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Luca Argentero, make analcolico great again

A sfogliare il cv di Luca Argentero, si resta impressionati dalla quantità di carriere intraprese con successo: attore, sportivo, testimonial, volto televisivo, investitore, imprenditore, paroliere di canzoni vincitrici dello Zecchino d’oro, agricoltore domestico, ex bartender dai ricordi spassosi.

Le tante vite di Luca Argentero

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«Al bancone hai veramente una posizione privilegiata per osservare le persone, dal pre-serata alla notte fonda ne arrivano di tutti i generi e in diversi stati. L’alcol ha come prerogativa quella di aprire i canali di comunicazione, quindi diventi più un confessore, non solo barista o bartender», ricorda ridendo durante l’intervista. Di queste vite vissute anche solo di sfioro, Luca Argentero ama ancora tutto, anche se la più divertente «continua a essere il mio lavoro principale, l’attore», ammette in un sussurro profondo da risveglio antelucano. «È molto raro potersi guadagnare da vivere facendo qualcosa di veramente divertente.

Anche in giornate con pick up alle 6 del mattino, penso sempre al mio migliore amico, davanti al computer tutti i giorni, per 10 ore. Il mio lavoro è divertente per definizione».

Una vita a contatto con la natura

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Fuori dal set lo aspetta la campagna dove vive, di cui prendersi cura, e viatico per ragionare sul concetto – spesso abusato – di sostenibilità. «In campagna è più facile essere sostenibili: la vita ha un ritmo diverso, l’accesso a tutto ciò che sono materie prime è più immediato; non solo perché io ho l’orto, ma perché posso raggiungere e comprare cose più sostenibili, e anche meno care.

In ambiente urbano la sostenibilità ha un costo più elevato ed è più difficile», riconosce l’attore piemontese. «È lo stesso principio per cui posso insegnare ai miei figli qualcosa se glielo faccio vedere e vivere. In un contesto esclusivamente urbano, è difficile spiegare cosa significa prendersi cura di un giardino o della natura attorno. La mia consapevolezza sull’ambiente nasce dalla fortuna di aver sempre vissuto a contatto con la natura, e ancora oggi poterlo fare da genitore».

La nascita di un nuovo analcolico

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Sodamore di Luca Argentero

Uno dei suoi nuovi ruoli è quello di imprenditore del beverage, impegno inedito ma profondamente sentito, da carattere di Luca Argentero: «Quando ho un’idea, faccio molta fatica a non farla atterrare. Se mi viene in mente una roba da fare, diventa poi una piccola ossessione, non farlo mi toglie il sonno. A costo di schiantarmi, preferisco buttarmi».

È andata così con Sodamore, drink no-alcol che amplia il concetto di condivisione fortemente voluto dal multiforme attore e dai suoi soci. «Non so bene cosa mi abbia portato a fare il creatore, l’ideatore, è una serie di puntini che si sono uniti, di amici che si sono incontrati nello stesso momento e avevano voglia di fare qualcosa assieme. Cercavo una bevanda analcolica perché avevo bisogno di quel genere di conforto, e volevo qualcosa di dissetante. Tutta una serie di cose per cui mi sono detto ‘Cazzo, facciamola noi una soda’, e abbiamo iniziato».

Il tempo per la famiglia

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Tempismo perfetto per andare incontro a esigenze di vita che hanno trasformato l’antico orario da Negroni in tempo per la famiglia: «Sono papà di due bimbi piccoli, il mio momento aperitivo è stato soppiantato da momento bagnetti e pappe», ride Argentero. «Forse anche per questo è nata l’esigenza di uno sfizio analcolico. La scelta della soda si accompagna anche a una riflessione: siamo cresciuti col messaggio che un bicchiere di vino al giorno fa bene, ma non è proprio così se si fa l’aperitivo tutti i giorni. Se uno di questi aperitivi potesse essere analcolico, sarebbe un’ottima alternanza», osserva Argentero, dipanando la riflessione che lo ha spinto ad affrontare quest’altro ruolo.

Make Analcolico Great Again

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«Sembra strano che non si possa immaginare di non bere alcol per socializzare, essere a proprio agio, creare un momento di aggregazione. Make Analcolico Cool Again», scherza divertito, smontando immediatamente la convinzione errata che essere astemi (anche temporaneamente) sia un problema: «Sembra che se hai in mano una soda sei po’ meno fico, invece volevamo dire esattamente l’opposto: la sensazione di toglierti uno sfizio perché stai bevendo qualcosa di appagante, gustoso, frizzante e piacevole, e non sentirti in dovere di bere un alcolico per forza».

Un drink per costruire anche nuovi ricordi, e formare un altro pezzo di archivio di memorie: «Ho ricordi bellissimi legati alla campagna, dove aprire una buonissima bottiglia di vino al tramonto ha contribuito a creare qualcosa di indelebile. Lo stesso sto riuscendo a fare con il mio prodotto, che mi ha già permesso di collezionare dei ricordi bellissimi insieme ai miei amici e alla mia famiglia, in questo momento che è così speciale anche per la mia vita personale». E domani? Cosa direbbe al Luca Argentero che rileggerà quest’intervista tra 10 anni? «Che sta facendo tutto alla grande. Che sta andando tutto nella direzione giusta. E che meglio di così non poteva fare».

Tratto dal magazine cartaceo di Coqtail – for fine drinkers. Ordinalo qui

Immagini credits ­­­­­­Alberto Blasetti, location The Court Roma e Palazzo Manfredi