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Una delle suite di Orient Express La Minerva, Roma

Il primo hotel del mondo di Orient Express richiama i lussuosi vagoni del treno più celebre di sempre

A pochi passi dal Pantheon, in un palazzo seicentesco che ha ospitato scrittori del calibro di Stendhal e Herman Melville, ha aperto le porte il primo indirizzo di ospitalità al mondo firmato Orient Express. Trasformato dall’architetto Hugo Toro in un hotel che intreccia memoria e contemporaneità, l’indirizzo di Piazza della Minerva ospita novantatré camere, di cui trentasei suite, riprendono l’eleganza dei leggendari vagoni del treno più lussuoso di sempre, grazie a tessuti Rivolta Carmignani e bauli realizzati su misura.

I corridoi dell’Orient Express La Minerva evocano l’atmosfera del viaggio d’altri tempi, mentre ogni suite porta in sé un frammento di Roma, con cieli dipinti a mano sopra i letti e riferimenti a epoche diverse.

Il bar Orient Express La Minerva

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L’ingresso de La Minerva Bar

Nella hall, sotto uno scenografico lucernario, si trova La Minerva Bar. Le colonne in marmo e la statua ottocentesca della dea Minerva definiscono lo spazio, pensato come luogo di incontro durante il giorno e rifugio intimo la sera. Alla guida del bar c’è Matteo Fatica, bar manager che porta in carta una proposta fatta di classici e twist dal sapore mediterraneo. L’obiettivo è rendere ogni drink parte del racconto dell’hotel, con il rispetto della stagionalità e un’attenzione al dettaglio che accompagna gli ospiti dal primo sorso.

Il passato, il presente e il futuro della Minerva

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Dettagli interni

Accanto al bar, la Galleria conduce agli spazi per eventi, mentre dalla terrazza panoramica di Gigi Rigolatto lo sguardo abbraccia il Pantheon, il Vittoriano e la cupola di San Pietro, accompagnato da miscele e piatti raffinati. Con lo sguardo fiero di Minerva che veglia sull’atrio, Orient Express restituisce alla città un edificio storico trasformandolo in un luogo vivo, dove tra la fine dell’anno e la stagione 2026, sono attese due ulteriori aperture legate al mondo del beverage.

Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui 

Immagini credits Alexandre Tabaste