la (breve) storia illustrata finisce male, appagante se alla fine i due protagonisti si ritrovano. È dai drink che nascono le storie e quelli del Milord sembrano sul serio competere con fantasia e ingegno.

La drink list illustrata del Milord

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Short alcoholic stories: non esiste dicitura più azzeccata per descrivere la nuova cocktail list del Milord di Cristian Lodi e di chi come lui ci sa fare con le storie dietro al banco. I drink in carta hanno tutto il sapore del mondo perché parlano di sake, di tequila, di yuzu e di cachaca.

Viaggiatori instancabili, i nuovi drink del Milord sono le valigie che ancora non avete avuto modo di riempire, sono le storie in cui è il vostro assaggio a stabilirne il lieto fine.

I distillati intrecciano le loro trame con quelle del , del lime e di tutte le materie prime cui raccontarne (e ribadirne) la qualità non serve. Un racconto per immagini ne fa già immaginare la bontà, i colori non ne tradiscono certo il loro aspetto vivido, gli imprevisti disegnati riservano in realtà un effetto sorpresa quando il drink “in carne e ossa” arriva al bancone.

Siamo stati da Milord perché i fumetti ci piacciono e i drink, chiaramente, pure. E ci è piaciuto anche tutto nell’insieme. Per la sua nuova cocktail list, il locale ha insomma fatto un po’ da mixing glass perché ha miscelato aneddoti illustrati, spezie, aromi e superalcolici. Di drink ne abbiamo letti, immaginati e poi assaggiati alcuni.

Ecco i nostri preferiti

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Ruby goes to Bar Awards

Quando, sfogliando il menu, si arriva alla pagina dedicata al Ruby goes to Bar Awards, si capisce subito che la suspense è la coppa perfetta dove poter servire un drink così cotonato, a base gin Portobello road e miscelato con liquore Strega, albumina, lime e sciroppo al bergamotto. Il gusto è molto speziato, con un finale dolce grazie alla spolverata di cioccolato (rosa) Ruby, che al Milord si sorseggia.

Nonno Jack

C’è un tocco homemade dal sapore buonissimo: è il liquore di amaretto del Milord che da vero esperto nelle combinazioni coi sapori più diversi va a miscelarsi al lime e all’acqua sciroppata. La mandorla accerta il nostro palato sul fatto che ci troviamo per davvero in estate. A decidere le sorti di questo drink che parte delicato è il Jack Daniel’s. Un vero colpo di scena.

Milord Roll 2

Mai bevuto un caffè (alcolico) all’orientale? Che magari verrebbe voglia di girare non con un cucchiaino ma con delle bacchette. Questo drink è sconfinato perché c’è lo yuzu, la cachaca, il cordiale al caffè e lo sisho verde. Per chi non sa proprio da che parte stare, il Milord ha pensato a un drink adatto a ogni confine.

Un messicano in Calabria

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Un baratto tra Itala e Messico, un azzardo dalle lunghe sorsate, un primo impatto fresco, poi un fuoco di sapore. Tequila Espolon Blanco, bergotto, lime, sciroppo al finocchietto selvatico. È una gara tra paesi forti, è la capacità dei bartender nel riuscire a moderare i gusti tracciando una nuova linea d’equilibrio che non è affatto retta ma che ha la sagoma di un bicchiere.