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I crypto cocktail ridisegnano (in pixel) il futuro del settore beverage

Un crypto cocktail è un drink realizzato esclusivamente in digitale, fatto di pixel, che può essere acquistato su piattaforme blockchain attraverso bitcoin o etere. Perché è importante parlarne? Abbiamo cercato di spiegarvelo in questa news, da leggere fino all’ultimo pixel sullo schermo del vostro smartphone.

Che cos’è un crpyto cocktail?

Insomma, avete già sentito parlare di crypto cocktail? Si tratta di drink creati esclusivamente in digitale, delle piccole opere d’arte –si può dire- fatte interamente di pixel, che saranno ben presto utili, nel mondo della mixology, per monetizzare.

Il settore del beverage si sta espandendo nella sfera dell’intangibile, ma soprattutto del salvaguardabile: l’idea di fondo degli NFT –acronimo di Non Fungible Token-, è proprio quella di tutelare le ricette di alcuni drink e di sostenere il settore dell’hospitality che è stato molto penalizzato dalla pandemia.

È stato dunque messo a punto un sistema unico, decisamente già catapultato nel futuro, di rivendicare la proprietà delle ricette dei cocktail. Infatti, solo una volta che un cocktail NFT viene acquistato, ne può essere “sbloccata” la ricetta.

Questo meccanismo di acquisto, ovviamente, avviene in digitale, in nessuno spazio fisico, ma su una piattaforma blockchain dove ci si scambia cripto valute. Non si tratta di un pagamento monetario come lo intendiamo più comunemente: le transizioni avvengono attraverso bitcoin o etere.

Quali sono le sembianze dei crypto cocktail?

Come si presentano i crypto cocktail? Sicuramente come una serie di piccole opere d’arte da collezione, vendute all’asta sulle piattaforme sopracitate, spesso e volentieri realizzate per mano di alcuni importanti artisti.

Tutto ciò attira l’attenzione soprattutto di collezionisti e di investitori, e si dimostra utilissimo al mondo della mixology perché, così facendo, si possono organizzare vere e proprie raccolte fondi a sostegno di questo importantissimo settore che garantisce, da sempre, un essenziale momento di stacco e di riposo.

Chi li sta già utilizzando?

Uno degli esempi di raccolta fondi garantita dai crypto cocktail, è l’iniziativa all’Himkok di Oslo: questo bar piuttosto noto, ha lanciato il 1 luglio un intero menu di 13 cocktail NFT, alla cui realizzazione ha collaborato un’importante illustratrice norvegese.

Ogni NFT include un certificato per l’opera d’arte digitale, una copia fisica firmata e una serie di esperienze come visite in distilleria o sessioni con un master blender/distiller, fornite da importanti marchi beverage.

È quanto riporta Punch, che parla di questo progetto che è stato studiato per mesi nei minimi dettagli. 

Il futuro dei drink è virtuale?

I crypto cocktail hanno un potenziale ancora da discutere, ma lasciano intendere che rivoluzioneranno il mondo beverage. Lo faranno di certo sconfinare in qualcosa di tanto intangibile quanto artistico, strategico e diverso.

Chi conia un crypto cocktail automaticamente crea, sulla blockchain, un file che si può modificare, copiare o riutilizzare come meglio si crede.

Pertanto, con uncrypto cocktail, si può tutelare la ricetta di un drink? Sì. Si può in un certo senso fare anche della beneficienza, organizzando una raccolta fondi a sostegno di una delle realtà del settore della mixology o più propriamente dell’hospitality, che ha risentito degli effetti della pandemia.

La mixology diventa arte con i Crypto Cocktail

Un crypto cocktail si può definire una piccola opera d’arte? Sì, per di più collezionabile. Il suo valore è anche morale in quanto potrebbe, in futuro, suscitare il ricordo di una causa che si è sostenuta (attraverso, per esempio, una raccolta fondi).

Come si può acquistare un crypto cocktail?

Pare che la modalità di acquisto, sulle piattaforme di blockchain, avvenga attraverso bitcoin o etere. Per esempio, lo scorso aprile è stato venduto un cocktail in formato digitale costituito esclusivamente di pixel chiamato “Into the Ether”.

Anche alcuni marchi piuttosto noti del settore food hanno sperimentato la novità offerta da questo sistema, creando e vendendo immagini digitali “crypto”.

Non ci resta che aspettare che il fenomeno dei crypto cocktail prenda ancora più piede, al punto da diventare più accessibile e da permetterci di poterlo, se non proprio esperire, per lo meno osservare per bene.