A Kuala Lumpur, la scena della mixology è una materia viva, in continua trasformazione, capace di fondere spirito di comunità, radici locali e una spinta creativa che guarda al futuro. Tra hotel a cinque stelle e vicoli nascosti, la città ha trovato nei cocktail un nuovo linguaggio per raccontare sé stessa, i suoi contrasti e le sue aspirazioni.
Bar Trigona, il bar sostenibile del Four Seasons Kuala Lumpur
Uno dei luoghi simbolo di questo movimento è Bar Trigona, all’interno del Four Seasons Hotel Kuala Lumpur. Dalle sue immense vetrate si scorgono le Petronas Twin Towers, sempre illuminate a giorno, che si riflettono nei bicchieri di cristallo e sui tavoli che circondano il perimetro del bar. Qui, ogni drink è un atto d’amore verso il territorio malese: dalle collaborazioni con agricoltori locali alla valorizzazione della biodiversità. Il bar prende il nome proprio dalle api trigona, protagoniste di un progetto di sostenibilità fortemente voluto dal bar team, guidato da Darwin Ng.
Una drink list che tutela delle api

La drink list Colour Me Curious 2.0, è un ulteriore passo in avanti verso la tutela delle api autoctone: ogni cocktail venduto contribuisce infatti alla riforestazione e al ripristino dei loro habitat naturali. Il menu, come traspare dal nome, è una sinfonia di colori, aromi e consistenze, che gioca con l’idea di meraviglia e sperimentazione.
Si passa da Bloom, una combinazione di tequila, dragon fruit, liquore al miele Trigona, caviale e ginger beer, al Cosmos, a base di vodka, jackfruit al miele, fiori di butterfly pea, miele Trigona e una sfera di ghiaccio al limone. E ancora, lussuose deviazioni come il Wagyu, dove cognac, grasso di manzo A5, vermouth alle spezie e bitter al Kulim creano una miscela opulenta e avvolgente, oppure Elysian, con vodka, Chablis Premier Cru, assenzio e bitter al limone, perfetto con il caviale Oscietra della casa.
Il progetto Adopt a Beehive

Per rendere tutto ancora più coerente, il menu è stampato su carta Eco Hemp e ogni cocktail della serie “single-origin” sfrutta l’intero potenziale di un singolo ingrediente locale, dalla buccia ai semi, come nel caso del Pomelo o del Banana, rispettivamente a base di gin e tuak. E per chi vuole andare oltre il gusto, il programma Adopt a Beehive permette agli ospiti di adottare simbolicamente un alveare di trigona, sostenendo concretamente l’apicoltura etica malese.
Penrose, il locale di Kuala Lumpur firmato da Jon Lee

Dall’emblema della sofisticazione responsabile del Four Seasons, si passa a Penrose, che rappresenta la precisione assoluta. Fondato da Jon Lee nell’agosto 2022, in soli due anni ha scalato le classifiche asiatiche, guadagnandosi il titolo di Best Bar in Malaysia 2024. Il suo approccio si fonda su cinque pilastri – alcol, gusto, sapore, corpo, diluizione – e ogni cocktail è il risultato di un processo quasi scientifico, ma non privo di poesia.

Il Rum Musa, interpretazione del Banana Daiquiri, è costruito su strati di banana distillata, tamarindo, pimento e fava tonka. Minimalismo, modernità e un bancone pensato per valorizzare il dialogo tra bartender e ospiti fanno di Penrose un’esperienza intima e intenzionale, senza sbavature.
Three x Co, il locale segreto di Kuala Lumpur

In un altro angolo della città, all’interno di un centro commerciale, si nasconde Three x Co: uno speakeasy dal cuore pop, fondato nel 2017 da tre amici con la volontà di offrire un’esperienza sofisticata ma allo stesso tempo inclusiva. Il menu, Indi v Duality, è una dichiarazione di intenti firmata da Amanda Wan, pluripremiata bartender con alle spalle esperienze tra New York, Singapore e Hong Kong.
“Indi” o “Duality”?

Divisa in due sezioni, la drink list riflette una visione personale e liberatoria: nella parte Indi si trovano twist on classic, nella parte Duality cocktail d’autore che mettono in discussione le aspettative. Il progetto nasce anche da una presa di posizione: dopo anni passati a confrontarsi con gli stereotipi legati al genere, Amanda ha voluto costruire un menu che celebra l’individualità come atto di coraggio e autenticità. Ogni cocktail è raccontato attraverso un cliente diventato musa, fotografato con il proprio drink, a sottolineare l’importanza dell’espressione personale anche nel mondo dell’ospitalità. La collaborazione con artisti locali per l’art direction del menu completa un racconto corale, in cui il bar diventa spazio sicuro e specchio della società contemporanea.
Kuala Lumpur oggi è questo, una metropoli in fermento, capace di coniugare estetica, etica e tecnica in un bicchiere. Qui i cocktail si assaggiano, ascoltano, leggono e vivono, con un invito a rallentare e osservare, lasciandosi sorprendere un sorso alla volta.
Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui