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Questo champagne coinvolge 7 personalità artistiche in un viaggio creativo

Piedi nudi, pantaloni in pelle e camicia di jeans, Iggy Pop afferra il collo della bottiglia quasi fosse una chitarra. Mentre la fotografa Collier Schorr lo immortala in un elettrizzante scatto a colori. Lasciando ai ritratti in bianco e nero il compito di far emergere il lato più intimo, istintivo e introspettivo dell’istrionico cantautore, musicista e produttore discografico statunitense: al secolo James Newell Osterberg Jr, nato in Michigan e presto entrato come batterista nel gruppo degli Iguanas, per poi approdare ai Prime Movers e agli Stooges, nonché mettere a segno pezzi intramontabili come Nightclubbing (utilizzato nella pellicola Trainspotting) e The Passenger. Passando dal punk al rock, dal country al blues. «La creazione è una forma di liberazione. La creazione è un grande amore. È come una nascita», dichiara lui nel video emozionale diretto dalla regista Camille Summers-Valli, in una sorta di conversazione-riflessione sulla genesi e il valore della scintilla creativa. Sì, è l’ipnotico Iggy uno dei sette protagonisti del nuovo e visionario capitolo di una storica e magnetica Maison qual è Dom Pérignon.

La creazione come forma di liberazione

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Zoë Kravitz

Sinonimo di uno champagne immaginifico, capace di ispirare gli artisti e di trarre ispirazione dagli artisti, reiterando un concetto fondamentale: “Creation is an eternal journey”. Era già accaduto con Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, David Lynch e Lenny Kravitz. E accade ora con la figlia Zoë, attrice e regista, visto che c’è pure lei fra le star coinvolte nella campagna, pronta ad accendere i riflettori sull’atto catartico dell’ideare e del generare. «La creazione è come una danza», afferma madame Kravitz. Mentre il ballerino e coreografo svedese Alexander Ekman volteggia nell’aria. La creazione? «È intorno a noi. Sono gli uccelli, le api, gli alberi, le foglie, il vento», suggerisce il rapper e batterista californiano Anderson Paak, picchiettando con le bacchette il vetro dello champagne, in un total look black e white.

La campagna Creation is an eternal journey di Dom Pérignon

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Takashi Murakami

«La creazione è un atto di fede», sussurra l’attrice britannica Tilda Swinton. E se per la chef a tre stelle Michelin Clare Smyth (al timone del ristorante londinese Core) «la creazione avviene in cucina e l’ispirazione avviene fuori dalla cucina», per lo scultore e pittore giapponese Takashi Murakami «la creazione può cambiare la storia».

Come ha fatto (nel 1668) il monaco benedettino Dom Pierre Pérignon, grazie alla ferrea volontà di realizzare “il miglior vino del mondo”. E come fa ancora la Maison, producendo solo ed esclusivamente millesimati. Con la sfida di catturare l’annata e la vendemmia, elevando l’hic et nunc all’ennesima potenza. Senza mai tradire principi etici ed estetici che inanellano precisione, intensità, complessità e mineralità. E svelando la magia dell’armonia quale fonte di emozione.

I movimenti temporali di Creation is an eternal journey

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Vincent Chaperon

È lo stesso chef de cave Vincent Chaperon a ribadire: «La creazione è come una spirale». Circolare e infinita. Un continuum fra ieri, oggi e domani. E un evento celebrativo alla Tate Modern della City lo ha confermato, mandando in scena una sinfonia ritmata da tre movimenti temporali: il passato, ossia le connessioni artistiche fra la casa di Epernay e una serie di icone culturali; il presente, con la collezione di film e foto dei magnifici sette; e il futuro, svelato attraverso il pré-assemblage 2024, in una narrazione scandita da disegni, immagini e testi. Una serata culminata nel dj set – a tutti vinili – by Pee Wee (alter ego di mister Paak) e di quello targato Jameela Elfaki.

4 Dom Pérignon Vintage

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Anderson Paak

Intanto la casa francese consegna al pianeta un poker di millesimati: Dom Pérignon Vintage 2008 – Plénitude 2, per una pienezza che traghetta la classicità nell’era moderna; il Dom Pérignon Vintage 2017, l’ultima annata forgiata dallo chef de cave Richard Geoffroy, ossia la fine di un’epoca; il Dom Pérignon Vintage 2018, aka l’incipit di una nuova avventura; e il Dom Pérignon Rosé Vintage 2010, climax di un’esplorazione decennale intorno all’energia primigenia del Pinot Noir, sublimato in un raggiante assemblage. Ma non finisce qui.

Se il prossimo ottobre la maison svelerà una limited edition di opere di design messe a punto con uno dei personaggi coinvolti, nel 2026 annuncerà una rivoluzionaria performance immersiva. Ennesimo atto di un’eterna e incessante creazione.

Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui 

Immagini credits Collier Schorr