Marco Masiero ha vinto la finale della Campari Bartender Competition 2025, andata in scena l’8 giugno alla Torre Velasca di Milano. Dopo tre partecipazioni consecutive, il mixologist di Lubna Milano ha conquistato il titolo con un cocktail originale, il suo Americano Cosmopolita, miscelato con coerenza, visione e padronanza del bancone.
Campari Bartender Competition, una sfida che fa crescere
Alla Torre Velasca di Milano, la finale della Campari Bartender Competition 2025 ha richiesto concentrazione assoluta, lucidità nei dettagli, prontezza nel cambio di ritmo. Marco Masiero ha affrontato tutto questo con la determinazione di chi conosce ogni angolo del bancone e sfumatura di un servizio complesso.
Senza un vero laboratorio, senza troppo tempo per provare, ha costruito «un twist del twist», come sostiene il vincitore della Campari Bartender Competition 2025 «capace di tenere insieme sapore, struttura e storytelling. Quando si sono aperte le danze, ho riconosciuto l’ambiente. Era il mio: dietro a un bancone, a fare quello che faccio ogni giorno», ha raccontato.
Dopo tre edizioni consecutive, dopo aver sfiorato il podio e averlo mancato, ha scelto di tornare e, questa volta, conquistarlo. «Non mi considero arrivato. Questo è solo il punto di partenza verso nuove conoscenze e collaborazioni. Perché dietro al bancone conta una visione personale e precisa della miscelazione». Ma anche un’idea di gara che è espressione per qualcosa che Masiero si è costruito con pazienza e convinzione nel tempo.
L’esperienza di Marco Masiero

Masiero non ha inizia to da un bancone: prima di Londra ci sono state una la lingua da imparare e le notti da lavapiatti. Poi finalmente la svolta, il lavoro al Sushi Samba e, sempre nella ritualità del bere giapponese, quello allo Shochu Lounge. «Due locali che mi hanno aperto un mondo. Da lì ho cominciato a capire cosa significasse davvero fare miscelazione».
Poi sono arrivati Ibiza, il ritorno in Italia e le prime competition. «Ne ho fatte diverse perché gareggiare è una forma di crescita». Dopo uno stop nel 2020, Masiero riparte e cambia ancora. Fino a ritrovarsi da Lubna Milano di Lorenzo Querci e al fianco del bar manager che segue anche Moebius, Giovanni Allario: «È la prima volta che sento di avere un posto che posso definire mio. E loro sono stati i primi a indicarmi la strada per questa edizione della Campari Bartender Competition. Giovanni l’ho conosciuto proprio nella passata edizione».
Convivio e Americano Cosmopolita: due visioni, una firma
La Campari Bartender Competition 2025 ha richiesto a Masiero un salto netto: il tema “Un sapore mai provato” sembrava scritto per chi lavora sulla sorpresa senza perdere coerenza. «È il mio modo di concepire la miscelazione: sorprendere con equilibrio, tenere insieme sapore e racconto».
Così nasce Convivio, il cocktail che ha portato il responsabile bar di Lubna a conquistare le selezioni della Campari Bartender Competition. «Una costruzione elegante e audace, a partire da Campari e un cordiale di olive verdi alla brace e cioccolato bianco. In superficie, un profumo di mandarino verde. E come garnish, un disco di cioccolato bianco temperato con granella d’oliva salata che chiude con un gesto netto. Un drink che punta tutto su profondità e contrasto». Il nome del cocktail richiama la condivisione, l’idea di tavola e di racconto comune. «Unire quello che fai a quello che dici è essenziale. È questo che rende credibile una miscela, soprattutto in una competition importante come questa».
Per la finale, Masiero invece ha costruito un’altra proposta, nata sotto pressione. L’Americano Cosmopolita riprende la struttura del grande classico e la spinge in direzione più contemporanea. «Campari, Bottega Cinzano 1757 Rosso, Cynar, uno sherbet al pompelmo rosa salato, cardamomo tostato e vaniglia, più soda al pompelmo rosa. Servito su cubo di ghiaccio, l’ho completato con una foglia di salvia. Lo sherbet è stato il twist decisivo. Cercavo un sapore immediato, profondo e diretto, che raccontasse Milano, Campari e la mia storia».
Marco Masiero, tra il palco e il banco alla Campari Bartender Competition 2025

Dopo la valutazione tecnica davanti alla giuria, la finale si è aperta al pubblico. Al 16° piano della Torre Velasca, ospiti e stampa hanno potuto assaggiare i drink di tutti i finalisti Luca Salvioli e Alessio Megna «in un bar pensato per assegnare il titolo di Fans Favourite. Io alzavo la testa dal bancone e ogni volta vedevo quaranta persone nuove davanti a me. Ho preparato più di 120 drink. Ma paradossalmente, è stato il momento più naturale. Era il nostro habitat».
Grazie al nuovo format della Campari Bartender Competition 2025 il bancone si è trasformato in uno spazio condiviso, dove anche i finalisti si sono ritrovati nel gesto quotidiano. «Con Luca e Alessio (Salvioli e Megna, rispettivamente secondo e terzo classificato) ci siamo supportati a vicenda. Dietro a quel bancone paradossalmente si è sciolta tutta la tensione perché sapevamo che era la nostra occasione per dare il meglio di noi stessi. Credo che siano stati i 45 minuti più emozionati di tutta la gara».
Campari Academy sempre al fianco dei professionisti

Marco Masiero ha scelto la Campari Bartender Competition per tre anni di fila, per collezionare esperienze, ma soprattutto per convinzione: «Se non credo in un brand, mi riesce difficile raccontarlo. Campari è coerenza, competenza, immagine forte. Per me partecipare a ogni edizione ha sempre significato misurarmi con uno standard alto, ma anche avere l’opportunità di crescere, di farmi domande e migliorare».
Il confronto con i professionisti di Campari Academy, alla guida della competition, ha fatto il resto. Nicola Scarnera, Campari Academy Manager, Luca Casale, Campari Academy Coordinator e anche Riccardo Pennacchia, brand ambassador di Wild Turkey «mi hanno supportato, consigliato, ascoltato. Mi hanno detto di essere me stesso e di godermi il percorso. L’ho fatto. Ed è stato il consiglio migliore che mi abbiano mai dato», ha proseguito il vincitore.
Tutto questo ha reso il traguardo ancora più netto. «Volevo viverla pienamente, senza pensare a cosa ci sarebbe stato dopo». Non c’era spazio per le esitazioni. «Sono uscito dalla prova finale con una sensazione precisa: aver dato il cento per cento. Non ho nulla da recriminarmi. E anche se non avessi vinto, sarebbe andata bene lo stesso perché sfide come la Campari Bartender Competition iniziano davvero quando si torna dietro al bancone».
Immagini courtesy Campari Academy Italia
Articolo realizzato in partnership con Campari Group