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Bulldog, la road map di uno speciale London Dry Gin

Tutto ciò che c’è da sapere sul gin nato nel 2007 che si è imposto favorevolmente su tutti i banconi dei migliori locali grazie a cocktail come il Gin&Tonic.

Bulldog, il London Dry Gin più versatile

Il gin da anni è considerato uno dei distillati alcolici più amati al mondo. Ma se questa sua fama a volte tende a far perdere la strada tra centinaia di marchi e migliaia di bottiglie, noi vogliamo fornirvi la mappa del gusto di uno speciale London Dry Gin.

Di quale gin stiamo parlando? Bulldog, moderno distillato, particolarmente versatile, ideale per uno sparkling Gin&Tonic.

La storia di Bulldog

Se volete conoscere a fondo ciò che viene servito nel bicchiere – pardòn nella sua audace Black Copa – dovete innanzitutto sapere che Bulldog nasce dall’idea dell’imprenditore ed ex investment banker, Anshuman Vohra.

Il suo gin, fin da subito, si impone sul mercato degli spirits come un distillato di carattere grazie a un’attenta scelta delle 12 botaniche. La nostra road map vi porta dunque a viaggiare lungo una nuova via della seta. Ad attraversare l’Oriente profumato di spezie e frutti, per poi tornare alle coste del Mediterraneo.

Le botaniche distintive

Uno degli elementi di singolarità di Bulldog è dato dall’aggiunta di botaniche ricercate. La prima è il Dragon eye, lontano cugino del litchi che, raccolto in Cina, regala al distillato un sapore delicato e morbido. Dallo stesso Paese provengono la Foglia di loto, che garantisce a Bulldog un’identità e una personalità irripetibili e la Lavanda, che dà ulteriore gentilezza al gin.

Questa delicatezza, presente anche nelle altre note distintive delle botaniche, è il filo conduttore dell’itinerario del gusto di Bulldog. Qui, il Papavero bianco, proveniente dalla Turchia, regala al gin una nota leggermente floreale con accenti marcati di frutta a guscio.

La complessità di Bulldog

Altre botaniche rafforzano e completano il gusto rotondo di Bulldog apprezzato da diversi palati. Esperti e non. C’è la Liquirizia cinese con la sua nota balsamica e poi la Mandorla bianca che va rinvigorire il gusto della frutta a guscio marcata dal Papavero.

Chiudono il cerchio le note speziate della Cassia, nativa tra Cina e Bangladesh, India e Vietnam e i sapori floreali e legnosi dell’Oris italiano.

Le botaniche di base

I conoscitori di gin sanno che le botaniche di base presenti in un London Dry servono a dare una sorta di direzione del gusto.

In Bulldog troviamo l’imprescindibile Ginepro proveniente dalla Toscana, il Limone spagnolo (la cui buccia regala delle note agrumate e fresche) e l’Angelica raccolta a mano in Sassonia, che dà invece una maggiore aromaticità e una percezione leggermente amaricante.

La strada degli aromi e dei sapori di Bulldog giunge infine in Marocco con i semi di Coriandolo, rinfrescanti e dal caratteristico gusto agrumato.

Infusione e distillazione

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Quale London Dry, Bulldog prevede l’infusione di tutte queste botaniche contemporaneamente per poi procedere a una successiva distillazione.

L’infusione viene fatta all’interno della storica distilleria ad alambicco continuo G&J, la più antica del mondo che ha sede a Warrington nella contea di Cheshire, a Nord Ovest dell’Inghilterra. L’alcol, che raggiunge i 96 gradi alcolici, va ad aromatizzare quelle che sono le materie prime che compongono il distillato.

Tutto qui? Assaporando il prodotto finale con attenzione comprenderete che queste botaniche, dopo aver macerato, vengono ridistillate all’interno dell’alambicco. Tagliate, come si dice in gergo, la testa e la coda eliminando tutte le impurità, resta il liquido centrale di circa 76 gradi alcolici, ossia il cuore di quel distillato tanto versatile che subito si riconosce al primo assaggio.

40 gradi di purezza

Il palato vi racconta molto altro. Grazie a questi passaggi Bulldog si presenta puro e carico di aromaticità data dalla conseguente distillazione.

Per ammorbidire il gusto del distillato di base, Bulldog ha pensato di miscelarlo con uno spirito di solo grano, con un grado alcolico più basso, passando poi a una stabilizzazione con l’aggiunta di acqua, che porta Bulldog ai canonici 40 gradi di un classico London Dry Gin.

Un gin gentile, ma dall’aspetto audace

L’esito finale è un gin che, grazie alle botaniche e alla sapiente distillazione, mantiene una struttura complessa, morbida e gentile che si contrappone all’immagine forte, moderna e audace della bottiglia che lo contiene.

Nera, con un collare da bulldog e la Union Jack che ne sottolinea l’appartenenza al territorio votato al gin, conferma anche l’ardito accostamento del suo nome. Bulldog ricorda infatti il nomignolo dato a Winston Churchill, l’uomo che svolse un ruolo di primo piano nella storia del ‘900 e che fu un grande conoscitore del distillato.

A questo tipo di forza si ispira anche la nuova campagna Bulldog “Begin Bold”, ovvero “inizia con coraggio”. Una sorta di mantra che ognuno è invitato a seguire senza lasciarsi trascinare da scelte dettate dalla consuetudine, ma piuttosto imponendosi quale protagonista della propria vita.

Il Bulldog Gin&Tonic

Per appassionarsi a Bulldog basta un assaggio e il cocktail che più lo valorizza è il Gin&Tonic che, per essere perfetto, deve seguire facili indicazioni. Una delle regole d’oro è il bilanciamento, tanto che le sue dosi ideali sono 60 ml di Bulldog e 150 ml di acqua tonica.

Le dosi, il ghiaccio e il garnish

La particolarità di Bulldog, rispetto agli altri London Dry Gin, è data dal suo perfetto equilibrio mantenuto indipendentemente dalle toniche che vi si accostano. Dalla più classica, a quella con un basso contenuto di zuccheri, fino a quelle aromatizzate.

L’attenzione al ghiaccio utilizzato, inoltre, è fondamentale: garantisce una corretta diluizione del Gin&Tonic e un’inferiore dispersione di CO2 della tonica.

Tra i garnish migliori, la bussola del successo di questo cocktail punta verso il pompelmo rosa che regala maggiore freschezza al naso e valorizza le note floreali e agrumate di Bulldog.

Serve altro? Sorridere e degustare.

Immagini courtesy Bulldog Gin