It’s drink o’clock! I 5 cocktail preferiti dagli scrittori

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Il bicchiere come fucina creativa, ecco i cocktail preferiti dagli scrittori, una vera fonte (alcolica) d’ispirazione.

Immaginiamoci Ernest Hemingway al bancone. Probabilmente con lui avrebbe il manoscritto di un libro appena ultimato e per il quale dovrebbe quindi festeggiare.

Cosa chiederà al bartender? Uno shot, un long drink o uno cocktail shakerato? Una scelta che non sarà di sicuro legata al tempo: chiunque, anche se ha fretta, concederà sempre al proprio drink il privilegio di procedere con calma.

La gradazione alcolica è un ottimo stimolo creativo: sarà che più è alta e maggiore è il rendimento? Questa è una proporzione che azzardiamo soltanto, ma a giudicare dai grandi capolavori letterari che ci hanno lasciato altrettanti grandi scrittori, qualcosa di vero magari c’è.

Ebbene, anche gli scrittori avevano il proprio “drink o’ clock”

Ci scommettiamo che avevano il loro bar di fiducia se non addirittura il loro tavolino del cuore (ad esempio Gabriele D’Annunzio aveva la sua postazione personale allo storico Gran Caffè Gambrinus a Napoli).

Chissà quindi se i vostri e i loro drink preferiti possono combaciare.  “Offro io, offri tu”: immaginate che spasso sarebbe stato potersi concedere un aperitivo o un momento after dinner insieme agli scrittori del passato i cui gusti, ancora oggi, sono rintracciabili: perché sono stati scritti o tramandati o visti o fissati in eterno su una targhetta all’interno di un locale.

Ebbene oggi vogliamo svelarvi i drink preferiti di cinque scrittori. Magari durante la lettura qualche supposizione la farete: vediamo se ci azzeccate.

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Ernest Hemingway

Lo abbiamo citato a inizio articolo, tanto vale svelarvi uno tra i suoi drink del cuore –che è altrettanto rosso. Lo stile narrativo di Hemingway è denso proprio come lo è un Bloody Mary: ricco e sugoso, come le pagine dei suoi scritti. Pungenti, come il tocco di salsa Worcester combinato alla vodka e al succo di pomodoro (rigorosamente condito).

A Hemingway piaceva insomma bere saporito: un intenditore! Avete visto il cocktail che gli hanno dedicato al The Old Man? Ne abbiamo parlato qui.

I cocktail preferiti dagli scrittori: Charles Bukowski

Di gusti assolutamente non indifferenti. Bukowski non ci andava nient’affatto leggero. Lo scrittore nato in Germania era di certo fedele alla birra. Ma non era abbastanza. Infatti, era solito chiedere al bancone anche uno shot di whiskey. Questo drink è conosciuto negli Stati Uniti con il nome di Boilermaker. Che dire, audace!

Francis Scott Fitzgerald

Era un gin lover l’autore de Il grande Gatsby che racconta lo scintillio sfavillante degli anni 20. Forse vi farà sorridere sapere che lo scrittore reggeva poco l’alcol. Ma nonostante tutto, non rinunciava mica al suo Gin Rickey –il drink on the rocks con acqua frizzante, gin e succo di lime. Ps. Al posto del gin si prepara anche col bourbon!

I cocktail preferiti dagli scrittori: Truman Capote

Truman Capote ce lo ricordiamo soprattutto per il famoso romanzo Colazione da Tiffany da cui è stato tratto l’omonimo film. Non sappiamo se lo gustasse anche alle prime ore del mattino, fatto sta che la certezza la abbiamo: lo Screwdriver era di sicuro il suo cocktail preferito. Una combinazione minimale ma efficace: da una parte la vodka, dall’altra il succo d’arancia.

Tennesee Williams

Lo scrittore americano aveva un certo debole per il gin. L’autore de “Un tram che si chiama desiderio” era solito bere Gin Fizz, un drink ancora oggi molto richiesto al bancone. Asciutto e frizzante, grazie all’aggiunta finale di soda a una miscela alcolica a base di gin, limone e sciroppo di zucchero.