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Rose Compendium, la drink list sostenibile dell’American Bar di Gleneagles

Rosae, rosarum, rosis, rosas, rosae, rosis. Celebra la pluralità, la versatilità e la poliedricità delle rose la nuova e iper green drink list dell’American Bar di uno dei pluripremiati hotel della Scozia: Gleneagles, buen retiro posizionato ad Auchterarder, nel cuore del Perthshire, ai piedi delle Ochil Hills.

American Bar Gleaneagles, un’oasi dove tutto è possibile

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Smoked Cherry

Una lussuosa, gloriosa e centenaria tenuta di campagna – classe 1924 – dove tutto parla di benessere, bellezza, equilibrio e armonia. Grazie a 850 acri nutriti dal verde e dal piacere di soggiornare in una bucolica oasi dove tutto è possibile: da giocare a golf all’oziare nella spa, da passeggiare nei giardini ad assaggiare pietanze sopraffine al ristorante Andrew Fairlie (illuminato da due stelle Michelin), fino a sorseggiare profumate meraviglie. Un rifugio nella natura, vocato alla natura.

Rose Compendium

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Breakfast Punch

E i cocktail non fanno eccezione. Così, dopo l’immersivo Book of Berries, che onorava le bacche in tutte le loro sfumature (rifacendosi alle enciclopedie tascabili degli anni Venti del Novecento), ora a sbocciare è The Rose Compendium, volutamente ispirato ai cosiddetti Rose Annuals, pubblicati dalla Royal National Rose Society tra il 1876 e il 2017 con l’obiettivo di dispensare spunti preziosi su storia, coltivazione, ibridazione ed evoluzione della famiglia delle rosaceae. Che include oltre tremila varietà. Perché le rose non sono solo fiori a tutti petali e spine, ma sono anche succosi frutti. Basti pensare che dell’ampia famiglia fanno parte mela e pera, pesca e prugna, ciliegia e mela cotogna, fragola e mora, persino mandorla.

Elette in una drink list colta e affascinante, figlia della sensibilità, della responsabilità e di un meticoloso lavoro tassonomico. Alla cui regia vi è l’head of bars di Gleneagles Michele Mariotti (dalle radici italiane): «The Rose Compendium è un vero lavoro d’amore, che unisce creatività, sostenibilità e un profondo rispetto per la natura. La collaborazione con i produttori locali è stata un’esperienza davvero gratificante, permettendoci di supportare l’incredibile artigianato della nostra comunità per creare qualcosa di speciale per gli ospiti. Sono orgoglioso di come questo menu rifletta l’impegno di Gleneagles verso pratiche consapevoli, spingendo al contempo i confini di ciò che è possibile nel mondo dei cocktail».

Un libro da esplorare

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Peaches and Cream

Una collezione volitiva e piena di energia, raccolta in un volume che evoca il diario di un botanico. Complici la copertina in Quinel Nubuk color argilla, le note poste a mano, le suggestive illustrazioni (di piante e bicchieri) e il dettagliato glossario. Un libro da esplorare, accomodandosi in uno spazio-paesaggio country-chic. Quello dell’American Bar, ritmato da pareti in cashmere scozzese (tinto in erica), caminetti in marmo lilla e abatjour dall’aura vintage. Un luogo intimo e glamour, ideale per degustare cocktail dallo spiccato genius loci. Segni particolari? Ogni botanica fiorisce in due drink: uno che rende omaggio alla flora autoctona dall’ecosistema di Gleneagles, anche con l’obiettivo di ridurre gli sprechi in cucina; l’altro che accende i riflettori sulla collaborazione con i vicini artigiani, per la messa a punto di prodotti rosaceae addicted.

La botanica dei cocktail

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Crimson Royale

Come accade nella sezione Apple, che svela il Blossom Breeze, in cui il gin sposa una soda realizzata con torsoli e bucce di mela. E l’Orchard Sap, summa di scotch whisky e sidro. Come succede nel capitolo Cherry, dove spiccano lo Smoked Cherry, prezioso dello sciroppo (rimasto inutilizzato) di conserva delle ciliegie, mate frizzante e mezcale. E lo Cherrywood, con whisky, caffè espresso e liquore alla ciliegia. Poi? C’è l’errore voluto e cercato, c’è l’eccezione che conferma la regola. Il drink fuoriclasse e fuori schema Barley, rilettura del Rob Roy, emblematico drink a base di scotch whisky, proposto in tre declinazioni – Sweet, Perfect e Dry – cui concorrono tre differenti whisky. Mission? Far emergere i diversi malti d’orzo e le loro peculiarità. A completare il tutto, un “vermouth” creato in combo col team di una distilleria locale. Naturalmente alla rosa canina.

Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui

Immagini courtesy Gleaneagles, credits John Hersey