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Marco Masiero trionfa alla Campari Bartender Competition 2025 in Torre Velasca

Dietro al bancone, ogni gesto conta. Ancora di più quando la pressione è alta e tutti i presenti osservano ogni minimo dettaglio. La finale della Campari Bartender Competition 2025, andata in scena l’8 giugno e vinta da Marco Masiero di Lubna Milano, è stata un concentrato di passione, energia e bellezza. L’esaltazione di un mestiere che alla tecnica unisce presenza scenica, ascolto e intelligenza emotiva.

Dal Camparino alla Torre Velasca, una giornata da ricordare

Dopo mesi di selezioni, 800 candidature, 120 bartender valutati durante le live selection e 20 visitati nei loro locali, il countdown della Campari Bartender Competition 2025 si è azzerato l’8 giugno con una giornata densa di emozioni divisa in due atti. Il nuovo format della gara, infatti, prevedeva un’unica data per semifinale e finale, rendendo il percorso ancora più intenso.

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La mattina dell’8 giugno al Camparino in Galleria, i dieci semifinalisti si sono sfidati in tre test serrati: blind tasting, quiz tecnico e presentazione del signature cocktail. Un banco di prova che ha richiesto massima concentrazione e ha portato a definire la top three: Marco Masiero (bartender di Lubna, Milano), Luca Salvioli (bar manager di Gaia Bar, all’interno dell’Hotel Musa Lago di Como), Alessio Megna (bartender di Freni e Frizioni, Roma). Tre personalità diverse, tre modi di interpretare e raccontare il bancone.

Dal 16° piano, uno sguardo sulla città

A colpire, però, è stato ciò che è successo al 16° piano della Torre Velasca, quando la competizione è entrata nel vivo con la finale. «L’intera finale è stata trasmessa in diretta su YouTube, offrendo anche al pubblico online la possibilità di seguire ogni fase. La seconda parte si è svolta davanti a una sala gremita, aperta un centinaio di ospiti selezionati, trasformando la competizione in una vera esperienza dal vivo», ha spiegato Nicola Scarnera, Campari Academy Manager.

Da quel momento, l’interazione è diventata parte integrante della prova. Il contesto si è fatto più intenso, con persone reali da servire, domande da ascoltare, tempi da rispettare. La finale ha così assunto un nuovo significato: quello di una performance in condizioni operative reali, tra pressione, velocità di servizio e replicabilità dei cocktail.

I momenti salienti della finale di Campari Bartender Competition 2025

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«Un test dove il vivere, raccontare e sostenere lo stress del momento hanno fatto parte della valutazione», ha proseguito Nicola Scarnera. «L’idea era portare i bartender ad affrontare una prova immersiva: clienti veri, tempi rapidi, attenzione al dettaglio. Non più solo un palco, ma un confronto diretto con la realtà del servizio». Qui, la costanza del risultato ha contato quanto la creatività. «Volevamo capire come ognuno dei tre finalisti avrebbe reagito alla pressione, anche in un contesto simile a un high volume bar».

Il voto del pubblico

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Il premio fans favorite è andato a Luca Salvioli (secondo classificato) con il suo Sipario Rosso, applaudito dal pubblico in sala e celebrato online. Un riconoscimento che ha dato voce a chi ha seguito la competizione con partecipazione e attenzione, dentro e fuori la Torre Velasca.

A fianco del voto popolare, ogni valutazione è stata condivisa sui social e affidata a una giuria multidisciplinare, capace di cogliere ogni sfumatura da più prospettive. Leggende della mixology come Monica Berg (Tayēr + Elementary Londra, direttrice creativa Campari Academy), Salvatore “The Maestro” Calabrese (Velvet at Corinthia, Donovan Bar Londra), Alex Frezza (L’Antiquario Napoli), Daniele Dalla Pola e Bruno Malavasi (Master Herbalist Campari Group) sono stati chiamati a valutare la parte di degustazione. Nicola Scarnera e Dario Cuccurullo (Senior Channel & Customer Marketing Director Campari Italy) hanno controllato la comunicazione, mentre Samuele Ambrosi (Cloakroom, CloakLab e BossHogg Treviso) la tecnica di ogni drink.

Campari Bartedner Competition 2025: la proclamazione e la forza di Marco Masiero

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Nel momento decisivo, però, Marco Masiero di Lubna «si imposto con il suo Americano Cosmopolita. Un cocktail che ha unito la forza amaricante di Campari e Cynar alla rotondità di Cinzano Bottega Riserva 1757, completata da uno sherbet al pompelmo salato, cardamomo e vaniglia, e un top di soda al pompelmo rosa. Un drink costruito su equilibrio, profondità e precisione», ha ricordato Scarnera.

Ma è stato il suo modo di viverlo a fare la differenza. «Masiero ha saputo coinvolgere senza forzature», racconta Scarnera. «Anche nei momenti di pressione ha mantenuto freddezza e concentrazione. Il risultato è stato costante, autentico. Ha dimostrato che dietro ogni drink ci sono attenzione, carattere e la voglia di costruire un rapporto con chi si ha di fronte. Questo è ciò che oggi fa davvero la differenza al bancone».

Una nuova competizione, un nuovo racconto

Con questa edizione, la Campari Bartender Competition ha mostrato di voler cambiare passo. Meno esibizione e più esperienza e relazione. Un format che porta il mestiere del bartender fuori dai soliti cliché, restituendogli profondità e verità. «La Campari Bartender Competition ha scelto di raccontare questo percorso con strumenti diversi, aprendo la scena a una narrazione collettiva carica di passione», chiude Scarnera. Perché se l’emozione è reale, lo è anche il ricordo che lascia.

Immagini courtesy Campari Academy Italia